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Il miracolo dipinto da Cipriano Valorsa

CULTURA E SPETTACOLO - 17 09 2020 - Ivan Bormolini

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/IL DIPINTO DI CIPRIANO VALORSA IN SANTUARIO
IL DIPINTO DI CIPRIANO VALORSA IN SANTUARIO

(Di I. Bormolini) Desidero concludere queste puntate dedicate ai miracoli compiuti dalla Madonna di Tirano con un aspetto artistico dedicato proprio al tema del resuscitamento dei bambini nati morti.

 

Dunque anche l'arte ha interpretato questa tipologia particolare di miracoli e nel nostro santuario ne abbiamo un grande esempio; si tratta della tela dipinta da Cipriano Valorsa risalente al 1576 posta sopra il confessionale della navata di destra.

L'opera è purtroppo deturpata da alcune lacune causate da un principio di incendio verificatosi in sacrestia dov'era stata collocata dopo i restauri di Luigi Bracchi risalenti agli anni trenta del secolo scorso.

La grande abilità del pittore Valorsa ha rappresentato “Il battesimo dei due Infanti”, figli di Christien Peterfeit di Bressanone e di Giovanni Rodio di Innsbruck, risuscitati il 26 marzo 1505, quindi il giorno dopo la cerimonia della posa della prima pietra del santuario.

 

Questi erano giunti nel luogo mariano di Tirano sospinti dal desiderio di poter far amministrare il battesimo ai figli mediante il miracolo del ritorno in vita anche se breve.

Il tutto era stato riportato nell'atto notarile di Luigi Della Pergola che riferiva con dettagli quasi da cronaca il miracolo della resurrezione dei due bambini.

Oltre a questo, il documento di indubbia fede, veniva sottoscritto da sedici qualificati testimoni, tra loro diversi sacerdoti e frati, il podestà, tre notai imperiali, due medici il cavalier Quadrio ed il Dottore Gerolamo Mugiasca di Como.

 

Ma veniamo all'analisi della tela: in questa è rappresentato il sacerdote Modesto da Chiavenna, allora residente a Tirano, con abiti liturgici nell'atto di amministrare il sacramento del battesimo ad uno dei due bambini tenuto sulle braccia del padre.

Alla scena si affiancano altri personaggi, il podestà di Tirano Gabriele Scanagatta e il notaio Luigi Della Pergola che si accinge a rogare.

Ben riconoscibile per le insigne d'oro è il cavalier Quadrio padrino del battesimo; nel dipinto poi si vede una nutrice che allatta l'altro bambino da poco tornato in vita tra lo stupore dei presenti.

 

Nella scena sono inoltre individuabili i frati Serafino de Ayroldis, quaresimalista a Tirano e Serafino da Seregno, tutti e due con il loro scritto avevano formalmente attestato l'apparizione e i miracoli avvenuti.

Ma chi era Cipriano Valorsa? Nato a Grosio probabilmente nel 1514 era il maggior pittore valtellinese del Cinquecento, considerato dalla critica del passato “il Raffaello della Valtellina”.

Si era ispirato alla pittura del primo Cinquecento lombardo e forse era stato discepolo Vincenzo De Baeberis, notissimo pittore di origini bresciane.

 

Valorsa ha lasciato in valle una grandiosa produzione di carattere religioso, molto apprezzata dai committenti e dai fedeli del tempo.

Nel suo lavoro si era distinto per la realizzazione di soggetti di immediata comprensione e di facile lettura per l'impostazione iconografica legata alla tradizione.

Con queste parole lo definisce il Critico d'arte valtellinese G.B. Gianoli:

“Egli non fu un sommo, né l'arte sua raggiunse le altezze della perfezione, ma l'opera del pittore grosino si rivela pura, lieta e pacata; tra la religiosità del Beato Angelico e la dolcezza di Raffaello, dona il senso di letizia delle cose semplici e delicate. Calma è l'opera del Valorsa; niente sfarzo di colori, passionali concezioni.....invece tutto un piccolo mondo poetico trascendente, elementi di dolce grazia che le creature manifestano uniti ad efficaci enunciazioni di vita interna e di densa meditazione”. Cipriano Valorsa moriva nel 1604.

 

Oltre alla citata tela, Cipriano Valorsa a cui a Madonna di Tirano è stata dedicata una via, aveva dipinto la “sphera del relogio” e “li armi delli Signori et la Comunità”. Sono sicuramente infatti attribuibili a lui il quadrante dell'orologio e gli stemmi, purtroppo oggi perduti che ornavano il quadrante stesso e ed il penultimo piano di trifore del maestoso campanile della Basilica.

Erano le insegne della Repubblica delle Tre Leghe dei Grigioni e del Comune di Tirano assieme alle immagini dei santi Remigio e Perpetua. Ancora a lui attribuibili sono i graffiti in svariati disegni geometrici che rivestono a modi tappezzeria tutte le specchiature.

L'appuntamento con questo piccolo cammino storico e artistico che ci porterà sino al giorno in cui si celebrerà la festa dell'Apparizione, è per la prossima settimana a partire da mercoledì.

 

 

FONTE: LA MADONNA DI TIRANO. MONUMENTO DI FEDE DI ARTE E DI STORIA. Autore: Gianluigi Garbellini. Stampa: finito di stampare nel mese di giugno 2004 dalla Tipografia Polaris- Sondrio. Anche l'immagine di copertina riportante la tela del Valorsa è tratta dalla stessa fonte foto di Dario Benetti.

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