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Il san Michele sulla lanterna del Santuario

CULTURA E SPETTACOLO - 01 09 2021 - Ivan Bormolini

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/IL SAN MICHELE SULLA LANTERNA DELLA CUPOLA DELLA BASILICA
IL SAN MICHELE SULLA LANTERNA DELLA CUPOLA DELLA BASILICA

(Prima parte di I. Bormolini) Come ogni anno da quando collaboro con la redazione di questo giornale, nel mese di settembre dedico qualche articolo sulle vicende storiche e artistiche legate all'Apparizione della Beate Vergine Maria a Mario Omodei.

Il prossimo 29 settembre saranno passati 517 anni da quel prodigioso evento verificatosi all'alba del giorno di san Michele.

Nella Basilica Mariana di Madonna di Tirano, sono ricorrenti le rappresentazioni artistiche di questo santo sia all'esterno e sia all'interno, oggi e domani le scopriremo in quanto è necessario ricordare che il culto di san Michele nel nostro Santuario è secondo solo a quello della Vergine Maria, una venerazione acuitasi probabilmente negli anni delle diatribe religiose tra cattolici e protestanti, venutesi a manifestare nell'epoca della dominazione delle nostre valli da parte delle Eccelse Tre Leghe.

All'esterno la statua di san Michele certamente più famosa e più ammirata è quella posta sulla lanterna della cupola.

Questa era stata realizzata tra il 1580 ed il 1585 da Pompeo Bianchi, ingegnere della Fabbrica del duomo di Como; quindi, l'apparato si era aggiunto alla struttura del Santuario diversi anni dopo alla sua consacrazione e ne costituisce il naturale coronamento.

Sicuramente la cupola era stata prevista nel progetto originario e solo per motivazioni di natura economica ne era stata rimandata la costruzione, ma di questo e della sua laboriosa realizzazione ne avevo già parlato in passato nelle rubriche dedicate all'arte tiranese.

Originale è il sostegno della lanterna dove poggia la rappresentazione di san Michele che svetta nelle vesti di guerriero.

La statua in bronzo con finimenti in rame, oro e argento, risale al 1589 ed era stata realizzata da Francesco Guicciardi di Ponte in Valtellina; certamente, costituisce una delle parti esterne di grande pregio anche per la sua aerodinamica, la figura poggia su un perno atto a garantirne la rotazione a seconda dei venti.

A questo nostro san Michele gli storici dell'epoca secentesca avevano attribuito un fatto che è rimasto ben impresso nelle travagliate vicende di quelle epoche così complesse ed è ancor oggi ben ricordato.

Ne faccio un breve riassunto: appena concluse le drammatiche vicende del Sacro Macello iniziato a Tirano all'alba del 19 luglio 1620, il cavalier Giacomo Robustelli che con altre figure di spicco aveva organizzato quell'insurrezione contro i dominatori Grigioni, conosciuta anche con il nome di Vespri Valtellinesi, temeva un ritorno degli eserciti svizzeri.

Per tali motivi aveva fatto rimettere in efficienza le fortificazioni di Tirano e si era organizzato a difendere la nostra valle da un nuovo arrivo dei Grigioni. Robustelli inoltre aveva costituito in Valtellina un governo provvisorio riuscendo ad ottenere aiuti militari dalla Spagna che dominava Milano.

Nel settembre di quel 1620, un grosso contingente di truppe svizzere era in marcia dal bormiese verso Tirano con il preciso intento di punire i rivoltosi che dopo più di un secolo di dominazione delle Tre Leghe, avevano avuto la meglio durante i fatti del Sacro Macello.

Nella loro discesa verso Tirano, l'inferocito esercito elvetico, aveva incendiato Sondalo, Grosio e Mazzo, seminando rovine sino a Sernio.

L' 11 settembre di buon mattino si erano disposti per la battaglia alla Valchiosa nella zona del Campone con l'intento di marciare sul borgo tiranese e prenderlo d'assalto.

