Il ser Crociato fiero e indignato
CULTURA E SPETTACOLO - 24 10 2022 - Ezio (Méngu)
A Tirano, forse non mi crederete, un dì m’apparve un Ser Crociato in piè su un gran ceppo d’abete con sguardo fiero e indignato. Gli dissi “Chi sei o fiero Cavaliere dal mantello bianco e rosso crociato che ti ergi solo e senza alcun alfiere in questo nostro tempo sciagurato? Passato è il tempo dei difensor di Fede, l’onore e il coraggio è ormai spento, oggi il popolo ormai più non crede all’eroica morte per altrui giovamento”. Ognuno per sé, Dio per tutti. è il nostro motto tra balli e canti, così viviamo allegri tra dolci frutti poi alla fine pregheremo i Santi. Trasse irato la spada il Ser Crociato poi un gran colpo sul ceppo diede come a mozzar la testa a un ingrato, infine battè tre volte a terra il piede in segno di sdegno e di sgomento. Poi mi disse con sguardo sdegnato “ Ai felloni or sarò il gran tormento! Sui vili mangia parole va urinato ! Mille anni fa dipartii dal Tiranese per difendere la fede e il pensiero, allor il popol di Tirano si offese quando dissi d’essere un condottiero”. “ Nemo proheta in Patria “ e in Palestina andai per conquistar la terra del Signore. Deh! Uccisi cento infedeli ogni mattina poi un dì sentii dolce spuntar nel cuore la nostalgia della bella terra di Tirano. Il Signor capì e disse” Si, ritornerai ! Ma tu dovrai morire con la spada in mano e tra mill’anni una croce a traliccio avrai ! Deh! O fellone dall’ abito dimesso or tu sai che io sono il grande amato e il Signore a me ha promesso, di sradicar cento pali con l’aratro. Or vi suggerirò quel che dovrete fare, per far divenire Tirano un bel paese pieno d’amor, di voglia di lavorare, di fede, d’onor e senza più contese . Sarò chiamato “ l’onesto tiranese “ e gran vanto sarà per un Ser Crociato se tra mille e più gloriose imprese farò di questo paese un giardino bramato”. Così mi parlò dal ceppo il Ser indignato le sue parole non furon gettate al vento, perché educò i vili a tener la parola data e fece rinascere onore e sentimento. Un bel dì, sul ceppo, alzò al cielo il dito, e con il mantel crociato alla folla proclamò: “Or i gran felloni di far danno hanno finito e da quel dì il Ser non fu più udito. Ezio (Méngu)
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