MENU

Cinque motivi per celebrare la Riforma Protestante

CULTURA E SPETTACOLO - 11 03 2017 - BGF

CONDIVIDI

/paolo ricca, sicomoro, tirano

Il viaggio verso la salita "Sul Sicomoro" continua con il prof. Paolo Ricca che era già stato ospite di Insieme per l'Oncologia e l'Ematologia Alta Valtellina Onlus per una conferenza nel 2012. Paolo Ricca è pastore e teologo valdese da sempre attento al dialogo con il cattolicesimo e autore di numerosi studi sulla storia del cristianesimo in età moderna.

 

Il titolo della conferenza è stato: CELEBRARE LA RIFORMA PROTESTANTE DOPO 500 ANNI: È PROPRIO IL CASO?
Il 31 ottobre 1517 Martino Lutero affiggeva le sue 95 tesi alle porte della chiesa dell'Università del Castello di Wittenberg (l'occasione di esse fu la campagna di indulgenze bandita nei territori confinanti con la Sassonia elettorale dal nuovo primate di Germania, Alberto di Hohenzollern, al fine di rifarsi del debito contratto con la banca Fugger, N.d.A.)

 

Paolo Ricca ha dichiarato che la Valtellina ha escluso la riforma e l'ha "murata" ovvero confinata nei Grigioni.
Celebrare è una parolona, che tanti preferiscono sostituire con Ricordare o Commemorare, verbi meno impegnativi.
Lui vede bene la riforma protestante senza la quale non ci sarebbe stato il Concilio di Trento (1545 e durato 18 anni) che ha dato origine a una riforma cattolica con la pulizia morale della chiesa e con l'abolizione della figura del Vescovo-Principe.
Il catechismo tridentino è stato preso dalla riforma protestante per alfabetizzare i capi famiglia e renderli consapevoli della fede nella parola di Dio.

 

Il relatore ha elencato 5 motivi per CELEBRARE la riforma protestante.

1-SACRA SCRITTURA.
Lutero, titolare di una cattedra universitaria e studioso della Bibbia, trova che il Dio citato nei testi sacri è diverso da quello predicato dalla Chiesa. La Sacra Scrittura è una parola che giudica.

 

2-COSCIENZA.
Convocato dall'imperatore Carlo V per ritrattare le sue posizioni afferma: "Siccome sono vinto dalle parole della Scrittura che io ho addotto, siccome non credo nè al Papa nè al Concilio perchè si sono contraddetti più volte, dovrei andare contro la mia coscienza che è prigioniera della parola di Dio". Martin Luther ha preferito così disubbidire all'autorità costituita.

 

3-LIBERTÀ.
Il cristiano è un uomo libero. La libertà cristiana è figlia della fede e dell'amore.

 

4-NASCITA DEL NUOVO MODELLO DI CHIESA.
Chiesa di Cristo vissuta diversamente che parte dall'assemblea dei fedeli e non dal vertice piramidale che scende verso la base, ovvero il popolo.

 

5-CIVILTÀ.
La civiltà protestante è sostanzialmente la civiltà del lavoro. Il lavoro è il culto quotidiano a Dio come asserito anche da Benedetto da Norcia ("ORA ET LABORA") e dalla nostra Costituzione al cui art.1 recita: L'ITALIA È UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL LAVORO.

 

A conclusione il prof.Ricca ha asserito che, sì, vale la pena celebrare la riforma per la centralità della parola di Dio, in principio fù il Verbo. Oggi le divisioni ci sono, ma pesano meno che in passato: indietro non si torna. Ci sono vie di incontro.

 

BGF

 

N.B. prossimo appuntamento 30 marzo 2017 con il prof.Massimo Dei Cas che parlerà del Viaggio nell'immaginario valtellinese, motivi legati a leggende e credenze.

 

P.S. La data del 31ottobre 1517 segnò l'inizio di eventi traumatici, che divisero la Chiesa CRISTIANA OCCIDENTALE, dando il via in Europa a lotte anche sanguinose e alla formazione di tradizioni religiose, culturali e politiche in profondo conflitto fra loro.

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

1 COMMENTI

11 03 2017 14:03

Méngu

“ Celebrare la riforma protestante dopo 500 anni: è proprio il caso ? Questo interrogativo fa riflettere. Vorrei fare qualche considerazione del tutto personale. Nella chiesa Cattolica non tutti sono d’accordo sul fatto di “ celebrare “ ( lodare, esaltare, glorificare ) l’anniversario della Riforma. Lo ha affermato espressamente il cardinale Gerhard Müller prefetto della dottrina vaticana per la dottrina della fede in un suo libro “ Rapporto sulla Speranza”. Celebrare il 31 ottobre 1517 , data in cui ebbe inizio la rottura della Chiesa Cristiana d’occidente pare dunque inopportuno per tanti Cattolici. Per fortuna ci sono Cattolici che la pensano diversamente ! Usare il verbo “ ricordare” per quel fatto storico che diede inizio alla Riforma, a molti cattolici, pare più opportuno. Ma lasciamo ogni considerazione sui verbi da usare ai dotti teologi quale il Pastore Paolo Ricca che ha esposto nella sua relazione, con grande chiarezza e in sintesi, i motivi della riforma Protestante. Tra errori e contrarietà in ambedue le Chiese personalmente mi auguro la piena comunione tra la chiesa Cattolica e la chiesa Protestante in quanto i motivi di divisione non pesano come nel passato. Rammento un curioso esempio di papa Francesco a riguardo “L’Unità delle chiese”. Dice : “C’è il famoso scherzo del Patriarca Atenagora quando ha detto a Papa Paolo VI “Noi facciamo l’unità e tutti i teologi mettiamoli in un’isola perché pensino”’. E’ stato uno scherzo ma è vero che lo ha detto. Il nocciolo di tutto questo: si deve cercare il dialogo teologico per cercare le radici. Ma questo non si può fare in laboratorio. Si deve fare camminando. Noi siamo in cammino e in cammino facciamo anche queste discussioni”. L’ormai centenario dialogo ecumenico tra le Chiese, continua con forza con Papa Francesco. Indietro non si torna: ci auguriamo tutti “ Uniti in Cristo “ in una Europa ormai quasi senza Cristo.