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La Madonna di Tirano: "Celeste patrona della Valtellina"

CULTURA E SPETTACOLO - 15 05 2019 - Ivan Bormolini

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Il 10 giugno 1945 ricorreva la data dell'entrata in guerra dell'Italia nel 1940, a poco più di un mese dalla liberazione, che era avvenuta in Valtellina il 28 aprile 1945; si teneva a Tirano una grandiosa processione di ringraziamento per la pace con meta il santuario.

L'affollatissimo corteo di fedeli, prendeva il via dalla Collegiata di San Martino in Tirano; a parteciparvi non erano solo i tiranesi ma anche i fedeli delle frazioni di Baruffini, Roncaiola e Cologna con i loro stendardi; inoltre anche i residenti di Villa di Tirano e Stazzona raggiungevano la piazza della Basilica processionalmente.

Divago un istante: sarebbe bello oggi riportare alla luce quegli antichi stendardi, di cui anche Madonna non ne sarà stata priva ed esporli assieme a quello del comune proprio nella storica sala del Consiglio Comunale.

 

La piazza della Basilica era parata a festa con tricolori ovunque, persino sul campanile, cantava la messa il prevosto di Tirano don Pietro Angelini che teneva anche un discorso di circostanza.

La celebrazione straordinaria aveva assunto la connotazione di un attestato di lode e di ringraziamento alla Madonna che, ancora una volta, aveva soccorso il suo popolo salvando dalla distruzione la Valtellina.

Scaturiva infatti una generale riconoscenza, derivata dalla concretezza che la Vergine Maria aveva in particolar modo protetto la valle, preservandola dalle devastazioni della guerra.

 

Promotore della nomina della Madonna di Tirano a Celeste Patrona della Valtellina era stato padre Antonio Rugginenti, priore del convento dei servi di Maria e rettore del santuario.

La richista ufficiale indirizzata a Papa Pio XII ( Eugenio Maria Giuseppe Pacelli, Pontefice dal 2 marzo 1939 al 9 ottobre 1958 ), era stata controfirmata con ampie parole di approvazione dal sindaco di Tirano avvocato Nicola Lucini, dal prefetto della provincia avvocato Plinio Corti, dall'arciprete di Sondrio Monsignor Giovanni Tirinzoni, dal superiore provinciale dei servi di Maria padre Giuseppe Maria Ferri e dal vescovo di Como monsignor Alessandro Macchi.

Come avrete notato nella lista dei firmatari manca, quella del nostro prevosto di Tirano don Angelini. La motivazione pareva essere quella che tra i frati del santuario e lo stesso non corressero rapporti sereni.

 

Il 9 febbraio del 1946, giungeva da Roma l'atteso telegramma a firma di padre Benetti, generale dei serviti nel quale si leggeva: “ Santo Padre dichiarato Madonna di Tirano patrona della Valtellina. Seguirà breve apostolico”.

Immensa in questo caso era stata la gioia, e subito il rettore in data 12 febbraio scriveva al sindaco, invitandolo a presentare con apposito manifesto l'evento alla cittadinanza e per far imbandierare la città per la domenica seguente 17 febbraio.

In quella data, giorno conclusivo delle “sante missioni” sarebbe stato l'annuncio ufficiale nel corso delle solenne cerimonia, presieduta dal presule diocesano e dal vescovo di Chioggia, con la presenza delle massime autorità, civili, militari e giudiziarie.

Solamente alla vigilia della festa, con tardività, il rettore informava anche il prevosto Angelini della proclamazione con uno scritto datato 16 febbraio.

 

In quella notte ben cinquecento lampadine, collocate dall'alto della torre campanaria illuminavano la scritta “W LA MADONNA DI TIRANO PATRONA DELLA VALTELLINA”.

Subito si era dato il via ad un comitato d'onore presieduto con entusiasmo dal vescovo di Como Alessandro Macchi. Il monsignore aveva fatto diffondere in tutte le parrocchie della Valtellina una sua lettera, poi pubblicata sul Bollettino Diocesano, dando ordine che il giorno dell'Assunta, alle 16.00 precise in occasione della processione con il simulacro della Madonna, tutte le campane delle parrocchie valtellinesi dovessero suonare a distesa per mezz'ora.

Il programma dei festeggiamenti si presentava particolarmente ricco e non privo di trionfali manifestazioni esterne, tutte organizzate con cura dal comitato per le celebrazioni che così risultava composto: “presidente Giuseppe Camponovo, vicepresidenti Camillo Pola e Luigi Grilli, segretario cassiere Paolo Ferrara, membri: Francesco Bombardieri, Giovanni Della Torre, Claudio Garbellini, Leone Mambretti, Ettore Molinari e il rettore padre Antonio Rugginenti”.

