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Marco Divitini glorifica il Chisciöl con la sua chitarra

CULTURA E SPETTACOLO - 23 08 2018 - Méngu.

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/Marco Divitini

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www.confraternitadelchisciol.com

Orsolina e il Ser Crociato

 

Ser Chisciöl giovane e altero

disse al popolo con aria fiera

stanco sono nel mio maniero

di far nulla da mattina a sera

 

ora vo’ a cercare il Sacro Gral”.

Da Tirano partì con brio,

nelle vigne del Mazzacavàl

cantò inni all’eterno Iddio.

 

A cavallo sul sentiero sassoso

all’imbrunire a Baruffini ascese,

nel borgo il Ser pio e focoso

udì un canto che il cuore gli prese.

 

Orsolina tra i campi in fiore

come vivace usignol cantava

canti di grazie e d’amore

che ogni cuor gentil estasiava.

 

All’udire il soave e dolce canto

Ser Chisciöl si scusò con Dio

poi corse incontro a quell’incanto

gridando al ciel “ sei l’amor mio” .

 

L’umil donna dal soave canto

chinandosi al Ser con gran timore

disse “O signore non valgo tanto

ma per voi io darò il mio cuore “.

 

Ma di botto il fiero cavaliere

da quell’incanto fu turbato

si ricordò del suo dovere

di guerriero e di Crociato .

 

Disse dunque al suo amore

ti penserò ogni mattina

ma per difendere il mio onore

io devo andar in Palestina”.

 

Orsolina tutta piangente

salutò il Ser bello e fiero

e tra l’esultar di tanta gente

partì con il suo destriero.

 

Più si vide per sette lunghi anni

Forse ucciso dai saraceni?

Forse morto tra gli affanni

per difendere i Sacri beni ?

 

Deh! Ne uccise più di mille

di infedeli al sacro Gral

la sua spada facea scintille,

a uno solo non fece del mal.

 

L’infedel che non accoppò

disse al Ser sotto gran pena

qual cibo il Signore mangiò

con i dodici nell’ultima cena

 

Ma ecco giungere di gran lena

Ser Chisciöl a Baruffini

affamato e con grande vena

di mangiare cibi sopraffini.

 

Da laggiù aveva portato

farina e seme di grano saraceno

era il cibo che aveva rivelato

l’infedele dal volto moreno.

 

Or Orsolina in un balen capì

che il suo signore volea desinare

e in cucina andò in quel dì

il grano saraceno a cucinare.

 

Così tra canti e gran baldoria

chiamarono quel cibo prelibato,

Chisciöl e fu gran gloria

di Baruffini e del Ser Crociato.

 

 

 

Canto con chitarra di Marco Divitini, parole di Méngu

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