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Gli anziani, un patrimonio per la società

CULTURA E SPETTACOLO - 14 11 2018 - Ercole Ricci

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La società in cui viviamo è giunta ormai alle soglie del 2019, portando con sè valori positivi ma anche negativi. Se, da un lato, il progresso e l’aumento della ricchezza media hanno determinato una crescita del benessere generale, dall’altro è evidente che diverse e tangibili questioni affliggono il mondo attuale.

 

Negli ultimi tempi ho avuto modo di constatare attraverso i media ed i giornali, molte storie di anziani che vivono in uno stato di disinteresse generale, emarginati dal tessuto sociale e abbandonati al proprio destino. Spesso, nei fatti di cronaca, si sente parlare di abusi e maltrattamenti sugli anziani disabili, ospitati presso strutture di ricovero.

In merito, credo sia dovuta una riflessione, su chi sono gli anziani.

 

Gli anziani sono la radice di ciò che noi siamo, le nostre origini, l'albero da cui siamo germogliati e a cui attingere per trovare conforto ed esperienza.

Hanno una lunga storia da raccontare, numerosi gli eventi e le esperienze vissute, le vicende che hanno tracciato la loro personale avventura. Sono persone uniche, amorevoli ed insostituibili, “filo conduttore”. con il nostro passato che ci permette di conoscere ed apprezzare maggiormente il nostro presente.

Depositari della storia della nostra famiglia, custodiscono la saggezza che emerge dai consigli che dispensano, consigli sempre “attuali” nonostante le differenze fra le generazioni, e sempre dettati dal cuore.

 

Mille ed anche di più le storie, piene di validi insegnamenti, che raccontano gli anziani, ottimi interlocutori ed ascoltatori, pronti ad aiutarci nelle difficoltà ed anche a viziarci. E’ entusiasmante e al contempo commovente leggere nei loro occhi la felicità nel vederci, e riscoprire in quegli stessi occhi le nostre radici. Figure importantissime della nostra vita, patrimonio inesauribile di affetto e di esperienza, di comprensione, amore e fonte di arricchimento personale.

La vecchiaia, come osserva San Girolamo, "accresce la sapienza, dà più maturi consigli”.

Gli anziani costituiscono un vero e proprio pilastro della società attuale. Anziani, uomini e donne, che si sono ritrovati a vivere in epoche diverse, passando dalla fame, al sacrificio, al lavoro manuale, contraddistinto da tante ingiustizie e abusi, anche in condizioni di malattia e gravidanza.

Se dovessimo affermare qual è il vero dramma attuale degli anziani diremmo: la mancanza di rispetto, una differenza notevole fra la loro epoca e la nostra, in cui tutto è dovuto, tutto è concesso, tutto è a portata di mano, pochi sacrifici; la solitudine cui si aggiunge il senso di abbandono.

 

Tante cose negative, ma anche lati positivi, si pensi alle nuove strutture che nascono sul territorio e che assicurano agli anziani un posto tranquillo per poter passare delle giornate all’insegna della compagnia, del gioco e dell’allegria, la possibilità di esprimersi: dallo sport, all’università della terza età. Sono tutti modi per non estraniare gli anziani dalla società odierna ed evitare la solitudine, causata, nella maggior parte dei casi, dall’assenza di compagnia.

 

L’Italia, per tradizione e cultura, è uno dei Paesi con il tasso più alto di anziani che si prendono cura dei propri nipoti.

Oggi più che mai gli anziani sono figure importantissime nella gestione delle famiglie. Il loro ruolo diventa importante anche da un punto di vista economico, come sostegno dove i genitori spesso hanno situazioni professionali precarie e con redditi che, in alcuni momenti, non sono sufficienti a sostenere il costo sempre più alto di un figlio. L’aiuto economico dei nonni è spesso anche indiretto: grazie alla propria presenza infatti si sostituiscono alle figure delle baby sitter o dei nidi che con i loro costi elevati rappresentano una voce di spesa ingente.

Attraverso una presenza costante essi offrono spazi, tempi e competenze per accudire i bambini nel quotidiano, non essendo oberati da impegni lavorativi, possono dare molto ai loro nipoti. La relazione che lega nonni e nipoti è unica e irripetibile, laddove i più anziani trasferiscono ai più piccoli una protezione e un affetto genuino e indispensabile per crescere in modo sano da ogni punto di vista Diversamente dal passato, i nonni attuali sono più indulgenti, accomodanti, più aperti alla tenerezza e per la maggior parte, socialmente attivi, pieni di energie e interessi, attenti e informati. Stabiliscono con loro rapporti amicali e di passatempo, ben diversi da quelli a suo tempo adottati con i propri figli, essendo ora più disposti al dialogo e all’ascolto.

 

Il loro ruolo è stato valorizzato anche dalla “riforma del Diritto di Famiglia” recepita dal D. legislativo 219/2012 “Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali” e dal D. Legislativo n. 154 del 28.12,2013 entrato in vigore il 7 febbraio 2014, che ha introdotto un ruolo più impegnativo dei nonni, con conseguenze sia sotto il profilo dei diritti che dei doveri, a loro riferibili.

San Giovanni Paolo II, in una sua lettera agli anziani scrive:“Gli anziani aiutano a guardare alle vicende terrene con più saggezza, perché le vicissitudini li hanno resi esperti e maturi. Essi sono custodi della memoria collettiva, e perciò interpreti privilegiati di quell’insieme di ideali e di valori comuni che reggono e guidano la convivenza sociale. Escluderli è come rifiutare il passato, in cui affondano le radici del presente, in nome di una modernità senza memoria. Gli anziani, grazie alla loro matura esperienza, sono in grado di proporre ai giovani consigli ed ammaestramenti preziosi”

La speranza concreta è che con il passare del tempo si possa parlare sempre più di accettazione e soluzioni, e meno di esclusione e difficoltà.

 

Ercole Ricci

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