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Il telone dell'organo della Basilica di Madonna di Tirano

CULTURA E SPETTACOLO - 25 08 2022 - Ivan Bormolini

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/LA SCENA PRINCIPALE DEL TELERO DELL'ORGANO
LA SCENA PRINCIPALE DEL TELERO DELL'ORGANO

(Prima parte di I. Bormolini) I solerti Deputati del Santuario, concluso il secentesco e monumentale organo, avevano pensato, com'era uso e consuetudine in quelle epoche, di dotare lo strumento di un “telero”, artisticamente dipinto, quale consono arredo alla nuova ed importante opera.

Per raggiungere lo scopo avevano interpellato Melchiorre Gilardini pittore milanese detto il Ceranino per essere vicino, nel suo modo di dipingere, a Giovan Battista Crespi, il Cerano. Il Gilardini era genero del Crespi, avendo sposato la figlia Camilla.

Si dice che probabilmente Gilardini era stato contattato dai Deputati del Santuario mentre nel 1643 stava realizzando la pala dal titolo “Martirio di San Giorgio” per l'altare maggiore della chiesa parrocchiale di Montagna in Valtellina.

Gli era stata data la caparra di trenta zecchini, somma che il Ceranino aveva restituito non avendo eseguito l'opera a lui commissionata.

Qualche anno dopo, nel 1650, per l'esecuzione del telone dell'organo, si era scelto il pittore Carlo Marni di Bormio, a lui veniva affidato l'incarico con contratto datato 10 settembre 1650.

Carlo Marni, nato agli inizi del Seicento a Premadio, rimane un pittore poco conosciuto tuttavia il Quadrio nel 1756 scriveva di lui:

“Nell'arte della Pittura vi riusciva mirabilmente, perchè era dotato d'una Fantasia tutta al proposito per un Pittore”.

Ed ancora nel 1933 Urangia Tazzoli:

“ ….e fu forse il pittore più popolare del Bormiese del secolo XVII”. Monti nel 1902 diceva: “In realtà però la sua fama non si estese gran fatto oltre la valle natia”.

Di Carlo Marni, si conoscono diverse opere soprattutto realizzate nelle chiese dell'Alta Valle, tra le principali ricordiamo: la pala dell'altare della chiesa di San Martino ai Bagni Vecchi, quella del Santuario della Madonna della Biorca nella frazione di Mondadizza di Sondalo e quella della parrocchiale di Tiolo.

Suo è il telo dell'organo della collegiata di Bormio, l'opera presenta, seppur in termini più modesti, la scena raffigurata sul telero dell'organo di Madonna di Tirano, diversa è però la denominazione “Trionfo della musica liturgica”.

Tornado al nostro telone del Santuario, il pittore Marni doveva fare “l'opera nella tela dell'Organo in laudabile forma per il prezzo che verrà giudicato da eccellentissimi pittori, da pagarsi in due anni”.

Il lavoro doveva essere avviato subito e finito “in breve”, secondo la scrittura sottoscritta dalle due parti.

Già il 18 settembre 1650, a testimonianza che i lavori erano partiti subito, gli amministratori registravano le spese “fatte nel tellero per dipingere la tela dell'organo comprese ferramenta et mercede dè lavoranti”.

Sollecitato dai committenti, Carlo Marni, vi aveva lavorato alacremente per diversi mesi con l'aiuto di Domenico Stella di Lugano, così in un paio d'anni aveva consegnato l'opera.

Gli impazienti Deputati avevano atteso la consegna del telone e forse non erano stati in grado di immaginare le difficoltà del pittore nel realizzare un dipinto di ben 30 metri quadrati; come già detto infatti più volte avevano sollecitato il Marni ricordandogli quanto aveva sottoscritto.

Per “far fretta” al pittore di Premadio, i Deputati si erano rivolti al podestà grigione di Tirano, Pietro Antonio Amonini, il quale, visto “il libretto delle spese” aveva fatto qualche rilievo predisponendo uno scritto.

Quest'ultimo era datato primo agosto 1651, era dal podestà controfirmato assieme ai quattro Deputati e allo stesso Carlo Marni; in buona sostanza con quel testo si intimava al pittore di dare entro dieci giorni la precisa garanzia che nell'arco di tempo di quattro mesi, avrebbe portato a termine il suo impegno e presentato la nota delle “dovute spese di tempo in tempo”.

Nella primavera del 1652 si registravano i pagamenti a Carlo Marni e a Domenico Stella, un segno evidente che il dipinto del telero era stato consegnato.

L'opera veniva stimata nella somma di trecento ducatoni da una commissione di “eccellentissimi professori d'arte pittorica”, questa era stata appositamente creata con il beneplacito del podestà del Terziere di Sopra e del capitano Giovanni Salis di Tirano.

 

FONTE: LA MADONNA DI TIRANO. Il monumentale organo secentesco. Autore: Gianluigi Garbellini. Stampa: finito di stampare nel mese di maggio 2015 da arti grafiche Stibu- Urbania (PU). Dalle pagine 51,53,54.

L'immagine di copertina è tratta dalla stessa fonte: dettaglio del telero, l'Incoronazione di Maria pag. 55 foto di Ivan Previsdomini.

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