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La grande figura di Eugenio Morelli

CULTURA E SPETTACOLO - 06 11 2019 - Ivan Bormolini

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Dal sito del Senato della Repubblica

(Prima parte di I. Bormolini) Eugenio Morelli era nato a Teglio l' 8 marzo 1881. Il padre era medico condotto. In famiglia erano molti i medici: il fratello Gerolamo, lo zio Bartolomeo ed il cugino Carlo Besta.

A questi si aggiungeranno in seguito, i cognati Piero Fojanini e Virginio Zubiani, oltre ad una schiera di nipoti, da Bruno Besta a Spartaco Guanella, sino a Giuseppe Fojanini, Mario e Tino Zubiani.

 

Morelli aveva frequentato i primi tre anni della facoltà di medicina a Pavia, per poi passare a Firenze, si dice probabilmente per per unirsi al fratello minore Camillo, studente di filosofia sotto la grande e prestigiosa guida del filologo Pio Rajna, conterraneo e parente dei Morelli.

 

La fama di Camillo come latinista era nota, un vero peccato però che la sua vita si concludeva a soli 31 anni presso l'ospedale militare di Bolzano in conseguenza alle ferite riportate in guerra.

Già nella parentesi pavese di E. Morelli vi è una traccia che denota la ferma volontà nello studio dello stesso; Antonio Pensa, allora assistente nell'Istituto di anatomia scriveva: “nell'esiguo manipolo di allievi interni che era stato affidato alla mia guida ( per le esercitazioni ) ricordo Eugenio Morelli, che divenne l'insigne tisiologo”.

 

La laurea a pieni voti del Morelli giunge in quel di Firenze il 6 giugno 1905, con Pietro Grocco, clinico medico. La tesi aveva il titolo “ Esame del liquido cefalo- rachidiano. Valore diagnostico e prognostico”.

Dopo la laurea Morelli rimaneva a Firenze con Grocco ancora per tre anni, prima come medico interno, poi come assistente volontario della Clinica medica generale, alternando alcune parentesi in Baviera per motivi di studio.

Nel periodo fiorentino emergevano i suoi lavori di biochimica, eseguiti nel laboratorio di Chimica farmaceutica. Questi studi erano stati fatti con notevole competenza e molto scrupolo tanto da meritarsi l'encomio del direttore dell'Istituto, professor Angelo Angeli che scriveva: “Ha dato continuamente prova di attività lodevole, di possedere estesa cultura e abilità sperimentale ed anche ingegnosamente applicare le cognizioni acquisite alla risoluzione di interessanti problemi”.

 

Nel mese di ottobre del 1908, su consiglio del professor Grocco, si trasferisce a Pavia rivestendo il ruolo di secondo assistente della Clinica medica diretta da Carlo Forlanini.

Due anni dopo diviene primo assistente guadagnandosi la fiducia del maestro il quale esprime per il Morelli parole davvero ricche di ammirazione, fiducia e ampia stima. Sempre nel 1910 conseguiva la libera docenza in Patologia speciale medica dimostrativa.

Come altri giovani studiosi che in quegli anni frequentavano Pavia, Eugenio Morelli non aveva resistito al richiamo del prestigioso laboratorio di Patologia generale e istologia di Camillo Golgi e compatibilmente con l'attività di assistente della Clinica medica lo frequenta.

 

Qui aveva compiuto ricerche sperimentali evidentemente ancora ottenendo ottimi risultati sul campo. Questo è dimostrato dalle stesse parole del professor Golgi il quale nel novembre del 1911 dichiarava: “In modo speciale egli ha rivolto la sua attività a ricerche di patologia sperimentale e di batteriologia, ritraendo risultati interessanti che sono stati oggetto di speciali pubblicazioni”.

Sia le esperienze maturate a Firenze e sia la sua attività di sperimentatore nel Laboratorio di Golgi, gli avevano fruttato l'incarico dell'insegnamento di Microscopia, Batteriologia e Chimica clinica, all'Università di Pavia negli anni 1912 – 1913.

Divenuto aiuto della Clinica medica pavese, otteneva nello stesso tempo, anche la libera docenza in Clinica medica generale.

 

Nei successivi cinque anni dal 1913 al 1918 era incaricato di occuparsi Propedeutica medica sempre nella città lombarda.

In quel periodo più volte aveva sostituito il suo maestro, che a più riprese e per motivi legati alla sua salute era costretto a soggiornare nella riviera ligure.

In data 13 marzo 1913 da Sanremo il professor Forlanini scriveva al Morelli: “La ringrazio anche per quel che fa in vece mia. Tutto l'impegno che Lei pone nel fare le lezioni di Clinica mi rallegra e mi tranquillizza... Io le sono vivamente grato della diligenza che pone nel far lezione”.

Carlo Forlanini moriva a Nervi nel 1918.

 

Il decennio che Eugenio Morelli aveva trascorso sotto la guida del professor Forlanini, era stato fondamentale per la sua futura vita scientifica ed accademica. Il professore esprimeva gratitudine per il suo pupillo, e la devozione dell'allievo per il suo maestro era totale.

Successivamente, Cesare Frugoni commemorando il Morelli che era stato suo compagno di studi a Firenze e poi collega di facoltà nella capitale diceva:

“Maestro e allievo erano fatti l'uno per l'altro... Il fondamento scientifico di Sua vita sta nel binomio Forlanini – Morelli, che per me è inscindibile e che tale deve rimanere nella storia e nella letteratura medica”.

 

(Fine prima parte, la seconda domani)

 

FONTE: Storia della medicina e della sanità in Valtellina. Dalla peste nera europea alla seconda guerra mondiale ( 1348-1945 ). Autore Pierluigi Patriarca. Società Storica Valtellinese. L'officina del libro. Finito di stampare nel mese di novembre 1988 dalla Tipografia Bettini Sondrio.

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