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"Eh, una volta sì che… "

CULTURA E SPETTACOLO - 04 01 2020 - Ezio (Méngu) e Bernardo Gabriele Ferrari

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/Campanile della chiesa evangelica di Brusio
Campanile della chiesa evangelica di Brusio

In un frammento d’argilla babilonese di tremila anni fa è scritto: “Nemmeno i tempi sono più quelli di una volta. I figli non seguono più i genitori. Questa gioventù è guasta fino al midollo; è cattiva, irreligiosa e pigra. Non sarà mai come la gioventù di una volta. Non conserverà mai le nostre tradizioni”.

 

Nel settimo secolo a.C., il profeta Michea si lamentava che “il figlio insulta suo padre, la figlia si rivolta contro la madre, la nuora contro la suocera” (Mi 7,6).

 

Platone, circa quattro secoli prima di Cristo, deplora il padre che “si abitua a rendersi simile al figlio e a temere i figlioli, e il figlio simile al padre e a non sentire né rispetto né timore dei genitori, per poter essere libero… I giovani si pongono alla pari degli anziani e li emulano nei discorsi e nelle opere, mentre i vecchi accondiscendono ai giovani e si fanno giocosi e faceti, imitandoli, per non passare da spiacevoli e dispotici” (Rep. VIII, 562563).

 

Marziale, poeta spagnolo del I. secolo, vissuto a Roma, si doleva che in questa città, diventata troppo grande, era faticoso vivere e non si sopportavano più i rumori del traffico (Epigr. XI, 57,5).

 

Nel secondo secolo, il poeta Giovenale si lamentava anche lui dei mali di Roma, del rumore, dei profughi (!), della delinquenza, del costo della vita e rimpiangeva i bei tempi del passato: “Felici i padri dei nostri bisavoli! Beati i tempi dei re e dei tribuni quando bastava a Roma una sola prigione” (Sat. III, 302314).

 

Il focoso Pietro l’Eremita, il quale predicando la necessità della prima crociata, nel 1095 d. C., diceva: “Il mondo sta attraversando un periodo tormentato. La gioventù di oggi non pensa più a niente, pensa solo a se stessa, non ha più rispetto per i genitori e per i vecchi; i giovani sono intolleranti di ogni freno, parlano come se sapessero tutto. Le ragazze poi sono vuote, stupide e sciocche, immodeste e senza dignità nel parlare, nel vestire e nel vivere”.

 

Queste e altre sono le parole del pastore Antonio Di Passa, che ho sentito con molto piacere nel suo sermone del 1 gennaio delle ore 19,30 nella chiesa evangelica di Brusio. Quel sermone ha colpito al cuore una filosofia di pensiero che molti anziani come me hanno ereditato dai loro padri e … via dicendo. Quante volte noi vecchi abbiamo detto con un sospiro nostalgico “ eh, una volta sì che … “ e aggiunto tutte le cose citate i sopra. Quante volte noi nonni, guardando lo stato agitato e irruento dei nostri nipoti , e anche dei nostri figli, ci siamo innervositi e ci siamo chiesti dove andranno a parare. Le citazione di personaggi illustri confermano che anche nei tempi passati ci si lamentava del presente proprio come oggi e sospiravano i tempi passati.

 

Il pastore Di Passa continuava nel suo sermone “ Se però andassimo veramente a rivedere quei bei “vecchi tempi”, se ci mettessimo alla ricerca dei tempi dichiarati “buoni”, benevoli, si vede, con nostra sorpresa, che da sempre gli umani vivono il presente con disagio, dicono spesso: non si può andare più avanti così …”. Anche nei “bei vecchi tempi” si aveva paura del futuro: ma dove andremo a finire; e si guardava anche allora con nostalgia al passato: eh, una volta sì che…”. Così corriamo il rischio di trascorrere la vita senza accorgersi del bello che invece c’è, oggi, e che solo le generazioni successive scopriranno con rimpianto. Non bisogna aspettare il futuro diventato oggi il nostro presente per dire che il tempo passato era buono e migliore! Basta apprezzare il nostro, di tempo presente.

 

Aggiungo il mio pensiero :” sì, credo proprio che il vecchio deve aprirsi ed accogliere il nuovo, non il contrario. Personalmente non so ne sarò capace, ma ci metterò tutta la buona volontà. Cercherò d’apprezzare il tempo presente con i suoi difetti e le sue virtù pensando però che la creazione non è finita con il settimo giorno di lavoro del Creatore, ma continua con un disegno intelligente per noi molte volte assai poco comprensibile.”

 

Ezio (Méngu)

 

Il pensiero Bernardo Gabriele Ferrari

Confesso che ho vissuto una esperienza straordinaria, oserei dire fuori dal tempo.

Ore 19,15 Brusio ( CH ) silenzio quasi irreale, cimitero accuratissimo con lapidi semplici ed essenziali, campana gigante della fonderia Pruneri di Grosio del 1912 ai piedi di un albero maestoso.

Poi improvvisamente suono melodioso di campane e due uomini all'ingresso della chiesa per il Culto Evangelico che sorridono, stringono la mano e fanno gli AUGURI DI BUON ANNO.

 

Chiesa caldissima con panche di legno cirmolo ( gembro ) e cuscini per i fedeli.

Sulla sinistra sotto l'organo vedo uno splendido albero di Natale alto 3 metri, pieno di palline rosse di dimensioni diverse e stelle bianche che lo arricchiscono con grazia , modestia ed eleganza.

Il Pastore viene a stringere la mano a me ed Ezio augurando BUON ANNO, mentre Don Giuseppe Paganini che conosco da una vita, mi invita a fare una lettura. Per umiltà declino l'invito per non privare un altro lettore del piacere di sentirsi rispondere ad ogni frase della preghiera dei fedeli : DIO DELLA PACE, ASCOLTACI !

Vengono cantate alcune celebri canzoni natalizie, come TU SCENDI DALLE STELLE...

Mancava solo la neve per rendere l'atmosfera natalizia semplicemente perfetta.

 

Due interessanti omelie hanno concluso la serata ecumenica.

La mia mente è poi volata in India da Sathya Sai Baba che diceva , prima della sua scomparsa prematura, molti anni fa :

- ESISTE AL MONDO SOLO UNA RELIGIONE : QUELLA DELL'AMORE.

- ESISTE UNA SOLA CASTA : QUELLA DELL'UMANITÀ.

- ESISTE UN SOLO LINGUAGGIO : QUELLO DEL CUORE.

Poi fra tutti i convenuti un arrivederci al prossimo anno !

 

"il cittadino tiranese"

Bernardo Gabriele Ferrari

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