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Marinoni rettore del santuario: la sua eredità materiale e morale

CULTURA E SPETTACOLO - 31 10 2019 - Ivan Bormolini

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/scuola marinoni

(Quarta ed ultima parte di I. Bormolini) Con quest'ultima parte dedicata alle vicende di questo personaggio, lasciamo le questioni legate alla causa contro i Grigioni ed il suo ampio impegno in tal senso.

 

Nel 1628, i deputati del santuario, eletti dal Consiglio dei 12, per la chiesa della Madonna Santissima di Tirano, stipularono una convenzione con Marinoni in dieci capitoli.

Quest'ultimo assumeva l'incarico di rettore del santuario, cui competeva il governo della chiesa stessa.

Non sono molte le notizie inerenti alla sua opera in santuario, mentre ben più approfondite sono quelle riguardanti la sua elezione a parroco di San Martino in Tirano.

Il 22 aprile 1630, il parroco Andrea Lanfranchi dopo nove anni di guida della parrocchia, moriva assistendo sino quasi all'ultimo respiro e con generosa dedizione gli appestati.

“Colpito dal male, levate al cielo le mani, morì affidando a Dio la sua anima”.

 

Era allora, come per altri precedenti e successivi casi, compito del Consiglio dei 36, era quello eleggere un successore.

Parevano stretti i tempi per questa nomina, il 25 giugno infatti il vescovo di Como Lazzaro Carafino, successore di Desiderio Scaglia, scriveva al decano che la nostra comunità aveva tempo quasi tutto il mese di agosto “ d' eligere il Prevosto.......”

Pur non citando tutto il discorso della lettera, già dalle prime parole si evince che il Carafino, non era tipo che amava perder tempo. Infatti pochi giorni dopo la nostra parrocchia aveva nella figura di Giovanni Battista Marinoni una nuova guida.

 

Afferma il Varischetti:

“Nel 1630, alla morte del prevosto Lanfranchi, fu nominato prevosto di Tirano. Si dedicò con zelo al governo della parrocchia....”

Nel 1638, sicuramente troppo giovane per abbandonare la guida della parrocchia, aveva solo 52 anni, Marinoni prendeva questa decisione. A succedergli era stato sempre nello stesso anno, Gregorio Rinaldi sino al 1662.

Viene da domandarsi il perché come un uomo di piena maturità, di esperienza e di cultura, si ritirasse a vita privata nel palazzetto di Madonna.

I perchè sono da ricercare nei fatti storici e nella psicologia del Marinoni, il quale pur non avendo più alcun ruolo in parrocchia continuerà a fare del bene per Tirano e per i tiranesi.

 

Qui nella straordinaria ricerca di William Marconi, comprendiamo proprio quei perchè, vi riporto il testo originale di questo nostro illustrissimo storico, vi consiglio di leggerlo per comprendere ancor meglio la grande figura di questo nostro parroco:

Non ho trovato documenti che consentano di dare una risposta provata; sono possibili solo congetture; ne propongo una: siamo alla vigilia dell'approvazione del Capitolato di Milano, che sarà solennemente celebrato il 3 settembre 1639; i Valtellinesi che hanno passato vent'anni tra invasioni di eserciti stranieri, carestie, epidemie, che hanno subito prepotenze, pagato taglie e contributi per mantenere le milizie di potenze estere, sono estenuati spiritualmente ed economicamente; i loro rappresentanti che tentano in estremo di ottenere condizioni, le meno gravi, per il ritorno ormai imminente dei Grigioni, vedono tutti i loro tentativi infruttuosi, si sentono alla fine come derisi, beffati.

E il Marinoni? Per oltre un ventennio ha vissuto in prima persona, e non solo con iniziative politiche e diplomatiche, il sogno di di dare la libertà alla sua gente, di assicurarle il rispetto e la difesa della religione dei padri; cosa è rimasto dopo tante lotte, a lui, ai Tiranesi, alla gente di Valtellina?

Domani, il 14 settembre 1639, tornerà il Vicario della Valle nominato dalle Tre Leghe, torneranno i podestà nei terzieri; potrà collaborare con loro come prevosto?

Potrà rassegnarsi ad essere loro suddito in un ruolo così significativo per i Tiranesi?

Meglio ritirarsi, continuare la sua attività di sacerdote e benefattore nell'ombra; così anticiperà di un anno circa, le decisioni dei compagni di tante vicende: il Robustelli che si esilierà a Gravedona, Azzo Besta che si stabilirà ad Erbano nel territorio di Venezia”.

