20^ parte, fine - Le calamità del 1987 in Valtellina
CULTURA E SPETTACOLO - 18 07 2017 - Mèngu
Questo scritto, diviso in diverse puntate, è dedicato alle 53 vittime delle calamità che si abbatterono nell’estate dell’87 in Valtellina e ai giovani, perché non dimentichino il “male antico” della valle. ____________________________________________ Parte 1, Parte 2, Parte 3, Parte 4, Parte 5, Parte 6, Parte 7, Parte 8, Parte 9, Parte 10, Parte 11, Parte 12, Parte 13, Parte 14, Parte 15, Parte 16, Parte 17, Parte 18, Parte 19 13 settembre. Le idrovore della Snamprogetti iniziarono a pompare; la stazione era installata su un’isola galleggiante in prossimità della sponda destra. Tre grosse elettropompe della portata di due metri cubi e mezzo al secondo pompavano l’acqua oltre la soglia di tracimazione, tramite una condotta in parte posata sul lago e in parte sul corpo frana e la riversavano a valle nel corso dell’Adda. Il 21 settembre entrava in funzione l’impianto della società Condotte che pompava cinque metri cubi al secondo; era costituito da tre pontoni galleggianti sui quali v’erano installate quarantaquattro elettropompe sommergibili. L’acqua prelevata dal lago veniva spinta in alto tramite condotte per oltre trecento metri; poi tramite una lunga tubazione veniva riversata oltre il corpo frana nell’alveo dell’Adda. I due impianti si dimostrarono ancora insufficientemente efficaci per lo svuotamento del lago. Una settimana più tardi, il 28 settembre, entrava in funzione il terzo impianto già richiesto a Aem-Snamprogetti venticinque giorni prima . La seconda fase dell’emergenza dopo la “tracimazione controllata “ si era avviata . Il lago di S. Antonio il 29 di settembre però era ancora di pochi centimetri al di sotto della quota di 1101 m. sul livello del mare. Conteneva ancora circa quattordici milioni di metri cubi d’acqua; le piogge di settembre non avevano dato tregua. Intanto gli impianti di pompaggio iniziarono il loro lavoro frenetico di pompaggio a pieno regime. Le idrovore della società pompe Snamprogetti prelevavano dal lago 2,5 metri cubi al secondo, 5 metri cubi quelle della Società Condotte e 5 metri cubi quelle della AEM. Per rendere sicuro il lago di S. Antonio l’acqua non doveva superare i 5 milioni di metri cubi. In poco meno di 30 giorni di pompaggio, se le piogge fossero state nella normalità, il lago non avrebbe fatto più paura; l’emergenza sarebbe definitivamente cessata e quelli che erano ancora sfollati avrebbero potuto rientrare nelle loro case. Così fu. Nel frattempo si lavorò per rendere stabile il piede della frana e nel contempo livellare e abbassare lo sbarramento. In breve tempo fu avviata la realizzazione delle due gallerie di by-pass sotto il monte di S. Bartolomeo, che permettevano il passaggio di 520 metri cubi al secondo ed erano in grado di vuotare il lago anche con portate eccezionali e l’acqua non sarebbe più tracimata dal corpo frana . Si iniziò subito a costruire la strada che avrebbe collegato il resto della Valtellina a Bormio. Il 20 dicembre era pronto un percorso stradale tortuoso ma sicuro con qualsiasi condizioni di tempo, percorribile però solo con mezzi leggeri e senza rimorchio. Esso saliva, con una serie di tornanti sul pendio di S. Bartolomeo e, con una galleria lunga circa 600 metri e con un’altra serie di tornanti in discesa, aggirava la zona di caduta della frana del monte Zandila e il lago di S. Antonio. Bormio era collegata al