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La figura del prevosto don Pietro Angelini

CULTURA E SPETTACOLO - 17 03 2022 - Ivan Bormolini

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/vicolo don Pietro Angelini

(Prima parte di I. Bormolini) Alcune settimane fa, parlando di alcune vicende inerenti alle campane di San Martino era emersa l'azione di don Pietro Angelini.

Desidero tra oggi e domani, analizzarne la sua figura nelle vesti di prevosto di S. Martino in Tirano: la mia curiosità è nata da un fatto, non sono molti i parroci della Collegiata che hanno avuto l'onore di vedersi dedicata una via della città, tra questi però vi è don Angelini. Con la Delibera n° 7 del 17 marzo 1973, a questo prevosto veniva intitolato il caratteristico vicolo che inizia con un arco lungo la via Luigi Torelli e quindi nelle immediate vicinanze della chiesa parrocchiale.

Sarà stato fatto tutto questo solo perché con le sue iniziative aveva scongiurato il pericolo di rimozione delle campane della Collegiata e quelle di altre chiese di Tirano?

Certamente nella descrizione di quella Giunta comunale, tra le motivazioni e gli studi che avevano portato a quella decisione, sarà comparso anche questo fatto, ma sicuramente ci sarà stato anche ben altro.

 

Pietro Angelini era nato a Tartano nel 1881, sacerdote nel 1905, aveva conseguito a Roma la laurea in Sacra Teologia e quella in Diritto, da giovanissimo era stato destinato a reggere la parrocchia di Stazzona, dove vinte discordie e diffidenze, vi aveva operato per 23 anni divenendo amato e stimato. Oltre alla cura delle anime in quella Stazzona degli inizi dello scorso secolo, l'Angelini si era adoperato nella realizzazione di aule per la catechesi, dell'asilo infantile e nel restauro della chiesa di San Rocco.

Ma da quella Stazzona, il nostro si era impegnato anche a livello provinciale. Nel 1922 fondava infatti l’Orfanotrofio Femminile Provinciale e per tale fine acquistava l'ex convento quattrocentesco dei Domenicani a Morbegno.

Per sostenere l’Orfanotrofio nel 1926, l'Angelini aveva ideato il periodico “Le vie del bene” che proponeva al dibattito culturale non solamente gli aspetti religiosi, ma anche quelli storici e artistici della Valtellina.

Don Pietro Angelini faceva il suo ingresso a Tirano l’11 novembre 1929, nel giorno della festa del Santo Patrono San Martino succedendo a don Giuseppe Ambrosini, quest'ultimo proprio in quell'anno era stato chiamato all'ufficio di Rettore al Seminario di Como.

Va qui chiarito un particolare, nelle tante vicende inerenti i parroci che si erano succeduti alla giuda di San Martino, don Angelini era stato l'ultimo ad essere nominato dal Consiglio Comunale dell'allora nostro paese.

 

Nel proclama affisso dal Comitato per il suo ingresso in Collegiata si leggeva:

“Don Angelini, nato 48 anni prima nella rupestre Tartano, è l'uomo, che tutta la Valtellina conosce per l'opera sua mai interrotta verso la carità e verso il bene, lo studioso che non interrompe, ma continua ed innalza la tradizione di dottrina di tutti i sacerdoti, che lo precedettero a Tirano”.

Nel cercare di comprendere la grande azione dell'Angelini nella nostra parrocchia, mi sono state di grande aiuto “Le Cronache” delle Suore Salesiane a Tirano, sapientemente raccolte dalla professoressa Carla Soltoggio Moretta.

Queste innanzitutto ci dicono:

“11 novembre 1929: Stamattina alle ore 10.00 fece la sua solenne entrata il nuovo parroco, dott. Don Pietro Angelini, accolto con vivo entusiasmo dal Clero, dalle Autorità e da tutta la popolazione.

Dopo aver dato il suo saluto presenta il suo programma che si ispira a San Martino, protettore della parrocchia, nella istruzione religiosa del suo popolo, e perciò i catechismi, in particolare alla gioventù”.

 

Dunque, il parroco Angelini era stato accolto con molte aspettative e egli non le aveva certo deluse facendosi subito sentire come padre e guida esemplare. Lo si evince nuovamente dalle “Cronache”, che negli anni Trenta del secolo scorso lo descrivono come attivissimo in ogni pagina. Eccone alcuni esempi:

“Dà lezioni di catechismo direttamente alle socie aspiranti ed effettive di Azione Cattolica, predica nelle giornate di ritiro, cura in modo particolare il catechismo con nuove norme pedagogiche, divide le classi troppo numerose e ne affida la cura a signorine di Azione Cattolica, distribuisce la pagella mensile coi voti di condotta e di profitto da far vedere e firmare ai genitori........”

