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"Lo sapevate che?", la vita avventurosa dell'ing. Sidoli

CULTURA E SPETTACOLO - 22 04 2022 - Guido Monti

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/Fausto Sidoli

Si scrive Fausto Sidoli, si legge personaggio da leggenda. Come definire altrimenti l'ingegnere tiranese scomparso centenario quattro anni orsono? Nato nel 1917, la sua esistenza è stata contrassegnata da vicissitudini fin dall'infanzia, quando sopravvisse all'influenza spagnola (il covid del XX° secolo) che gli portò via due fratelli.

 

Il sig. Fausto, come si faceva chiamare amichevolmente, già da ragazzo dimostrò di essere dotato di una mente vulcanica e di avere una smisurata molteplicità d'interessi. Dopo aver dovuto interrompere gli studi a causa dello scoppio della guerra, nel corso del secondo conflitto mondiale come tenente del genio navale fu al comando di un sommergibile che rischiò l'affondamento al largo di Gibilterra sotto le bombe di profondità lanciate dal nemico. Dopo l'armistizio si auto congedò e, assieme ad altri sbandati, varcato il confine svizzero entrò nella Resistenza e venne assegnato ad agire in Val d'Aosta, al confine con la Francia, per consegnare le armi ai partigiani e fornire preziose informazioni agli Alleati. Incaricato di spostarsi alla frontiera con l'Austria, decise di passare dalla Valtellina dove fu raggiunto dalla notizia della Liberazione.

 

Tornato a casa, andò poi a Genova per laurearsi in ingegneria meccanica e trovò il tempo per sposarsi, dopo un brevissimo fidanzamento, con la genovese Mafalda Perazzo, divenuta in seguito un'affermata pittrice. Temprato dalle dure esperienze vissute, nel dopoguerra l'energico ing. Sidoli diede sfogo alla sua polivalenza: divenne insegnante e preside e fu proprio lui a proporre l'introduzione delle scuole dell'avviamento; rivestì il ruolo di presidente delle Acli di Sondrio e ricoprì l'incarico di consigliere provinciale dal '56 al '60; fece adottare dalle ferrovie svizzere un ingegnoso sistema spazzaneve per consentire al 'trenino rosso' di valicare il passo del Bernina anche d'inverno; appoggiò l'ideazione del traforo ferroviario dello Stelvio a vantaggio di quello dello Spluga, ritenuto di minore urgenza; coltivò la passione per la musica - compresa quella moderna -, lo sport in cui fu un provetto sciatore, e i viaggi.

 

All'età di 87 anni, dopo essere rimasto vedovo, pervaso da una immutata passione per l'avventura si concesse una crociera antartica in compagnia dello scrivente. E non poteva che essere un convinto europeista, essendo nato il 9 maggio, giornata dedicata all'Europa. Il comune di Tirano gli riservò un doveroso tributo in occasione del 100° compleanno con una festa organizzata a casa sua e da lui molto gradita. L'impareggiabile sig. Fausto ha indubbiamente lasciato un'impronta profonda e indelebile nella storia e nella cultura tiranese.      

 

Guido Monti

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