resto della Valle; l’emergenza era finita e si poteva finalmente ritornare a vivere in valle. *** Trenta anni sono passati da quel terribile evento. La laboriosità dei valtellinesi ha ormai cancellato gran parte delle molte ferite fatte dalla natura in quella spaventosa calamità dell’estate ’87, ma la grande cicatrice della frana sul monte Coppetto rimarrà a testimonianza nei secoli. Il lago che ha fatto paura , il drago che voleva ingoiare la valle ora non c’è più. Al suo posto v’è una distesa di sabbia e ghiaia ove l’acqua dell’Adda cerca il suo territorio per poi incanalarsi e riversarsi nel suo naturale alveo a valle della frana. Nel ricordo di quella strana e sventurata estate dell’ ‘87 i valtellinesi non dimenticheranno mai le 21 vittime della val di Tartano , le due vittime in valle di Togno, la vittima di Caiolo, i 7 operai sepolti dalla frana e i 22 abitanti di Aquilone spazzati via dalla frana traditrice. Ricorderanno le 341 abitazioni distrutte, le 1545 case danneggiate. I quasi 27.000 sfollati porteranno sempre nei loro cuori il sentimento d’angoscia che provarono nell’abbandonare le loro case e i loro beni sotto l’incubo di un’immane catastrofe e ricorderanno con gioia il giorno del rientro nelle loro case e della “ riconquista” dei loro beni. Soprattutto non dimenticheranno mai di ringraziare la Beata Vergine di Tirano , patrona della Valtellina. Ella ci fece una grazia nella sventura: il corpo frana dello sbarramento del lago di S. Antonio non cedette e la valle fu risparmiata. Sì! Quella fu una grazia di immenso valore. Ella fece questa grazia perché era già stata grande la sofferenza della gente per le 53 vittime del disastro, ma la fece anche per il segno di grande fede che la valle avrebbe dato la domenica del 27 settembre ‘87. Fu il giorno della “marcia della fede “ ; fu il giorno memorabile del ringraziamento per lo scampato pericolo. Come me , molti avevano percepito nei cuori e visto nella mente la sventura che avrebbe subito la valle in caso di crollo del corpo frana del lago di S. Antonio. Per questa grazia più di diecimila persone di tutta la valle si erano dati appuntamento presso la chiesa della Madonna del Piano a Bianzone. Volevano formare un fiume di fede viva marciando e cantando lodi alla Vergine; volevano invadere il fondo valle non con l’acqua limacciosa e irruente del lago di S. Antonio, ma con la loro fede cristallina e serena sino a giungere in preghiera alla Basilica di Madonna di Tirano. Lì ci sarebbe stato il ringraziamento per la grazia ricevuta nella sventura. In quel giorno memorabile, dalla chiesa della Madonna del Piano si vide un fiume ininterrotto di gente lungo cinque chilometri sulla statale 38, che traboccò tra canti e lodi sul piazzale della Basilica di Madonna di Tirano. Questo fecero i Valtellinesi il 27 settembre 1987 con grandissima solennità e riconoscenza verso la Santa Vergine della Folla , protettrice della Valtellina, e sempre lo faranno nel momento del bisogno sicuri d’essere aiutati e protetti dalla furia dell’”antico male” della valle. Nome D.nascita. residenza dec/disp ( raggruppati in famiglie ) Val Tartano ( comune di Tartano ) 1-Gusmeroli Marcellino 17.10.37 Tartano Dec. 2-Fognini Ottavina 25.08.44 Tartano Disp. 3-Gusmeroli Marzia 12.08.70 Tartano Disp. 4-Gusmeroli Renata 27.06.74 Tartano Disp. 5-Fumerio Enrica 17.04.41 Giussano ( Mi) Dec. 6-Citterio Gabriele 26.01.74 Giussano ( Mi) Dec. 7-Libera Anacleto 17.12.18 