Oltre ad altre testimonianze sempre “Le Cronache” ci parlano del suo stile che era continuato nel tempo, per tutta la sua vita di parroco a Tirano, solamente un cambiamento di rotta lo si intuiva negli anni della guerra:

“…Qui dalle vicende nazionali, troppo forti le tensioni anche nel cuore del prevosto anziano e ammalato, troppo repentini i cambiamenti e le necessità......Negli ultimi anni diventa sempre più incisiva la presenza del canonico don Ugo Pedrini”.

Ricordando anche quello che si è revocato la scorsa settimana in merito al suo attivo impegno per tutelare dal ritiro le campane di San Martino, quel buon parroco si era reso protagonista di un'importante pagina di storia locale.

 

Già da molti di questi aspetti, seppur sommariamente riportati in questo mio scritto si può iniziare a pensare alle molteplici motivazioni che avevano spinto quella Giunta Municipale a dedicare all'Angelini il vicolo, erano passati ventuno anni dalla sua morte, ma appariva chiaro come la vita da parroco di don Angelini per 23 anni a Tirano dal 1929 al 1952, fossero ancora ben presenti nella comunità di quegli anni Settanta.

Il 5 febbraio del 1952 moriva don Pietro, all'età di settantuno anni. Un anno dopo, nel bollettino parrocchiale “Le Campane di San Martino” a lui interamente dedicato per celebrare il primo anniversario dalla morte, si trovano altre testimonianze sull'operato di don Angelini.

 

Una di queste è quella di don Angelo Mazza che scriveva:

“Il prevosto Angelini appartiene a quella generazione di sacerdoti che noi sacerdoti più giovani, abbiamo imparato ad amare e venerare. Si erano culturalmente e spiritualmente formati a cavallo fra i due secoli ereditando dal secolo vecchio un ricco patrimonio di idealità il cui fremito era tutto rivolto verso il futuro: verso il secolo nuovo che avrebbe dovuto essere il secolo del progresso in ogni campo. Allora i cattolici erano agitati dalla rinascente sociologia cristiana: tutti intenti, anche, a conciliare i diritti della fede con quelli della scienza. E i sacerdoti formati a quel clima spirituale hanno preso quasi tutti un simpatico inconfondibile carattere, contraddistinto da una cultura soda e da una profonda pietà non disgiunta mai però da una quasi passionale sensibilità per i problemi e le iniziative a sfondo sociale. Il prevosto Angelini di questa generazione di preti è stato in Valtellina forse uno dei più rappresentativi…Abbiamo spesso ammirato in lui una vasta conoscenza delle cose canonico-giuridiche, qualche volta ci ha meravigliato il suo modo esperto e navigato di condurre le faccende economiche...Ordinato e preciso teneva la contabilità e i registri in forma impeccabile… ma l'ordine l'aveva innanzitutto dentro di sé.....”

Nella stessa pubblicazione, don Tarcisio Salice evidenziava lo studioso:

“Il prevosto di Tirano era conosciuto come uomo colto....La sua dottrina spaziava con sicurezza dalla Teologia al diritto, dalla pedagogia alla storia e all'arte......Soprattutto per la storia e per l'arte valtellinese don Angelini possedeva un'amorosa passione: ne aveva il senso, il gusto e quelle doti indispensabili a un ricercatore d'archivio, che sono la capacità a raffrontare e a connettere uomini e fatti e il metodo paziente e costante.....E se occupò sempre per ragioni di ministero e di carità......”

Numerosi sono infatti gli studi da Lui fatti, particolarmente interessanti quelli di valorizzazione della storia locale. Sarebbe bello poterli raccogliere tutti, magari in un'edizione anastatica. Ci riserverebbero delle perle nascoste... ”.

 

Sin qui le parole e le testimonianze riportate nelle “Cronache” delle Suore Salesiane, comprese quelle di don Angelo Mazza e don Tarcisio Salice ci hanno permesso di capire le tanti doti di questo amato prevosto e di comprendere le motivazioni che nel 1973, avevano spinto l'allora Giunta comunale a intitolare quel caratteristico vicolo a don Angelini.

Non vorrei qui dilungarmi troppo, ma ho trovato altre notizie su don Angelini, a redarle era stato il suo successore don Lino Varischetti che aveva scritto parole indimenticabili sull'Angelini. Ne parleremo domani.

 

 

FONTE: CENTO ANNI DI VITA A TIRANO. Dalle Cronache delle Suore Salesiane 1897-1997. Autrice: Carla Soltoggio Moretta. Stampa: finito di stampare nel mese di maggio del 1997 presso la Tipografia Petruzio s.r.l. Tirano (So). Dalle pagine 80,81,82. “Don Pietro Angelini- prevosto di Tirano ed il suo successore don Lino Varischetti.

Fotografia di copertina di I.Bormolini.

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