Erano stati invitati: l'arcivescovo metropolita di Milano, i vescovi delle diocesi lombarde e l'ordinario militare.

 

Secondo un calendario ben prestabilito, giungevano i pellegrinaggi dei vari vicariati della Valtellina e qualcuno della Diocesi, questi venivano accolti con solenni funzioni, infervorate omelie canti e suoni del grandioso organo.

Era stato inoltre possibile ottenere l'indulgenza plenaria.

Grandiosa era stata definita la celebrazione del mattino del 15 agosto, erano presenti molti religiosi, i parroci valtellinesi, il superiore provinciale dei servi di Maria, diversi monsignori e tre vescovi.

A questi si erano aggiunte le massime cariche governative della provincia, il sindaco Dino Mazza, il podestà di Poschiavo, i comadanti di Carabinieri e Guardia di Finanza, oltre ad altre personalità del mondo civile.

La statua della Madonna, era stata esposta con grande onore sul trono dell'altare maggiore per tutti i nove giorni per poi essere collocata su un carro per il trionfale corteo.

Questo era aperto dai giovani, seguiti dalle confraternite con i loro stendardi, dalle bande musicali di Madonna di Tirano e Poschiavo, dalle bambine vestite di bianco, dal clero e dai vescovi ospiti.

A seguire il carro con la Sacra Effige, condotto dai reduci di guerra, vi era il vescovo officiante monsignor Macchi, le autorità e una sterminata moltitudine di popolo.

 

Era stata una processione davvero sentita ed anche il percorso era del tutto particolare: questa si era snodata lungo il viale Italia, poi in via XX Settembre, piazza Cavour raggiungendo la parrocchiale, per poi proseguire in via Stelvio e far ritorno a Madonna lungo l'allora nuova statale, l'odierna via della Repubblica e quindi dinuovo sul viale Italia.

Al rientro a Madonna, in piazza Basilica, alla base del campanile era stato allestito un palco con l'altare e in quel luogo era avvenuto l'incontro con l'arcivescovo di Milano cardinale Alfredo Idelfonso Schuster, quale delegato ponticio.

Questa grande autorità religiosa aveva accettato di buon grado l'invito, dichiarandosi molto lieto di poter essere presente ai festeggiamenti.

Lascio per un istante la preziosissima fonte che sto consultando per ricordare questo straordinario evento. Voglio riportare in parte le parole di un nostro concittadino, Piero Pitino, presente in quella storica giornata e che proprio nelle pagine iniziali del suo bel testo “Cronache spicciole di quattro passi tra monti e valli” ci ricorda quel giorno titolandolo “La patrona”:

“Era una bella giornata quella del 15 agosto 1946.

Il solo era ancora alto sulle Alpi Orobiche, dove sembrava sostare, e faceva splendere la facciata del santuario di Madonna di Tirano... La piazza era più pulita e ordinata del solito. L'ombra del chiodo della meridiana, inscritta sulla facciata di casa Garbellini, situata a sinistra, a pochi metri dal bel campanile, segnava circa le quattro pomeridiane... I davanzali di porte e finestre erano stati abbelliti con rami di abeti, fiori, tappeti e “pezot” che, tra fiori, fronde e coperte, facevano la loro figura...

Saranno state le quattro pomeridiane di quel giorno, quando il Cardinale scese dalla sua auto, una Lancia Ardea (?) e benedicente tra due ali di folla, entrò in basilica.

Egli era di statura medio-piccola, le guance infossate, sguardo intelligente e vivace, magrissimo tanto magro che sembrava una cannuccia al vento...

Come riferisce il professor Gianluigi Garbellini, dopo il canto del Credo e del Te Deum, il cardinale impartiva la trina benedizione eucaristica alla straripante folla di fedeli.

 

Ivan Bormolini

(Fine seconda parte, la terza ed ultima verrà pubblicata venerdì)

 

FONTI:

  • Il Santuario della Madonna di Tirano 1504-2004. Alessandro Dominioni Editore. Edizione l'officina del libro, piazza Cavour 12 Sondrio. Autore del capitolo “Cinque secoli di fervore. Celebrazioni e ricorrenze particolari, Gianluigi Garbellini. Stampa Tipografia Bettini Sondrio. Anche foto sono della stessa fonte.
  • Cronache spiccciole di quattro passi tra monti e valli. Autore Pietro Pitino. Finito di stampare nel mese di novembre 2002 dalla Tipografia Bettini Sondrio
  • Per le foto della processione: Cento anni di vita a Tirano. Autrice Carla Soltoggio Moretta. Stampa: finito di stampare nel mese di maggio del 1997 presso la Tipografia Petruziuo s.r.l. Di Tirano ( So ).

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