MENU

Il pane quotidiano al tempo dei Grigioni

CULTURA E SPETTACOLO - 02 12 2020 - Ivan Bormolini

CONDIVIDI

/pane

(Di I. Bormolini) Alcuni giorni fa, mi sono trovato tra le mani un classico sacchetto del pane, mi ha colpito la dicitura stampata: “Il pane un alimento antico nella dieta moderna”.

Analizzando le parole “alimento antico”, mi sono tornate alla mente le parole della mia nonna Rita e della mia ava Anna, queste nei loro racconti inerenti il secondo conflitto mondiale, citavano spesso questo alimento considerato importante e in quegli anni razionato.

Per loro che oggi non ci sono più, sprecare il pane di ogni giorno anche nel nostro tempo, era una sorta di peccato in quanto non l'avevano mai considerato come un accompagnamento ad altre pietanze, ma come parte integrante, direi fondamentale, della tavola di quel loro intenso vissuto.

Anche nella collana che vi sto proponendo ogni giovedì, dedicata agli scritti del dottor Domenico Corvi, la sua memoria ci ha già parlato di pane e dei modi in cui veniva preparato nella Tirano dei tempi andati.

 

Nel ripensare al pane di una volta, alle motivate parole delle mie ave ed alla narrazioni del “Menico”, voglio ricordare anche un bellissimo documentario realizzato dal maestro Ermanno Olmi. La pellicola risalente a qualche decennio fa e facente parte di una ben più ampia raccolta di storia valtellinese della prima metà del Novecento, trattava l'argomento del “Pane fatto in casa”. Quel lungo filmato, girato in vari luoghi delle nostre belle valli, risulta essere ancor oggi viva testimonianza del rito della panificazione tra le case contadine locali in specifici momenti dell'anno. Si può dire che la preparazione del pane, impastato e cotto nei forni di quelle dimore era un ben più di una pratica, ma si identificava in un momento di festa quasi al pari della macellazione del maiale.

 

Ho però voluto scavare oltre nella storia della panificazione tiranese, sono andato ancor più lontano nei secoli sino a giungere ai periodi della dominazione delle nostre terre da parte dei Grigioni.

In quel lungo arco temporale iniziato nel 1512 e conclusosi alla fine del Settecento, il pane quotidiano era un alimento preponderante, in quanto, così come in epoche più recenti, se mancava il pane significava vivere periodi di carestia.

In quell' allora piccolo ma strategicamente importante borgo di Tirano, così come per altri servizi, anche la produzione e la cottura  del pane era affidata “per incanto”.

 

In particolare le regole per la panificazione erano contenute espressamente nei “Capitoli Novi della Magnifica Università di Tirano”.

Al Capitolo 31, “A chi sia Lecito far Pane da Vendere”, si statuiva che “Ciascuna Persona possa far Pane da vendere tanto di Formento quanto di Segale”.

C' erano però delle precise condizioni, una di queste era che ogni panettiere doveva garantire di mantenere il pane per tutto l'anno depositando due scudi nelle mani del decano. Seguivano nello stesso Capitolo altre indicazioni inerenti i giorni di festa.

Nel successivo Capitolo 32, “ Di che pesa dovrà essere il Pane di Formento”, si stabilivano pesi e prezzi, questi ultimi raccolti in cinque fasce.

 

Le pene per chi non preparava pane ben formato, ben cotto e del giusto peso, erano invece contemplate nel Capitolo 33, si evince da una sua lettura che per i “prestinai” le regole andavano seguite minuziosamente.

Per prima cosa il pane non regolare, veniva distribuito ai poveri ed ammalati, se il pane mal fatto superava una certa quantità, il panettiere oltre a perdere il prodotto, doveva pagare una multa in contanti.

Tra le altre varietà di pane, si legge dai Capitoli 34 e 35, che veniva confezionato anche il pane di mistura.

 

Anche in questo caso le normative su cottura, peso e forma erano uguali a quelle inerenti al pane di frumento. Si stabiliva inoltre che il pane poteva essere venduto oltre che dai panificatori anche dagli ostieri.

Nella lettura dei “Capitoli Novi” si nota un particolare piuttosto interessante: nonostante precisi ordini e sanzioni, c'era da parte dei panificatori qualche trasgressione alle regole, quindi pane non ben cotto, non ordinato e non di giusto peso.

Di conseguenza, al fine di ottenere “ l'intento del Giusto et prescritto peso del Pane”, nel 1729, si provvedeva ad un ampliamento dei contenuti dei Capitoli che interessavano la produzione di questo alimento.

 

In particolare si stabiliva: “Viene statuito che Ogni Prestinaro a cui sia permesso di vender pane, non debba marcare il Pane con il Bollo del Suo Nome e Cognome.....” Naturalmente con ovvie pene per coloro che contravvenivano a questa inottemperanza.

Vi era poi un altro aspetto che si era andato verificando in epoche successive; a tutti i partecipanti alle processioni che si susseguivano in numero certamente più elevato rispetto ai nostri tempi, veniva dato “un pane”.

Il numero dei fedeli che seguivano questi riti sembrava essere sempre molto alto, questo avveniva non solamente per dedizione e pietà cristiana, ma anche per avere il pane.

 

Se ben ci riflettiamo, possiamo ipotizzare senza scendere troppo nei particolari, una certo sentita religiosità, ma anche una condizione in cui quel pane donato in processione, ben narrava una condizione economica e sociale non certo capace di lasciar trasparire una solidità nel mettere in accordo il pranzo con la cena.

Per fare un esempio pratico, numerico o uno spaccato di vita, ricorriamo ad una processione del 1769, la storica Confraternita dei Disciplini, pagava sei lire alla fornara, quale compenso per mano d'opera e legna.

 

Il tutto era relativo a sei “cotte” di pane; per una cotta si lavoravano circa 32 Kg di farina, capaci di fornire 40 kg di pane.

Si può fare dunque un rapido conto, tenendo presente che il peso di una “mica o michetta” corrispondeva a 200/300 grammi. Fatto il calcolo si evince quanto fosse elevato e quindi documentato, il numero dei fedeli che prendevano parte ai percorsi processionali.

 

 

FONTE: ASPETTI DI VITA QUOTIDIANA A TIRANO AL TEMPO DEI GRIGIONI ( 1512-1797). Autore: William Marconi. Stampa: Bonazzi Grafica- Sondrio. 1990.

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI