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L'edicola votiva del Dosso

CULTURA E SPETTACOLO - 22 08 2019 - Ivan Bormolini

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/La facciata principale dell'edicola votiva del Dosso
La facciata principale dell'edicola votiva del Dosso

La settimana scorsa, passando per la zona del Castellaccio ho visto una scena inusuale per i nostri tempi. Un'anziana era davanti a questa storica “santella” intenta a pregare. Quell'umile gesto di raccoglimento mi ha fatto tornare alla mente tanti ricordi di quando ero bambino ed avevo vissuto gran parte della mia infanzia in quella bella contrada Dosso.

 

In quegli anni, era frequente vedere le anziane della via radunarsi in preghiera al cospetto di questa edicola votiva. Molte di esse dal ritorno dai campi, dal pascolo di capre e pecore, oppure reduci dalla raccolta delle castagne, prima di far ritorno nelle loro abitazioni, sostavano in quell'angolo per recitare un'Ave Maria o il Salve Regina.

Nel mese di maggio poi, oltre alla partecipatissima recita del Santo Rosario, organizzata dai sacerdoti della parrocchia, ogni giorno verso le 15:30, le più anziane della contrada compivano una sorta di pellegrinaggio verso questo piccolo tempietto. Alcune di esse avevano quel tipico velo di pizzo nero sul capo e nella loro preghiera udivano le campane della Basilica che annunciavano la recita delle funzioni Vespertine.

 

Sono passati davvero tanti anni e con loro tanti ricordi di vita semplice legata alla tradizione contadina e a quella fede fatta di gesti concreti e quotidiani.

Ho deciso per questo di dedicare la pagina dell'arte di questo mese a questa edicola.

Parto da un dato di fatto, la sua ubicazione non era stata certo casuale ma ben studiata. La santella si trova ancor oggi al centro di due strade un tempo importantissime: la via di sinistra conduce verso i nostri monti, mentre quella di destra, detta la strada vecchia, porta nel cuore della contrada Dosso, anticamente denominata “Vucus Superior”.

 

Le origini della santella sono probabilmente secentesche, la sua ricostruzione risale al 1904, anno in cui si celebravano i quattrocento anni dell'Apparizione.

La bassa inferriata ci introduce ad ammirare i dipinti interni, riaffrescati dal maestro Luigi Tagliaferri all'inizio del secolo scorso.

Un piccolo altarino ben tenuto, ci mostra la parte centrale dove compare nella sua bellezza la scena dell'Apparizione della Vergine al Beato Mario Omodei. Quest'opera sembra avere una grande naturalezza, basta osservare i volti e gli sguardi dei protagonisti per comprenderlo.

 

La straordinaria eleganza del dipinto invita a rivivere quell'esperienza nello sguardo dolce della Madonna ed in quello attento dell'arcangelo Michele con la bilancia e la spada. In questa scena, ben degna di far rivivere l'esperienza di Mario Omodei nell'orticello della Folla, quest'ultimo pare essere piacevolmente sorpreso in ginocchio davanti alla Madre di Gesù.

La presenza degli angeli raccontano il “raptus angelorum”, ossia Mario Omodei rapito dagli stessi per essere condotto nell'orto che nei giorni successivi all'evento veniva donato dal cavalier Luigi Quadrio per dar vita all'edificazione tempio Mariano.

Intense sono anche le rappresentazioni pittoriche sui lati sempre interni: notiamo San Giuseppe che regge il Bambino a sinistra e San Gaetano con il Crocifisso ed il giglio a destra.

 

L'esterno, diversamente da altre edicole votive presenti in città, si presenta ricco di colori che in parte risultano ormai stinti. Un vero peccato a cui si vanno ad aggiungere altre dolenti note, si ravvisa infatti la deturpazione con scritte davvero di dubbio gusto ed irrispettose dell'opera.

Evidentemente, in passato, vili mani anonime, non hanno trovato nient'altro di meglio da fare che incidere parte della muratura esterna, senza rendersi conto del danno che si andava ad arrecare.

 

Ivan Bormolini

 

FONTI: L'iconografia dell'Apparizione della Madonna di Tirano. Autrice Tamara Del Dosso Vanari. Coordinamento e cura editoriale Bruno Ciapponi Landi. Stampa Tip. Polaris Sondrio.

Tirano. Il centro storico, storia arte architettura. Autore Gianluigi Garbellini. Stampa Lito Polaris Sondrio.

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