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I Del Majno: padre e figlio scultori della Beata Vergine Maria tra Grosotto e Tirano

CULTURA E SPETTACOLO - 01 12 2022 - Ivan Bormolini

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/madonna delle grazie
La Madonna delle Grazie di Grosotto

(Di I. Bormolini) Il recente ritorno da Napoli del simulacro della Beata Vergine delle Grazie nel santuario di Grosotto, mi hanno portato a pensare a delle analogie storico-artistiche tra il tempio citato, la nostra Basilica Mariana e la Collegiata di San Martino in Tirano.

Alcuni pittori e scultori che avevano ornato d'opere d'arte il santuario della Madonna delle Grazie di Grosotto, erano stati attivi anche in alcune chiese di Tirano, ma è in particolare sui Del Majno e su Pietro Ramus che desidero concentrare la mia attenzione.

In questa prima parte si andranno un po' a conoscere le opere lignee di Giacomo Del Majno e del figlio Giovan Angelo, nella prossima puntata invece si andrà più a fondo sugli altari di Pietro Ramus.

Il simulacro della Beata Vergine delle Grazie riaccolto nel santuario di Grosotto con suggestivi festeggiamenti e intensi momenti celebrativi, risale all'ultimo decennio del XV secolo.

Una leggenda popolare narra che questa rappresentazione della Vergine era stata ricavata dal tronco di castagno sul quale la Madonna sarebbe apparsa per salvare Grosotto dal saccheggio degli invasori Grigioni nel 1487.

In questo contesto è forse necessario fare un piccolo preambolo che ricordi anche solo in piccola parte quelle antiche vicende: è infatti ampiamente appurato che il santuario della Madonna delle Grazie di Grosotto, uno dei monumenti religiosi più insigni per ricchezza d'arte della nostra provincia, debba le sue origini a un voto popolare fatto nel 1487, quando il paese per singolare protezione della Vergine Maria, era scampato al saccheggio durante la mossa d'invasione delle nostre Valli da parte dei Grigioni.

Per un lungo periodo la scultura lignea della Beata Vergine delle Grazie era stata attribuita all'intagliatore pavese Giovan Angelo Del Majno, solo nel recente 1990 la critica aveva assegnato l'opera al padre, il milanese Giacomo Del Majno.

Qui la domanda potrebbe sorgere spontanea, il padre milanese ed il figlio pavese?

Giacomo Del Majno (Milano 1440 circa-Pavia 1503-1505), era uno scultore e architetto discendente di una famiglia di artisti del legno, era a capo di una delle botteghe più importanti operanti nel Ducato Sforzesco di Milano nella seconda metà dell'XV secolo.

L'opera di Giacomo Del Majno in Valtellina ci porta alla monumentale ancona della Vergine nella parrocchiale di San Maurizio a Ponte ( 1491-1495 ), all'anconetta nell'oratorio della Madonna delle Neve a Sernio e per quel che concerne Tirano ricordiamo le statue di San Remigio e Santa Perpetua originariamente appartenenti al trittico della chiesa di Santa Perpetua ed ora esposte in santuario.

Su Giacomo Del Majno si afferma che nel 1496, quando già, i figli Giovan Angelo e Tiburzio erano registrati a Milano, egli aveva deciso di trasferire la sua bottega a Pavia perché era attratto dalle importanti commesse inerenti alla decorazione della grandiosa Certosa.

Appare chiaro che in quella bottega prima milanese e poi pavese i due figli avevano seguito le orme del padre, il quale, mantenendo la direzione dell'attività, notava in loro la crescita artistica.

Anche loro avevano lavorato nella nostra Valle: erano stati artefici delle due ancone del santuario dell'Assunta di Morbegno (1516-1519 ), di quelle della parrocchiale di Ardenno, ma soprattutto Giovan Angelo era stato attivo nel nostro santuario di Madonna di Tirano.

Di lui così ci riferisce il professore e storico Gianluigi Garbellini.

“L’antica ancona intagliata da Giovan Angelo Del Majno tra il 1519 e il 1524, ritenuta dagli storici del XVII secolo “una tra le migliori e più belle d'Italia”, corrosa, annerita e umiliata dalle manomissioni sacrileghe, venne smembrata e distrutta mentre gli otto pannelli con le scene della vita di Maria e dei primi miracoli operati dalla Madonna di Tirano andarono dispersi, probabilmente venduti sul mercato antiquario.

Due di questi forse però sono sopravvissuti: nella tavoletta con la “Strage degli Innocenti” oggi al Museum of Fine Arts di Boston e quella dello “Sposalizio della Vergine” nel Museo Poldi Pezzoli di Milano, si ravvisano la tecnica e tipologia dell'artista pavese sicuramente databili agli anni in cui egli era operoso nel santuario e si è pertanto propensi ad accreditare i due pannelli come parti della perduta ancona di Tirano”.

Nel santuario di Madonna di Tirano, a documentare l'abilità di Giovan Angelo Del Majno restano oggi due distinti gruppi di statue lignee, fortunatamente conservati grazie alla profonda venerazione. Sto parlando dell'immagine della Madonna che possiamo ammirare nell'edicola che sovrasta l'altare dell'Apparizione, nello scurolo retrostante invece vi sono le sette statuine della scena dell'Apparizione, collocate nel luogo esatto dove la Vergine Maria aveva appoggiato i suoi piedi apparendo al veggente Mario degli Homodei.

Giustamente la statua della Vergine Maria, icona della Madonna di Tirano, è considerata un capolavoro d'arte, solo il Bambino Gesù non è quello originale. Si tratta di un’opera di Carlo Panizza risalente al 1948, anche la culla era stata intagliata dai fratelli Andreola di Bormio negli anni cinquanta del Novecento.

 

FONTI: IL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE GRAZIE DI GROSOTTO. Autore: Graziano Robustellini. Stampa: finito di stampare nel mese di novembre 2015 presso Tecnografica srl-Lomazzo (Co). Dalle pagine: 21 e 85. Anche l'immagine di copertina è tratta dallo stesso volume da pagina 84, foto di Andrea Basci.

LA MADONNA DI TIRANO. MONUMENTO DI FEDE, DI ARTE E DI STORIA. Autore: Gianluigi Garbellini. Stampa: finito di stampare nel mese di agosto 2010 dalla Tipografia Polaris – Sondrio. Dalle pagine 78,79,81.

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