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Il nostro tempio mariano, da santuario elevato agli onori di basilica

CULTURA E SPETTACOLO - 13 05 2019 - Ivan Bormolini

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/madonna di tirano

Siamo a maggio, anticamente dedicato alla devozione alla Vergine Maria. Tiranesi, valtellinesi, diocesani e non solo, sono da sempre molto legati, oltre al mese di settembre, in questo periodo alla nostra Madonna di Tirano.

Colgo l'occasione di questo mese per ricordare le tappe che hanno portato il nostro santuario a divenire basilica, successivamente Celeste Patrona della Valtellina e poi più recentemente santuario Mariano, per volere del compianto Vescovo di Como Alessandro Maggiolini.

Si tratta di un viaggio che parte dal lontano 26 maggio 1923, sino al 6 luglio 2003, ottant'anni di storia, suddivisa in tre puntate che vi proporremmo oggi, mercoledì e venerdì della corrente settimana. Buona lettura.

 

DA SANTUARIO A BASILICA ROMANA MINORE (1923-1927)

Sin dalle sue origini, questo nostro carissimo tempio, era considerato “Sanctuarium”, ossia sito in cui si era manifestata l'Apparizione della Vergine Maria a Mario degli Omodeie luogo di pellegrinaggi ed ampia devozione.

La sera del 23 maggio 1923, il prevosto di Tirano don Giuseppe Ambrosini, il sindaco, avvocato Augusto Lantieri, assieme al clero, alla giunta municipale ed al popolo, davano il benvenuto ai Servi di Maria.

Questi, guidati da padre Pellegrino Maria Contessa, si accingevano ad assumere la custodia e l'ufficiatura del santuario. I rapporti tra l' Ordine dei Servi di Maria ed il comune, venivano formalizzati con una convenzione datata 15 maggio 1924.

L'arrivo a Madonna, dei Servi di Maria, eveva segnato una rigogliosa fioritura della devozione alla Madonna di Tirano.

Tra le prime proposte, oltre a ben curare lo zelo liturgico nel dare ampia solennità alle feste Mariane, vi era stata la proposta di far riconoscere al santuario, definito “sacra gemma della Valtellina” a dignità di basilica.

Un titolo questo certamente onorifico, il quale, avrebbe aggiunto lustro e nobiltà al nostro tempio.

L'istanza ufficiale, datata 18 gennaio 1927, era stata rivolta direttamente al Papa Pio XI, Achille Ambrogio Damiano Ratti, nativo di Desio, Pontefice dal 1922 sino alla sua morte il 10 febbraio 1939.

 

Lo scrivente era lo stesso rettore, il quale non aveva certo lesinato a fare ampi riferimenti alla lunga storia, alla preziosissima arte e alla celebrità del santuario.

Nella stessa, interveniva con vive raccomandazioni anche il commissario prefettizio Enrico Zecca, in data 21 gennaio.

Infine metteva voce in capitolo anche il vescovo di Como Adolfo Luigi Pagani ( guida della Diocesi dal 1926 al 1929 ), questi auspicava la concessione da parte del Santo Padre all'ambito titolo.

A distanza di pochi giorni, il 16 febbraio 1927, nuovamente veniva inviata al Pontefice una nuova vibrante supplica, i sottoscriventi questa volta erano il prevosto Ambrosini, in carica a Tirano dal 1921 al 1929, e trentare capi famiglia, le principali di Tirano.

Nello scritto si esprimeva la concorde ed entusiastica adesione dell'intera cittadinanza, alla proposta di elevare alla dignità di basilica il santuario. Sono quasi poetiche e belle le citazioni contenute nella stessa che qui vi riporto:

“ La celebre apparizione di Maria Santissima, da cui esso trae la sua origine; lo splendore di arte che vi si coglie, la ricchezza dei suoi paramenti; la suntuosità delle sacre funzioni che vi vengono svolte; la devozione, che non solo il popolo di Tirano, ma di tutta la Valtellina e dia ltre regioni ancora, sente verso la taumaturgica immagine in esso venerata, che la storia riconosce salvatrice di tutte queste terre dall'eresia protestante”.

 

Dalla città del Vaticano la risposta, non si era fatta attendere a lungo, infatti, considerando che Papa Pip XI, conosceva bene il nostro santuario.

Con un breve pontificio datato 11 maggio 1927, elevava ad onore ad alla dignità di basilica Romana Minore il nostro santuario.

La notizia si era diffusa a Tirano il 19 giugno e subito, considerato il vanto e l'onore per la nostra città, si procedeva alla costituzione di un comitato in modo tale da festeggiare l'avvenimento ricordandolo con solenni festeggiamenti nel settembre dello stesso anno.

Il santuario era la prima chiesa della Valtellina ad essere insignita a questo titolo e figurava tra le pochissime dell'intera Diocesi.

In primo luogo, si stampava un numero unico del Bollettino; il programma dei festeggiamenti, in esso contenuto, appariva particolarmente nutrito, si prevedevano pellegrinaggi, funzioni solenni, e manifestazioni esterne, a cui tutte le chiese della provincia e della erano invitate.

 

Sul manifesto si leggeva: “Valtellinesi! Il celebre santuario della Madonna di Tirano, fulgida gloria di tutta la Valtellina e palladio della sua fede, monumento insigne d'arte, è stato recentemente elevato da sua santità Pio XI alla dignità di basilica.

Tanto avvenimento non deve passare inosservato al popolo della Valtellina, che ha sempre nutrito per la Madonna di Tirano una particolare devozione. Sono perciò indetti festeggiamenti straordinari che devono richiamare più che mai numerosi valtellinesi al loro più insigne santuario, sotto lo sguardo sorridente di Maria”.

Il 19 settembre, autorità civili e religiose accoglievano alla stazione monsignor Antonio Anastasio Rossi, arcivescovo di Udine, predicatore straordinario della novena in preparazione della festa dell' Apparizione.

Proprio in quel 29 settembre il santuario veniva fregiato del tanto ambito tiotolo, ed anche nei giorni seguenti, si erano susseguiti numerosi pellegrinaggi.

 

Le celebrazioni si erano aperte in quella mattina, giorno che ricorda la data dell'Apparizione della Beata Vergine Maria, alle ore cinque con il canto del Te Deum.

Alle ore dieci prendeva inizio la messa pontificale, presieduta dall'arcivescovo di Udine, assisto da monsignor Zaboglio protonotario apostolico e rettore del seminario maggiore di Como e monsignor Montrasio, cononico del duomo di Milano.

Alla sera come da tradizione, si era organizzato uno spettacolo pirotecnico, mentre con un suggestivo spettacolo, nelle notti del 27, 28 e 29 settembre la parte superiore della facciata della chiesa, così come la lanterna, la cupola e quasi tutto il campanile erano illuminate da centinaia di lampadine che ancor meglio davano risalto all'architettura del tempio.

Da quel giorno, anche l'ampio piazzale attorno al santuario veniva chiamato, per volontà del comune di Tirano “piazza Basilica”.

 

(Fine prima parte, la seconda parte verrà pubblicata mercoledì)

Ivan Bormolini

 

FONTE: Il Santuario della Madonna di Tirano 1504-2004. Alessandro Dominioni Editore. Edizione l'officina del libro, p.za Cavour 12, Sondrio. Autore del capitolo “Cinque secoli di fervore. Celebrazioni e ricorrenze particolari, Gianluigi Garbellini. Stampa Tipografia Bettini Sondrio. Anche le foto sono tratte dalla stessa fonte.

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