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La questione religiosa, una faccenda anche tiranese

CULTURA E SPETTACOLO - 28 04 2022 - Ivan Bormolini

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/IL CAMPANILE DI SAN MARTINO E LA CUPOLA
IL CAMPANILE DI SAN MARTINO E LA CUPOLA

IL PRIMO PERIODO DELLA DOMINAZIONE DEI GRIGIONI NELLE NOSTRE VALLI - 5^ parte 

(Quinta parte di I. Bormolini) Nella pubblicazione di giovedì ho toccato alcuni aspetti legati alla questione religiosa e all'inasprimento dei rapporti tra Grigioni e Valtellinesi generatosi di conseguenza.

Anche nel borgo di Tirano in merito alla delicatissima tematica, come si è potuto vedere non erano mancati attriti e problematiche anche rilevanti tra riformati e cattolici locali.

Citando nuovamente la Dieta di Ilanz del 1557, oltre ad altri dettami in essa contenuti, si scopre ad esempio che il ministro riformato era in pratica libero nella sua azione di propaganda in una regione a maggioranza cattolica. Bastavano tre famiglie protestanti per avere diritto all'uso della chiesa a culto cattolico o all'edificazione di una a spese comuni.

Si sanciva che se in un paese vi erano due chiese, la prima era a utilizzo dei cattolici e la seconda doveva essere data ai protestanti.

Le stesse Comunità decidevano sulla divisione dei beni ecclesiastici, gli articoli di Davos dell'anno 1558, dicevano inoltre che il predicante doveva essere mantenuto da tutti, quindi anche dai cattolici.

Si può capire da tutto questo che i motivi di scontro erano tanti, ma com'era la situazione a Tirano?

Già allora il borgo, oltre che essere divenuto importantissimo era già ricco di edifici sacri, quindi per il culto dei riformati non si era provveduto alla costruzione di una nuova chiesa.

I protestanti amministravano il loro culto nella chiesa di Santa Maria, ubicata nell'omonima storica contrada tiranese e nelle immediate vicinanze del castello di Santa Maria voluto da Ludovico il Moro assieme alle mura difensive.

Il tempio che da moltissimo tempo non esiste più, nelle primissime e concitate fasi del Sacro Macello di Valtellina, era stato teatro di un vero e proprio atto di barbaria con l'uccisione del ministro riformato Antonio Basso, questi invanamente nascostosi nella propria casa dai Dalla Pergola, veniva decapitato e la sua testa recisa era stata esposta sul pulpito della chiesa di Santa Maria.

Si ha la certezza oltre a questo fatto, che la chiesa “prope castrum” ovvero vicina al castello, era stata affidata ai riformati; negli atti della visita pastorale del visitatore apostolico Sisto Carcano del 1624, si riferisce che il tempio era stato “posseduto dagli eretici” e che proprio in quell'occasione la chiesa era stata “reconciliata” e riconsacrata.

Pur riconvertita definitivamente al culto cattolico con un apposito comunicato nel 1629, il tempio di Santa Maria non aveva più riscontrato presso i tiranesi il fervore di un tempo ed era così caduto in declino.

Nel 1630 era nuovamente citata come luogo di sepoltura durante la terribile peste, nel 1669 iniziava il triste rito della spoliazione che si concludeva nel 1695 con la rimozione di tutto ciò che poteva essere utile.

A proposito di chiese, si annovera che con ogni probabilità anche quella del Mariano Spasmo “Al dolore di Maria”, meglio conosciuta come chiesetta di piazza Parravicini o chiesetta Merizzi, era stata occupata dai luterani, lo annotava il vescovo Ninguarda nel 1589. 

La fortuna ha voluto che questa antica chiesa a pianta ottagonale non subisse nei tempi successivi la stessa triste sorte di quella di Santa Maria.