Robustelli, aveva deciso precedentemente di affrontare quell'esercito in campo aperto e quindi sulla china del Campone al fine di evitarne l'ingresso a Tirano.

Ne era scaturita una durissima e sanguinosa battaglia proseguita per tutta la giornata, ed era in quelle ore che si inseriva la vicenda del san Michele sulla lanterna della cupola del Santuario.

Mentre infuriava la battaglia il san Michele, veniva visto miracolosamente volgersi, nonostante il vento contrario, verso oriente in direzione del Campone e roteare incessantemente la spada come se stesse combattendo sino a lotta conclusa.

“Venne visto animarsi e agitare la spada lampeggiante di fuoco quasi a protezione di Tirano e della Valtellina”.

In quel momento le forze valtellinesi e spagnole cattoliche stavano per essere schiacciate da quelle preponderanti dei Grigioni, all'intervento dell'Arcangelo si era voluta attribuire la vittoria finale dei difensori delle nostre terre.

Per rendergli grazie, nel giorno dei santi Proto e Giacinto, i tiranesi organizzavano una processione al Santuario che pare avvenisse sino agli anni Sessanta del Secolo appena trascorso.

 

GLI INTERVENTI DI RESTAURO: nel corso del Novecento e in questo nuovo millennio si sono succeduti alcuni interventi di restauro sulla statua di san Michele.

Il primo a metterci mano era stato il maestro Peppino Antamati nel 1921, con lui avevano collaborato il figlio Roberto ed un altro operaio anch'egli di nome Peppino. I tre avevano rimosso la statua per ripararla delle spaccature causate da proiettili, pare infatti che all'epoca qualcuno si divertisse a sparare al povero san Michele.

Il secondo restauro risale al 1967 ad opera di Giuseppe Antamati che aveva risolto i problemi di conservazione utilizzando i mezzi e le conoscenze di allora.

Martedì 23 settembre 2014, a pochi giorni dai festeggiamenti per i 510 anni dall'Apparizione, la nostra città aveva vissuto un momento storico; infatti, il San Michele era nuovamente stato rimosso dalla sua sede originale per un nuovo restauro, il passare degli anni aveva reso necessario un nuovo intervento per un costo totale di 14.300 euro circa.

Il degrado del san Michele era attribuibile alle interazioni chimiche degli agenti inquinanti atmosferici a contatto con la superficie metallica, si era anche provveduto all'eliminazione dei residui protettivi posti nel 1967. Altre opere erano state effettuate sulla struttura in ferro e su quella di fissaggio sulla lanterna che presentavano problematiche che se non risolte avrebbero potuto compromettere la stabilità della statua.

A porre sapiente mano a quest'ultimo restauro era stato il bergamasco Franco Blumer, orafo specializzato nel restauro dei metalli che era già intervenuto nel Santuario sulla porta in ferro e sull'altra bellissima rappresentazione del san Michele posta dietro l'altare maggiore.

Ci ritroveremo domani per ricordare alcune altri importanti rappresentazioni di san Michele in Santuario.

 

 

FONTI: LA MADONNA DI TIRANO. Monumento di fede di arte e di storia. Autore: Gianluigi Garbellini. Stampa: finito di stampare nel mese di giugno 2004 dalla Tipografia Polaris Sondrio. Dal capitolo Il lato settentrionale. Il transetto e la cupola pag. 42,43,44.

TIRANO. Autore don Lino Varischetti. Stampa: finito di stampare il 29 settembre 1961 presso la Tipografia Bettini in Sondrio. Dal capitolo VIII L'insurrezione del 1620 pag.37,38.

IL TIRANESE SENZA CONFINI. Ottobre 2014. Stampa: Tipografia Menghini S.A., Ponte San Bartolomeo Poschiavo CH. Dall'articolo San Michele con i piedi a terra di Ivan Bormolini e Michela Nava PAG 10.

Foto di copertina di Ivan Bormolini.

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