 

Un' ultima importantissima nota la riservo alla sua eredità che considero certo materiale ma anche morale.

La comunità beneficiava dall'ex rettore del santuario, dall'ex parroco di San Martino molti beni; alla chiesa di Madonna andava gran parte delle sostanze, fatta da immobili, terreni e somme di denaro.

Alla cittadinanza, veniva destinata “La Scuola Marinona o Scolastica” , la sede a questa destinata era l'ex convento degli Agostiniani, che dopo la loro partenza era divenuta proprietà dello stesso

Marinoni, dal quale la sede del nostro comune ha preso il nome.

Per il funzionamento di tale scuola, erano stati depositati, presso il Banco S. Ambrogio di Milano, diecimila ducatoni.

Con l'interesse di questo patrimonio o capitale, si dovevano pagare in perpetuo, quattro insegnati ecclesiastici.

Bellissime, leggendole una ad una, anche le regole scritte dallo stesso Marinoni; queste riguardavano “Ordini e regole da osservarsi dai Signori Maestri” ed anche e giustamente “Ordini e regole da osservarsi dai Signori Scolari”.

La bontà di questo dottore, sacerdote, si interessava ardentemente al bisogno di istruzione di quell'allora popolo giovinetto del borgo. Egli non faceva alcuna distinzione tra figli di popolani, oppure di nobili.

Si doveva insegnare, scriveva in latino Marinoni, ai giovinetti sia popolani che nobili, sia poveri che ricchi, grammatica inferiore e superiore, umane lettere e retorica.

 

Bene siamo proprio al termine di questa mio piccolo viaggio. Marinoni ha dato tanto a quell'allora scuola del borgo. Voglio riproporre in questo finale un sunto della sue vicende in rima, lo scritto è contenuto sul prezioso volume “ 22 novembre 1912: prima campanella. Un secolo di scuola a Madonna.

 

“Ma …..chi era Giovanni Battista Marinoni?

In rima lo ricordiamo!

 

Nel 1586 a Tirano

il Marinoni era nato

e,una volta cresciuto, in diritto

civile ed ecllesiastico

si è laureato.

Nel 1620 ha preso parte alla

rivoluzione Valtellinese

ed è stato inviato ambasciatore

dal Marchese.

 

G.B. Marinoni durante un lungo

viaggio

è caduto da cavallo in un

difficile passaggio.

E' precipitato da ponte di Mazzo

nell' Adda

e per un lungo tratto è sato

travolto dalla forza dell'onda.

 

L' aiuto della Vergine di Tirano

ha invocato disperatamente

e ne è uscito salvo e sano

miracolosamente!

 

Ha ringraziato la Madonna

appendendo un ex-voto

che lo ha reso a noi ancor più noto.

Da quel momento ha deciso di dedicare la sua vita al bene del prossimo e di donare le sue sostanze alla gloria di Dio, l' Altissimo.

 

Nel 1630 prevosto della Collegiata di San Martino è stato nominato

e fino al 1637 nel governo dell Parrocchia di Tirano si è impegnato.

Anche un Ginnasio per istruire i giovani ha fondato

e per questo l'intero Palazzo Marinoni ha donato.

 

Nel 1638 alla Parrocchia ha rinunciato

ed alle opere educative si è dedicato.

Per i bambini ha lavorato

ed un sorriso ha regalato.

A ricchi e poveri ha insegnato,

tanto che un giusto

ringraziamento si è meritato.

 

Nel 1656, con testamento, suo

erede universale

il Santuario della Madonna ha

nominato

ed anche 10000 ducatoni per il

funzionamento

del Ginnasio ha lasciato.

A 70 anni è morto

e all'interno della Basilica è

stato sepolto.

La sua vita ancor oggi

ricordiamo

in questa scuola gioiosa che ora

FESTEGGIAMO!!!!

 

(Fine quarta e ultima parte)

 

FONTI: La Chiesa di San Martino in Tirano. Autori: Gianluigi Garbellini e William Marconi. Stampa: Finito di stampare nel mese di dicembre 1999 dalla Tipografia Bettini Sondrio.

Tirano. Autore don Lino Varischetti. Stampa: finito di stampare il 29 settembre 1961 presso la Tipografia Betttini in Sondrio.

22 novembre 1912: prima campanella, Un secolo di scuola a Madonna. Circolo Primario di Tirano, Scuola primaria “G.B. Marinoni”. Anno scolastico 2011-2012. Stampa: finito di stampare nel mese di maggio 2012 presso Tipografia Petruzio s.r.l. -Tirano ( So )

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