Ma torniamo alla non pacifica convivenza tra riformati e cattolici, don Lino Varischetti già prevosto di San Martino e storico affermava nella sua opera “Tirano”:

 

“Emissari eretici battevano le piazze dei nostri paesi a predicare l'eresia. Fortunatamente in quegli anni c'erano sacerdoti animosi e di grande dottrina.

Tra questi eccellevano il primo parroco di Tirano Simone Cabasso e l'arciprete di Sondrio Nicolò Rusca”.

 

Sin qui ho fatto tre nomi: il vescovo Feliciano Ninguarda, Simone Cabasso e Nicolò Rusca. Tutti e tre ci narrano una pagina di storia di Tirano in quei periodi difficili, vediamo in che modo e con quali azioni.

Parto da un fatto, nella toponomastica tiranese, vi sono tre vie dedicate a loro, già questo è motivo di approfondimento che ci consente di capire quanto sia stata importante la loro opera.

Nel caso di Feliciano Ninguarda, non si può certo scordare la sua storica visita pastorale del 1589; ricordando quanto sancito nella Dieta di Ilanz del 1557, ovvero che i vescovi non potevano entrare in valle, Il Ninguarda, alla guida della Diocesi di Como dal 1588 al 1595, aveva potuto raggiungere le nostre terre e in particolare Tirano, perchè nativo di Morbegno e quindi valtellinese.

L'importanza di quella storica visita pastorale è molteplice, oltre alle problematiche tra cattolici e protestanti, c'era un'altra questione che scaldava gli animi dei tiranesi, ovvero il distacco o indipendenza dall'Arcipretura di Villa di Tirano.

Questo in prima istanza ci dimostra una cosa importante, ovvero che la stragrande maggioranza degli abitanti del borgo, di certo non appoggiava in alcuna maniera la diffusione della riforma protestante e nello stesso tempo cercava di dirimere la questione con Villa di Tirano al fine di dare sempre maggior lustro e importanza alla chiesa di San Martino.

Da tempo era in corso una sorta di diatriba tra l'Aricipretura di Villa di Tirano e la nostra chiesa, soggetta a quella di Villa.

In quel tempo già ricco di problematiche, era nata una presa di posizione dell'allora curato di San Martino, Simone Cabasso con l’arciprete di Villa Landriani.

Per farla molto breve, direi “stringare” il tutto ai minimi termini, il vescovo Ninguarda in quell' anno e in occasione di quella vista pastorale, fondava la parrocchia di San Martino, nominando nello stesso tempo il primo parroco nella figura proprio del Cabasso.

Per questo facendo un'analisi del tutto, ecco che nella nostra storia locale, subentra a pieno titolo il nome di Nicolò Rusca.

Simone Cabasso, aveva avuto la fortuna di essere studente nel Collegio Elvetico di Milano fondato da San Carlo Borromeo, da quella frequentazione era nata l'amicizia con il Rusca anch'esso, dopo altri percorsi di studio giunto al Collegio Elvetico.

Oltre all' amicizia nata tra il Cabasso e il Rusca tra le aule di quell' istituzione storica, esiste un collegamento con Tirano?

Di questo, ovvero una complicatissima vicenda, ne parlerò la prossima settimana, giovedì prossimo.

 

 

FONTI: LE DISPUTE TEOLOGICHE TRA CATTOLICI E RIFORMATI NELLA REZIA DEL TARDO CINQUECENTO. Aurtice: Floriana Valenti. Stampa: Tipografia Ignizio, novembre 2020.

Pag: 43,44.

TIRANO IL CENTRO STORICO. Storia arte architettura. Autore: Gianluigi Garbellini. Stampa: Lito Polaris Sondrio. Dalle pagine: 180, 182.

TIRANO. Autore: Lino Varischetti. Stampa: Finito di stampare il 29 settembre 1961 presso la Tipografia Bettini in Sondrio. Pag 32, 33.

L'immagine di copertina è di I. Bormolini dalla sua collezione Foto Tratto Pen e matita.

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