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Il racconto dell'Apparizione dal Libro dei miracoli

CULTURA E SPETTACOLO - 29 09 2020 - Ivan Bormolini

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/BENE AVRAI opera di Michelino Falciani
BENE AVRAI opera di Michelino Falciani

(Di I. Bormolini) Coloro che mi hanno seguito in queste mie piccole ricerche di questo mese di settembre avranno notato che ho spesso parlato del Libro dei Miracoli. Ecco che per ricordare proprio i fatti di quella domenica mattina 29 settembre 1504, utilizzerò la stessa fonte per concludere questa rassegna di articoli sul tema del prodigioso evento.

Il Libro dei miracoli, la cui stesura è iniziata lunedì 28 luglio 1504, era scritto nel volgare del primo Cinquecento, questo è certamente un dato interessante in quanto il manoscritto doveva essere di facile comprensione; tuttavia proprio questo modo di narrare i fatti anche di quella mattina, non sempre risulta essere comprensibile ad oggi nel suo essenziale e colorito linguaggio. Sulla fonte che sto consultando vi è una traduzione letterale che vi propongo nella sua interezza senza alcuna interpolazione.

 

“Mario figlio di Romerio degli Homodei, abitante a Tirano nella contrada sotto il ponte del Poschiavino, uomo giusto e timorato di Dio e della sua santa Madre, la mattina del giorno di san Michele arcangelo, la domenica 29 settembre 1504, mentre si recava nella sua vigna, poco lontano dalla sua casa, fu sollevato da terra e fu portato in un luogo dove si trovava un piccolo orto, il quale è ora incorporato in questa fabbrica benedetta. Lì fu lasciato. In questo orticello gli apparve una signora vestita di berrettino ( una veste di colore grigio-celeste ), con grandissimo splendore e profumo soavissimo, la quale gli disse queste parole: “Mario, Mario!”. Egli rispose: “Bene signora”. Con grande paura.

La signora così replicò: “Bene tu avrai. Sappi che io sono la gloriosa Vergine Maria, non avere paura. Tu sai che quest'anno ha avuto inizio una grande mortalità di uomini e di bestiame che ancora peggiorerà con maggiore mortalità, a meno che in questo luogo non si faccia una chiesa in mio onore. Tutte le persone che visiteranno questo santo e benedetto luogo con qualche bene e sante elemosine, a seconda delle loro possibilità, saranno liberate e salvate da questa pestilenza e mortalità”.

Mario subito si prostrò in orazione e la signora gli disse:

“Va' fin dove tu puoi andare e fa' conoscere questa apparizione e questo miracolo”. Subito Mario se ne andò e si recò a Tirano e notificò l'Apparizione e l'evento prodigioso al magnifico e prestantissimo signor Luigi Quadrio di Ponte, abitante a Tirano, cavaliere e sperone d'oro, al decano e ai consiglieri e agli uomini delle comunità. Venuti a conoscenza il magnifico signor cavaliere e gli uomini di Tirano di questa apparizione e di questo grandissimo evento miracoloso, partirono da Tirano per recarsi a questo santo luogo assieme al reverendo signor prete Gregorio degli Homodei, curato di Tirano, per dar inizio a questa santa chiesa.

Scavando nel luogo sopra citato, quasi fino a sei braccia, fu trovata una “code”, la pietra che era usata per affilare le falci, quale segnale di inizio della pestilenza, ma, non appena cominciata la costruzione della chiesa, la pestilenza cessò, tant'è che a partire da quel giorno di san Michele non vi fu più pestilenza.”

 

 

FONTE: LA MADONNA DI TIRANO. MONUMENTO DI FEDE, DI ARTE E DI STORIA. Autore: Gianluigi Garbellini. Stampa: finito di stampare nel mese di giugno 2004 dalla Tipografia Polaris- Sondrio.

La foto di copertina è di Ivan Bormolini e ritrae il monumento creato dal professor Michelino Falciani “Bene Avrai” donato dallo stesso artista al comune di Tirano e all'intera comunità.

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