L'angolo verde - piante e frutti antichi: il melo cotogno

Quello del melo cotogno è uno dei più vetusti alberi da frutto. Conosciuto e coltivato già dagli antichi babilonesi, è originario dell'Asia Minore da dove venne poi esportato in tutta Europa; un tempo molto diffuso anche in Italia, dagli anni '60 ad oggi si è però verificato un notevole calo produttivo legato alla distribuzione dei frutti che non interessano le grandi reti commerciali.

  Quando si trovano ancora sull'albero le mele cotogne sono ricoperte da una folta peluria che serve a proteggere il frutto fino alla raggiunta maturazione, quando scompare rivelando il colore giallo oro della buccia.

  Appena raccolte le cotogne sprigionano un profumo talmente intenso da risultare fastidioso e per ovviare a questo inconveniente vengono poste in un luogo asciutto e ricoperte con la paglia, che in effetti concorre a neutralizzare l'odore.

  Il sapore molto aspro non ne permette l'uso fresco, a crudo, e l'utilizzo avviene previa cottura ottenendo così ottime confetture, marmellate, la famosa cotognata e pure la mostarda.

  Questo tipo di mela può essere impiegata per la preparazione di torte dal tipico sapore autunnale: vanno tagliate a fette e cotte in limone e zucchero prima di aggiungerle all'impasto, e sono ottime anche al forno con aggiunta di zucchero e chiodi di garofano da servire con gelato alla vaniglia. Non va poi dimenticato il liquore alle mele cotogne dalle proprietà digestive.

 Il frutto del cotogno ha funzioni antibatteriche, tonificanti e astringenti dell'apparato digestivo.

 Nei tempi antichi le mele cotogne non venivano mangiate neanche dopo la cottura, bensì erano utilizzate per altri scopi e nelle famiglie contadine servivano a profumare gli armadi. Per gli antichi greci il melo cotogno era il frutto simbolo della dea Afrodite.

 In tempi recenti, su proposta della regione Abruzzo, il Ministero dell'agricoltura ha riconosciuto la confettura di mele cotogne come prodotto alimentare tipico.