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Il culto mariano la devozione popolare e l'arte

CULTURA E SPETTACOLO - 03 09 2020 - Ivan Bormolini

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/madonna di tirano

(Di I. Bormolini) Dopo la pausa estiva riprendo le mie consuete rubriche dedicate alla storia e all'arte. Come ogni anno nel mese di settembre voglio dedicare una parte delle mie piccole ricerche all'apparizione del 29 settembre 1504.

 

Come fonte per questa prima parte di articoli che pubblicheremo da oggi e per le prossime settimane ho analizzato il volume Madonna de la Sanitate. 1504: i prodigiosi fatti di Tirano. Storia Mito Fede, ed in particolare il capitolo scritto dalla storica Saveria Masa, La Madonna di Tirano tra fede e devozione. Saveria Masa oltre a questo testo, nel 2004 in occasione del Cinquecentenario dell'apparizione di Madonna di Tirano, ha dato vita ad un grande studio del Libro dei miracoli. Questo intenso e appassionante lavoro ha portato alla pubblicazione de il “Libro dei miracoli” della Madonna di Tirano, un'opera a firma della stessa autrice veramente ricca di particolari e contenente un saggio teologico spirituale di don Battista Rinaldi; questa preziosa opera la citerò nei prossimi appuntamenti.

Il culto mariano e la devozione popolare alla Madonna sono sempre stati aspetti che hanno caratterizzato non solo il nostro santuario ma in linea più generale tutti i luoghi dove la Vergine Maria è apparsa inoltre, questi avvenimenti hanno dato vita a forme d'arte particolari.

In questa prima parte desidero approfondire questi fatti: l'evento prodigioso verificatosi nei pressi dell'orticello della Folla, non era stato un fatto isolato in quelle lontane epoche, già nel Quattrocento si registravano apparizioni e visioni della Vergine documentate e piuttosto frequenti sia in Italia che in Europa.

Per citare alcuni esempi vicini a noi ricordo Caravaggio nel 1432, Locarno nel 1480, Grosotto nel 1487, Crema nel 1490, Gallivaggio nel 1492 e Monte Altino nel 1496.

Tutti questi, compreso ovviamente quello di Madonna di Tirano, rappresentavano il culmine di una forma di devozione popolare e una nuova sensibilità religiosa che avevano avuto il loro sviluppo a partire dalla seconda metà del Trecento. Nel secolo successivo tutto questo diveniva una piena espressione nel diffondersi del culto mariano.

Si trattava di un fenomeno che trovava spiegazioni nel forte divario che si era venuto a manifestare fra l'istituzione ecclesiastica, allora incapace di garantire certezze spirituali e le esigenze di una religiosità più vicina all'insegnamento evangelico.

Vi era poi la diffusa necessità di poter porsi sotto la protezione della Madonna, la quale, era ritenuta indissolubilmente efficace in quanto soprannaturale al cospetto di una realtà quotidiana che da decenni vedeva il verificarsi di guerre, epidemie e carestie.

La Vergine veniva concepita come la figura più compassionevole e misericordiosa, spiritualmente pura e svincolata da una Chiesa tutta concentrata nella gestione del potere temporale.

Il culto mariano si manifestava attraverso la liturgia, la pietà e l'arte; il moltiplicarsi delle feste mariane risultava strettamente legato alla diffusione di nuove pratiche devozionali come la recita del rosario, le preghiere, gli inni e le litanie in onore della Beata Vergine.

In campo artistico, si imponevano gradualmente canoni che divenivano propri dell'iconografia mariana quattrocentesca.

Il tutto rappresentava la bellezza, la vita e la gloria della Madonna che nel tempo veniva progressivamente umanizzata nei gesti e nell'atteggiamento, questo dava vita ad un'intensa diffusione di raffigurazioni mariane.

Queste apparizioni, visioni e miracoli, vedevano anche alla costruzione di chiese e santuari in onore della Madonna, era anche attraverso queste opere che la devozione mariana conosceva l'espressione più completa.

L'apparizione di Maria nei luoghi della Folla, rappresentava l'apice di questo fervore devozionale che nel suo concretizzarsi era riconducibile ad una matrice comune a molti eventi prodigiosi simili in quell'epoca.

La matrice comune vedeva tre aspetti: la Vergine Maria appariva ad un testimone, faceva una richiesta e nell'immediato avveniva un miracolo.

Nel nostro caso,in quella domenica mattina la Madonna era apparsa a Mario Homodei, uomo giusto e devoto, questo testimone si era fatto portavoce del messaggio e della richiesta di Maria di edificare un tempio in suo onore, alla comunità di Tirano.

Per quanto concerne il miracolo, questo era avvenuto nell'immediato ed era inerente la guarigione; nella circostanza di questo evento prodigioso, la testimonianza più antica del miracolo era riferita alla guarigione del cognato dell'Homodei Bartolomeo del Zano che giaceva in fin di vita, secondo la tradizione invece si trattava del fratello di Mario Benedetto Homodei.

Nella prossima puntata, vedremo come era avvenuto l'annuncio di Mario Homodei alla nostra comunità, la quale inizialmente si diceva incredula, ma avendo saputo del miracolo, dava vita ad una grande forma di devozione esaudendo la richiesta della Madonna.

 

 

FONTE: MADONNA DE LA SANITATE. 1504: I PRODIGIOSI FATTI DI TIRANO. STORIA MITO FEDE. AUTORI: Saveria Masa, Gerardo Monizza, Battista Rinaldi. Nodo libri. Stampa: Tipografia Bettini Sondrio. Le notizie di questo articolo sono tratte dal capitolo “ La Madonna di Tirano tra fede e devozione” scritto da Saveria Masa.

La fotografia di copertina è di Ivan Bormolini.

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