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Accadeva oggi e domani - La battaglia del 27 e 28 aprile 1945 a Tirano

CULTURA E SPETTACOLO - 27 04 2020 - Ivan Bormolini

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/IL GENERALE DARNAND
Il Generale Darnand

(Di I. Bormolini) Venerdì scorso citavo il 25 aprile 1945. Per Tirano gli ultimi giorno del secondo conflitto mondiale erano stati drammatici. Vi era la presenza in città della Brigata Nera e del Comando Germanico; quest'ultimo si era precedentemente disposto nell'edificio del Giardino d'Infanzia in viale Garibaldi, che era stato requisito alle suore Figlie di Maria Ausiliatrice.

Vicini erano anche i partigiani sui monti e ormai pronti a scendere a valle.

 

Il 28 aprile 1945 Tirano era libera dopo tre giorni di sparatorie tra partigiani e miliziani francesi del governo collaborazionista di Vichy. Questi erano stati inviati in valle dai tedeschi in vista del “Ridotto Alpino”, ultima resistenza del tramonto inesorabile della Repubblica di Salò.

Tutto si era concluso con la resa del battaglione francese al comando del generale Joseph Darnand ai partigiani della Prima Divisione Alpina e agli alleati anglo-americani.

Il libro dello stimato concittadino e storico William Marconi, intitolato “ L'aprile 1945 fra Tirano e Grosio”, descrive molto dettagliatamente la battaglia di Tirano anche perchè Marconi vi aveva attivamente partecipato quale partigiano della Brigata “Gufi”.

 

In quel testo si legge che non era possibile stabilire con sicurezza quanti erano i francesi e i fascisti che il 27 aprile, avevano cercato per tutta la giornata di resistere ai partigiani; sia aggiravano sui mille e forse anche di più.

Sempre in quel 27 aprile, i partigiani della Brigata “Gufi” avevano lasciato la sede di Supiani raggiungendo Tirano a sera tarda.

Il giorno successivo sarebbero arrivati anche altri gruppi dalla Val Grosina e dalla zona di Sondalo.

Non tutti i gruppi erano presenti con l'organico al completo, un calcolo approssimativo parlava di trecento, trecentocinquanta uomini, compresi i collaboratori della SAP, e i partigiani dell'ultima ora.

L'accerchiamento della nostra cittadina e la parziale occupazione era stata realizzata nella notte.

 

I mortai erano nella zona di “Ca de Camp” e sul Campone; nelle vigne del “Risciun” squadre con armi leggere erano calate nell'abitato, alcune al Dosso, all'albergo Stelvio ed altre si erano sistemate tra la porta Bormina e la chiesa parrocchiale di San Martino.

Alcuni uomini erano dirimpetto alla torre Torelli, mentre altri armati erano nelle vigne di Santa Perpetua e Roncaiola.

Il 27 aprile nei pressi dell'antica chiesa di Santa Perpetua e sulla strada del Ragno, un modesto gruppo di “Gufi” fermava con fuoco preciso e tempestivo la colonna di fascisti, il carrarmato che la precedeva e gli altri automezzi. Tutto questo aveva fatto sì che quella colonna retrocedesse.

Il combattimento era durato dall'alba sino alle 16:30; erano state usate tutte le armi in dotazione da ambo le parti: fucili, ripetitori, armi automatiche leggere e pesanti, mortai di diverso calibro, cannoncini anticarro e bazooka, erano intervenuti anche due autoblindo e un carrarmato.

 

Tra le fila partigiane si contavano due deceduti, Ermanno Balgera e Nello Braccaioli, alcuni altri risultavano feriti.

I francesi caduti in quei giorni erano stati cinque; alcuni erano morti all'ospedale nella prima quindicina di maggio.

Tra le file fasciste nove uomini e due ausiliarie avevano perso la vita e si andavano a sommare ai cinque morti di Sernio del 24 aprile. Morivano anche tre tedeschi.

 

C'è una descrizione molto particolare che riporto integralmente dalla fonte che sto consultando:

“Un osservatore che fosse stato presente alla resa delle armi da parte dei francesi, alla sera, si sarebbe meravigliato a vedere truppe così numerose uscire dalla caserma “Torelli” e arrendersi a quei quattro gatti, con abbigliamento improvvisato...e poco marziale, che formavano una specie di cordone ai margini della strada, per trattenere la folla, dal ponte nuovo, oggi Largo Risorgimento, fino all'inizio del viale Italia”.

I francesi erano rimasti prigionieri nella caserma Torelli per circa 20 giorni; avevano familiarizzato con i loro custodi: questi ultimi avevano potuto constatare come fossero notevoli le scorte di viveri che il reparto della “Milice” aveva al seguito e come i militari avessero larghe disponibilità di danaro.

Solamente il generale Darnand, il 28 aprile, si era dato alla fuga, si dice su insistenza dei suoi. Prima però, aveva consegnato ai Servi di Maria, a Madonna, il tesoro, cioè la cassa del battaglione francese.

Aveva vissuto per circa un mese e mezzo in un maggengo nei dintorni di Edolo; scoperto il 25 giugno, passando da Sondrio, Morbegno e Milano, era finito a Nizza.

Da questa località il 2 luglio veniva trasferito a Parigi, dove il 3 ottobre si celebrava il processo nei suoi confronti. Condannato a morte era stato fucilato il 10 ottobre 1945.

 

Nella parte iniziale di questa ricerca, ho citato l'occupazione del Giardino d' Infanzia, questa era avvenuta il 14 agosto 1944, riporto i fatti inerenti a quel triste giorno:

“15 agosto 1944: Oggi il Comando Germanico ci annuncia che la nostra bella casa è stata destinata per gli uffici del Comando tedesco con la dilazione di tre giorni per lo sgombero dei locali.

Ci accingiamo subito al lavoro con l'angoscia nel cuore per vedere arenate tutte le nostre opere.

Dopo giorni di lavoro sfibrante per il trasporto dei mobili ci siamo internate presso le nostre sorelle del Ricovero. Tre suore vanno a dormire dalle Reverende Religiose della Misericordia, che gentilmente ci hanno offerto una camera.

In questa circostanza abbiamo potuto notare quanto sia grande la benevolenza della popolazione a nostro riguardo”.

 

Probabilmente queste memorie erano state appuntate sulle Cronache delle Figlie di Maria Ausiliatrice dall'allora Direttrice suor Cardinali Maria che aveva ricoperto questo incarico dal 1943 al 1947.

 

FONTI: TIRANO. Il Centro storico storia arte architettura. Autore Gianluigi Garbellini. Stampa. Lito Polaris Sondrio.

IMMAGINI DELLA RESISTENZA 1943-1945. Terza edizione ampliata. Coordinatori della terza edizione: Sergio Caivano, Fulvio De Lorenzi e Cesare Marelli. Stampa terza edizione: Tipografia Polaris Sondrio novembre 2011.

CENTO ANNI DI VITA A TIRANO. Autrice Carla Soltoggio Moretta. Stampa: finito di stampare nel mese di maggio 1997 presso la Tipografia Petruzio s.r.l. Di Tirano (So).

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