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L'Ufficio del Lavoro nel primo conflitto mondiale e negli anni Venti

CULTURA E SPETTACOLO - 12 08 2022 - Ivan Bormolini

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/La facciata di palazzo Foppoli vista da piazzetta Trombini
La facciata di palazzo Foppoli vista da piazzetta Trombini

(Sesta e ultima parte di I. Bormolini) Delle vicende dell'Ufficio del Lavoro di Tirano dopo la Seconda guerra mondiale avevo già fatto qualche cenno nel ricordare alcune vicende relative alla vita del dottor Bernardino Mazza.

Con l'inizio del primo conflitto mondiale, l'esperienza che l'Ufficio aveva maturato nel contattare e aiutare gli emigranti, diveniva utile per mantenere i rapporti, inviare pacchi e fornire un aiuto ai soldati impegnati su vari fronti.

Si cercavano inoltre, durante quel drammatico periodo, nuove opportunità di lavoro per le donne che rimanevano a casa e che in alcuni casi, iniziavano a cucire indumenti per i soldati al fronte.

Così, in quel modo, oltre che con i sussidi, l'Ufficio sosteneva le famiglie più povere, rimaste prive dei loro congiunti e di quella manodopera maschile per i lavori più duri nei campi.

Al fine di sostenere questa attività l’Ufficio del Lavoro e dell’Emigrazione aveva acceso un cospicuo mutuo con la Società Operaia di Tirano.

Nel dopoguerra però la situazione non era più la stessa per l'Ufficio ed il gruppo fondante di collaboratori si era andato disgregando. Nonostante un'impennata delle attività, l'Ufficio non aveva più la stessa natura, quella stessa anima avuta nel periodo pre-bellico.

Egidio Vido lasciava la Segreteria e andava maturandosi un serio contrasto tra Bernardino Mazza e Ausonio Zubiani sulla natura stessa dell'Ufficio.

Il motivo del contrasto tra i due era politico; Mazza intendeva quell'istituzione politicamente impegnata e orientata a “battere la medesima strada e mirare al medesimo fine delle organizzazioni di classe”. Lo Zubiani dal canto suo preferiva l'Ufficio apolitico, tuttavia la sua tesi era risultata minoritaria al punto da condurlo nel 1920 e a pochi mesi dalla sua morte, a dimettersi dalle cariche ricoperte.

Nonostante queste problematiche, l'attività dell'Ufficio era proseguita anche sull'importante fronte del collocamento come conferma un dato proprio risalente al 1920 che dice che in quell'anno erano state collocate 462 persone.

L'impegno continuava anche sul versante dell'erogazione dei sussidi di disoccupazione e nelle pratiche degli infortuni definite da un Patronato appositamente costituito.

L'Ufficio in quell'epoca era impegnato anche sulla definizione delle pensioni di guerra, la gestione dei premi di smobilitazione, l'assegnazione dei pacchi di vestiario, oltre ad essere attivo nel sostenere il sorgere delle cooperative operaie e contadine.

 

(Fine)

 

FONTE: LA SCODELLA IN FRANTUMI. Autore: Pierluigi Zenoni. Stampa: stampato per conto de l'Officina del libro dalla Tipografia Bettini. Dalle pagine 256 e 257.

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