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13 novembre, giornata mondiale della gentilezza

CULTURA E SPETTACOLO - 13 11 2017 - Méngu

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Foto di Wilma Del Simone

Nel nostro campo fiorito dell’anima uno dei fiori più belli è la gentilezza. Scrisse Blaise Pascal: “Le parole gentili non costano nulla. Non irritano mai la lingua o le labbra. Rendono le altre persone di buon umore. Proiettano la loro stessa immagine sulle anime delle persone, ed è una bella immagine”.  E non a caso papa Francesco in ogni suo discorso inizia con: “ Cari fratelli e sorelle, buon giorno” e all’angelus domenicale in piazza S. Pietro, dopo i saluti augura al popolo festante un cordiale “ buon pranzo“. Inoltre, in un suo indimenticabile discorso su “La Famiglia“, ricorda le tre paroline chiave “Permesso, Grazie, Scusa” che stanno alla base dell’ educazione civica.

 

Sono parole semplici, parole spesso difficili da mettere in pratica ma che aprono la strada al dialogo e alla comunione fraterna. Sono tre parole che, se accompagnate con il sorriso, fanno vivere bene e racchiudono in sé una grande forza. I nostri avi le avevano nel loro consueto linguaggio, noi forse le abbiamo un poco dimenticate, forse pensando che la gentilezza sia vista come segno di debolezza, di sottomissione, di diffidenza, sia segno di persona debole e insicura. Io non lo credo perché so che  la gentilezza è una virtù che praticano i santi e le persone giuste.

 

Il 13 novembre, in tutto il Mondo, è stata proclamata la giornata della gentilezza. Possiamo fare alcune considerazioni molto più banali di quelle di papa Francesco e di Blaise Pascal riferendoci al mio paese che è Tirano. Mi pongo due domande: Tirano è una città gentile? I suoi cittadini sono gentili gli uni verso gli altri? Alla prima domanda rispondo: Si lo è, se la gentilezza la si può pensare come città accogliente, ordinata, bella e dalla gente cortese. Si può fare di più? Certo, la gentilezza  è come un fiore che va innaffiato ogni giorno per non farlo appassire. E se un fiore muore ne vanno seminati altri mille.  Alla seconda domanda occorre dire che generalmente i montanari, come noi siamo, hanno lo “scarpone grosso e il cervello fine“  per loro natura. Sono asciutti e essenziali nel parlare, scarsi nel sorridere e timidi nell’uscire dal loro mondo per comunicare con gli altri. Ma attenzione, i loro modi di fare sono corretti nella sostanza più di tanti “ciarlatani dal sorriso stereotipato “ sulla faccia. I loro prototipi si possono vedere alla televisione e nella politica. La gentilezza montanara è come la luce del buon mattino che illumina ma non acceca.

 

A mio parere, Tirano è dunque una città gentile e i suoi cittadini sono gentili, poiché la gente sa ascoltare gli altri e dopo l’ascolto, riflette, e offre aiuto a chi ha bisogno. Il bene è l’anima della gentilezza. Lo può essere anche un fiore donato, se nel fiore c’è il bene per l’altro, altrimenti è scena e teatro. Le gentilezze in Tirano l’attestano le molteplici associazioni presenti sul territorio rivolte al bello, all’arte, al prossimo. Se un tempo la gentilezza era “un’arte di corte“ ora la gentilezza è diventata anche un valore civico e tra i tanti suoi valori aiuta in modo notevole a fare di Tirano una città “gentile“, con l’abito della festa del “gentil modo“ per  far trovare a proprio agio i nostri ospiti, come a casa loro. 


Buona giornata a tutti.

 

Méngu

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