Roma Disp. 8-Gusmeroli Alessandra 05.02.24 Roma Disp. 9-Spinelli Marica 05.12.51 Brioso ( Mi) Dec. 10-Fontana Elisa 27.02.30 Varese Dec 11-Libera Nillo 17.12.26 Colorina Dec. 12-Ferrario Cherubino 07.06.10 Lurate Caccivio (Co) Dec. 13-De Bastiani Romano 04.08.36 S.G.Bellunese( BL Dec. 14-Bolis Maria Alessandrina 02.06.31 Lentate sul Severo( Mi) Dec. 15-Casati Alessandro 02.05.75 Lentate sul severo (Mi) Dec. 16-Romanò Pio 27.07.42 Novedrate ( Co ) Disp. 17-Bianchini Ermida 09.03.24 Varese Disp. 18-De Nardi Antonio 05.09.40 Vittorio Veneto ( TV) Disp. 19-Strappazzoni Lino 16.08.48 Seren del grappa ( Bl) Disp. 20-Toccalli Virginio 27.05.49 Albosaggia Disp. 21- Bancora Ausano 01.02.24 Guansate ( Co) Disp. Val di Togno ( Comune di Montagna ) 22-Gianoli Fabio 08.07.31 Albosaggia Dec. 23-Non identificato Dec. Caiolo 24-Crapella Diego 25.10.21 Caiolo Dec. S. Antonio Morignone ( Comune di Valdisotto ) –Frana di Val Pola 25-Bonetti Raffaella 26.11.66 Aquilone Dec. 26-Bonetti Marco 22.06.64 Aquilone Disp. 27-Bonetti Lorenzo 07.12.75 Aquilone Disp. 28-Schjns Roland 08.11.51 Belgio Dec. 29-Bonetti Anna Cristina 05.12.51 Belgio Dec. 30-Schjns Bruno 15.12.83 Belgio Disp. 31-Schjns Roberto 03.06.82 Belgio Disp. 32-Sambrizi Alma 27.02.54 Aquilone Dec. 33-Bonetti Flavio G. 05.08.74 Aquilone Disp. 34-Bonetti Stefano A. 17.04.76 Aquilone Disp. 35-Bonetti Tiziana 06.12.83 Aquilone Disp. 36-Colturi Daniela Silvana 24.09.53 Aquilone Disp. 37-Bonetti Luca 19.01.80 Aquilone Disp. 38-Bonetti Silvia 05.03.83 Aquilone Disp. 39-Bonetti Laura 06.12.85 Aquilone Dips. 40-Confortola Bernardino 05.05.28 Aquilone Disp. 41-Bonetti Rita 17.02.34 Aquilone Dec. 42-Giordani Pia 10.06.31 Aquilone Dec. 43-Giacomelli Clemente 23.11.17 S. Martino Disp. 44-Giacomelli Attilio ( Tini )18.12.25 S. Martino Disp. 45-Trotalli Roberto 14.09.31 Morignone Dec. 46-Piccagnoni Bruno L. 11.01.39 Aquilone Disp. Operai sepolti sotto la frana di Val Pola 47-Lumina Giuseppe 28.06.49 Cepina Disp. 48-Marazzi Rino 15.08.35 Bormio Disp. 49-Facen Guido 10.09.39 Tovo S. Agata Disp. 50-Parravicini Lorenzo 04.06.63 Lovero Disp. 51-Giacomelli Lorenzo 03.08.57 Bormio Disp. 52-De Monti Norberto 08.01.56 Piazza Disp. 53-Compagnoni Umberto 02.10.60 Valfurva Disp. Bibliografia -Notiziario della Banca Popolare di Sondrio. N. 45 –dicembre 1987 speciale Valtellina ’87 –Cronaca-Storia-Commenti -Valtellina ’97-Dieci anni dopo –Regione Lombardia Assessorato delle opere Pubbliche e Protezione civile -Valtellina 1987 –La Memoria .Le calamità un anno dopo di Pietro Maletti con la collaborazione di Attilio Nobile e uno scritto di Vittorio Moroni -Dossier Alluvioni-Quaderni Valtellinesi n. 25 -Il dramma della Valtellina-Il lavoratore elettrico –n.38 del 26 settembre 1987 -Fosse tutta Valtellina –di Indro Montanelli -Il giornale –venerdì 24 luglio 1987 -Valtellina civile – Giorgio Bocca – da “I Commenti” sul Notiziario della Banca popolare di Sondrio n. 45 Dicembre 1987 -La Tèra Perdùda – Remo Bracchi -Valtellina-immagini e storia di una collaborazione –Corpo Nazionale Vigili del Fuoco; Aem Azienda energetica municipale.- Milano Si ringrazia il Signor Della Vedova Giacomo, il Signor Ivan Bormolini per la preziosa collaborazione e il dott. Marco Travaglia per la pubblicazione a puntate del libro” Le calamità del 1987 in Valtellina” su questo giornale. (Fine)Elenco delle persone scomparse a causa delle calamità dell’87
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