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30° dall'alluvione, la biblioteca di Villa propone serie di eventi

CULTURA E SPETTACOLO - 30 09 2017 - redazione

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All’interno della 29^ Sagra della mela e dell’uva di Villa di Tirano la locale biblioteca ha organizzato una serie di eventi per ricordare il trentesimo anniversario dell’alluvione in Valtellina.

 

Il primo appuntamento è per la mattinata di venerdì 6 ottobre. In auditorium è in programma la tradizionale conferenza dedicata alle scuole del paese. E’ prevista la proiezione del filmato realizzato da Tele Sondrio News “1987-2017 la memoria che non deve morire” e a seguire alcune testimonianze di chi ha vissuto in prima persona quei tragici momenti.

 

Nella giornata di domenica 8 ottobre sarà allestita presso la sala video della scuola primaria la mostra fotografica “La furia dell’acqua” – serie di immagini di Mauro Cusini e Emilio Noli - Circolo fotografico Terziere Superiore.

Nella stessa sala sarà possibile visionare il filmato realizzato da Tele Sondrio News “1987-2017 la memoria che non deve morire” proiettato a ciclo continuo.

 

Per chiudere il ricordo dell’alluvione sabato 14 ottobre nell’auditorium comunale G. Mascioni alle ore 21.00

Il gruppo di lettori “Ad alta voce” presenta lo spettacolo “D'ACQUA E DI TERRA: MEMORIE DI UN'ALLUVIONE”. Letture, suoni, rumori, immagini, voci poetiche, parole  per ricordare.

 

Spettacolo che viene così sintetizzato dal curatore dei testi:

Sono passati trent'anni da quella terribile estate dell' 87 quando la nostra provincia fu colpita da gravissime calamità naturali che per quasi due mesi tennero in scacco la popolazione provocando angoscia, distruzione, lutti. Chi allora era giovane o adulto ne reca memoria vivissima; chi è nato dopo o era allora molto piccolo ne ha probabilmente ascoltato le narrazioni, magari diverse ma mai prive di dolore o preoccupazione.

Un fatto comunque è indubitabile: per molti l'estate dell'87 è stata – e per qualcuno lo è ancora- un anno di confine che ha segnato un prima e un dopo, esteriore e interiore; vale a dire che tanti Valtellinesi, da quell'epoca, hanno modificato la loro lettura del territorio e la loro partecipazione emotiva alle vicende della Valle.” Ennio Emanuele Galanga

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