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Il Villaggio sanatoriale Morelli: prima parte

CULTURA E SPETTACOLO - 08 01 2020 - Ivan Bormolini

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/Villaggio sanatoriale Morelli

1931/32: SI SCEGLIEVA SONDALO PER LA COSTRUZIONE DEL VILLAGGIO SANATORIALE MORELLI

 

(Prima parte di I. Bormolini) Qualche mese fa vi avevo parlato della grande figura del professor Eugenio Morelli. Ora è giunto il momento di parlare delle fasi costruttive del Villaggio Morelli, il più grande sanatorio d'Europa.

Siamo agli inizi degli anni trenta dello scorso secolo quando l' I.N.F.P.S. ( Istituto Nazionale Fascista della Prevenzione Sociale ), sceglieva Sondalo per la costruzione di questo grande sanatorio di quota, il più grande d'Italia e d'Europa. Anche in Francia era partito un progetto simile, e Mussolini per antagonismo, aveva disposto che il progetto per il sanatorio di di Sondalo, fosse ulteriormente ampliato al fine di sovrastare quello francese.

 

L'istituto di previdenza, aveva fatto eseguire delle indagini sul clima della zona e anche osservazioni metereologiche studiate dal prof. Filippo Eredia a partire dal 1929.

Il progetto era stato eseguito da abili tecnici guidati dal prof. Eugenio Morelli e la costruzione del Villaggio, aveva richiesto otto anni per essere portato a termine.

Va detto, che anche prima di essere ultimato, il complesso era stato oggetto di aspre critiche; queste avevano creato dubbi ed incertezze, che di fatto avevano portato ad un rallentamento dei lavori. Addirittura si dubitava anche sulla sue effettiva funzionalità ad opera finita. Evidentemente la straordinaria storia legata a questo maestoso complesso, ci ha dimostrato che dubbi ed incertezze non avevano trovato nessuna giustificazione plausibile.

 

A complicare l'avvio delle attività di cura, c'era stata anche la guerra, il tragico evento bellico aveva costretto questo capolavoro all'operatività per ben cinque anni.

Solo nell'ottobre 1946, infatti si accoglievano i primi malati con un padiglione di ben 270 posti letto. Nel frattempo si lavorava all'allestimento di altri due edifici, il primo veniva aperto nel febbraio del 1947, mentre il secondo ai primi di giugno.

Man mano si riusciva ad arredare e allestire i padiglioni, questi si aprivano ai pazienti, sino al 1949, anno in cui si era giunti al completamento dell'arredamento ed alla totale apertura dei padiglioni capaci di ospitare ben 2500 degenti.

 

Veniamo ora alle fasi costruttive. Nel 1931 la Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali, acquistava da privati i terreni per la costruzione del Villaggio sanatoriale. L'area posta a nord del paese di Sondalo, comprendeva le località denominate Tobai a ovest Predello a est, divise dal torrente Rio.

La caratteristica del terreno era di natura calcarea e rocciosa, costituito per la maggior parte da terrazzi, piccoli appezzamenti di campi e prati, più a nord il bosco di abeti e larici.

Oltre all'acquisto dei citati terreni, la Cassa Assicurazioni Sociali, ne acquisiva altri, il primo in località Terra Minore, dove sarebbe sorto il cantiere denominato Cesura.

Da questo cantiere, che oggi potremmo definire base logistica, i materiali erano trasportati all'interno del Villaggio da una teleferica che arrivava nelle vicinanze del sesto padiglione.

 

Il secondo cantiere era collocato in località Rami, nelle adiacenze del fiume Adda. Questo era destinato al recupero, attraverso piccole chiuse, della sabbia.

L'indispensabile materiale, veniva condotto al Villaggio sempre tramite una teleferica a benne con l'arrivo presso il primo padiglione.

Le teleferiche, indispensabili mezzi di trasporto, erano state installate vista la difficoltà dei mezzi del tempo di raggiungere il sito in costruzione, data la forte pendenza della strada.

Come già detto nel 1932 iniziavano i lavori; il progetto generale era stato redatto dall'ufficio tecnico della Previdenza (I.N.F. P. S.) di Roma, capo ufficio era l'ingegner Mattiangeli.

L'asta dei lavori era stata vinta dalla ditta Daniele Castiglioni di Milano con un ribasso d'asta del 34% circa.

Il paese di Sondalo veniva invaso da operai, operai specializzati e tecnici in gran parte provenienti da Milano.

Questi avevano trovato alloggio nelle case del paese e si erano adattati ad ogni sistemazione. Sondalo non era comunque pronto a ricevere una così grande quantità di lavoratori che nel periodo di massimo lavoro erano arrivati a raggiungere le 1400 unità.

 

Non vi erano ovviamente, ne furgoni o pulmini che portassero i dipendenti dal paese al cantiere. Tecnici e maestranze vi si recavano in bicicletta.

Vista la pendenza della strada questo mezzo veniva faticosamente spinto in salita, si rivelava più comoda la discesa dopo una lunga giornata di lavoro.

Va ricordato però, che nella discesa si andavano verificando frequenti incidenti, tanto che l'autorità ne aveva vietato il tragitto di ritorno in bicicletta sino a Bolladore.

Oltre ai dipendenti milanesi, erano stati assunti anche molti operai di Sondalo, frazioni e paesi vicini.

Per operai e manovali il lavoro era duro e pure severo. Durante le otto ore era vietato fumare, per farlo non restava che adoperare le garitte in legno utilizzate come servizi igienici.

Vien da credere che anche queste piccole fughe per bisogni corporali e sigaretta, non fossero poi così frequenti ed abituali, ma sicuramente piuttosto veloci.

 

Ogni squadra di operai era sorvegliata e spronata da un capo detto “ cacciaro” o “cacciavite”.

La severità del trattamento aveva una precisa motivazione: la ditta Castiglioni, vincendo la gara con un grande ribasso d'asta era preoccupata per l'esito dei lavori. Tuttavia, dopo i primi anni e visti i risultati che segnavano un buon andamento dei lavori, la severità si era fatta meno pressante.

Sin dall'inizio delle opere era stato edificato un prefabbricato in eternit su due piani. In questo vi era la direzione da parte dell'I.N.F.P.S., che aveva scelto come direttore dei lavori l'ing. Petech.

Egli era noto per la sua severità e per la sua professionalità ed aveva avuto dall'ente pieni poteri.

 

Vice direttore era l'ing. Vanini, il quale a sua volta era assistito da una ventina tra ingegneri, geometri e tecnici.

Il direttore responsabile per la ditta Castiglioni era il signor Mario Castiglioni; gli uffici contabili dell'impresa erano a Sondalo ( casa Castelli ), anche le mense e gli alloggi per gli impiegati erano in paese ( casa Zappa ).

Sin qui vi ho parlato delle fasi progettuali e di tutto ciò che aveva portato all'inizio ed all'organizzazione dei lavori.

Domani, entreremo proprio nel vivo delle opere, si potrebbe pensare ad un cantiere con mezzi adatti alla costruzione di quella grande opera. In realtà non era così e già all'inizio le difficoltà non erano per nulla mancate.

 

(Fine prima parte, la seconda domani)

 

FONTE: UN VILLAGGIO STRAORDINARIO. Autore: Stefano Rossattini. Fotolito e stampa: Litostampa srl. Finito di stampare nel dicembre 2002.

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