MENU

Il dottor Marinoni: la questione dei Grigioni, il terribile incidente e la promessa

CULTURA E SPETTACOLO - 25 10 2019 - Ivan Bormolini

CONDIVIDI

/chiostro Palazzo Marinoni
Il chiostro di Palazzo Marinoni

GIOVANNI BATTISTA MARINONI LA CITTA' CI PARLA DI LUI

(Seconda parte, di I. Bormolini) Giovanni Battista Marinoni era nato nel 1586 e, stando al Varischetti, si era addottorato nel 1613 in diritto civile ed ecclesiastico. In effetti, in quell'anno figurava tra gli studenti valtellinesi elencati dal Besta all'Università di Padova. Esiste però un altro documento che vedeva Giovanni Battista all'Università di Pavia che reca la data del 30 giugno 1618.

Giustamente William Marconi a tal proposito osserva un particolare non di poco conto: o a Padova Marinoni non si era addottorato, oppure nell'ateneo di Pavia aveva conseguito una seconda laurea.

 

Nel frattempo, in quel di Tirano, pareva essere il fratello Tranquillo, pur senza titolo di studio, ad impegnarsi nella gestione degli affari di famiglia seguendo le orme del padre.

Lasciamo qui le vicende economiche e pure testamentarie dei Marinoni, per concentrarsi sulla vocazione politica di Giovanni Battista, il quale comunque non aveva mai trascurato i suoi interessi patrimoniali.

Chi è un po' appassionato di storia locale, sa certamente quanto la questione della dominazione dei Grigioni in Valtellina risalente al 1512, aveva creato con il passare dei decenni ampi motivi di dissapore, spesso anche in riferimento alla questione religiosa.

 

Ma seguiamo bene i fatti: tra il giugno ed il luglio 1619, per restrizioni poste ai cattolici durante la Quaresima, venivano eletti dei deputati con un compito ben specifico.

L'incarico affidato ai deputati, fra i quali Giovanni Battista Marinoni, prevedeva di recarsi dai Capi delle Tre Leghe per protestare sull'accaduto e quindi sulle limitazioni imposte.

Il Marinoni, doveva esporre le ragioni dei cattolici. Stiamo parlando, considerando tutti i fatti di quella lontana epoca e le pesanti lotte tra cattolici e protestanti, di un'audizione per nulla banale e se vogliamo anche pericolosa.

Ed in pratica così era stato: “[...] Vennero eglino sotto rigorose pene, licenziati come perturbatori della pubblica quiete; e intimato loro sotto pena di rigoroso castigo una pronta partenza”.

 

Non ci vuole tanto a capire che i deputati ed il Marinoni erano stati soggetti ad un gesto tanto provocatorio quanto intimidatorio.

Ma il clima era fortemente surriscaldato e la concitazione degli animi stava prendendo davvero pieghe lontane dall'essere controllate.

In questo preciso contesto, infatti non possiamo non citare la drammatica fine dell'arciprete di Sondrio Nicolò Rusca, morto dopo un discutibilissimo processo e atroci torture in quel di Thusis in Svizzera, era esattamente il 4 settembre 1618.

Ci si avviava, ed il caso Rusca ne era una causa, verso una vendetta atroce, organizzata in gran segreto da alcuni importanti valtellinesi in nome della libertà delle nostre genti, sia dal dominio dei Grigioni e sia per scacciare l'azione del protestantesimo dalle nostre terre a forte vocazione cattolica.

 

Come ricorda Varischetti, Giovanni Battista Marinoni, era stato tra i più animosi e coordinatori del famoso Sacro Macello.

Nell'insurrezione, chiamata anche Vespri Valtellinesi, partita da Tirano nella notte tra il 18 ed il 19 luglio 1620, si inseriva oltre a tutto il resto un fatto particolare che interessava il Marinoni.

Dopo quella domenica, la difesa di palazzo Pretorio continuava anche il lunedì. Antonio Bottigioli strappava la spada dall'elsa e dal pomo dorato del podestà; si narra che in quell'istante e per quel gesto, forse preso da ira e cupidigia, il dottor Marinoni uccideva il Bottigioli.

Non è possibile verificare l'affermazione del Besta su tale fatto, comunque alla fine del 1621 prendeva il via il processo sul fatto citato.

Gli imputati erano appunto il Marinoni e suo fratello Giovanni Pietro; all'udienza si era presentato solo quest'ultimo che dichiarava che quell'ufficio era incompetente per giudicare il fratello in quanto com'era noto, al momento della citazione in giudizio, egli apparteneva al clero e come tale era soggetto al foro ecclesiastico.

 

Alla fine dalle carte processuali rimaste, non risulta possibile trarre ai giorni nostri una conclusione certa su come effettivamente si era svolta la vicenda del Pretorio.

Poco tempo dopo Azzo Besta nelle vesti di podestà, sceglieva come accompagnatore per Innsbruck proprio Giovanni Battista Marinoni.

L'occasione delle visita all'Arciduca Leopoldo era per “avere conferma à bisogni favore e aiuto”. Va ricordato che Marinoni si era recato anche a Vienna alla corte di Ferdinando II.

Ma torniamo alla visita con Azzo Besta: mirata ad evitare e cercare aiuto contro il ritorno dei Grigioni nelle nostre valli. Questa decisione veniva presa il 2 giugno 1621 dal Consiglio reggente alla presenza del governatore Robustelli, salito al potere dopo la cacciata dei Grigioni in occasione del Sacro Macello, di cui lo stesso Robustelli ne era stato il principale promotore ed ideatore.

 

Nel viaggio di ritorno da Innsbruck si era verificato un incidente ai danni del Marinoni che poteva avere per il nostro gravissime conseguenze se non la morte: giunto al ponte sull'Adda di Mazzo in Valtellina, egli precipitava con il suo cavallo nel fiume in piena, veniva travolto e trascinato dall'impetuosa corrente per un lungo tratto.

Invocata la protezione della Vergine della Madonna di Tirano, ne usciva miracolosamente incolume. A riconoscenza della sua salvezza, la quale aveva una svolta nella sua vita, Marinoni faceva appendere in Santuario un quadro come ex-voto recante eleganti versi latini che ricordavano la sua miracolosa salvezza. Oltre a questo prometteva di dedicare la sua vita ed anche le sue numerose ricchezze alla gloria di Dio e per il bene del prossimo.

Tale promessa come vedremo veniva mantenuta proprio in favore e per il bene dei tiranesi. Ma di questo ve ne parlerò nelle prossime puntate.

 

(Fine seconda parte, la terza mercoledì 30 ottobre)

 

FONTI: “La Chiesa di San Martino in Tirano. Autori Gianluigi Garbellini e William Marconi. Stampa: Finito di stampare nel mese di dicembre 1999 dalla Tipografia Bettini di Sondrio.

“Tirano”. Autore don Lino Varischetti. Stampa: finito di stampare il 29 settembre 1961 presso la Tipografia Bettini in Sondrio.   

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI