MENU

Natale: lavaggio del corpo e dell’anima

CULTURA E SPETTACOLO - 27 11 2017 - lettera firmata

CONDIVIDI

/natale

Manca un mese al Natale e già si intravede un fervore commerciale per questa festa che  dovrebbe essere la festa dell’anima, della gioia, della speranza che rinasce in tutti noi e non in uno sfoggio di sfrenato consumismo. Quante persone ho sentito dire, magari sottovoce : “Vorrei che le feste di Natale non ci fossero o non arrivassero mai”. Perché? Semplice.  Sentono che il S. Natale non è più Natale del loro cuore  e lo rigettano come una cosa che non interessa e che dà fastidio e noia.

 

Tanto affanno per compere, scegliere regali, un pensare e uno spendere soldi che magari non ci sono, pranzi, inviti   ecc. ecc. stroncano chi invece ha bisogno di quiete e di meditazione per gli affanni di un anno intero. Insomma, molti sperano che tutte le feste che ruotano interno a questo evento passino in fretta. Mi piace porre  un paragone non tanto ortodosso ma, considerato che tutto sommato  siamo diventati come “ macchine “ che ubbidiscono ai tempi dettati dall’economia,  può calzare.

 

L’altro ieri passando per il vialone centrale dell’Aprica ho visto la sfilata bella e ordinata di luminarie che si usano per le feste di Natale e che per molti di noi, sono diventate un simbolo “pagano “. Ero in macchina e vedendo  le luminarie cosi ben disposte e che davano una lucentezza insolita di colori alle auto parcheggiate al lati della strada ho paragonato il nostro corpo alla carrozzeria  delle macchine e l’anima al motore che le spinge. Il Natale che forse noi tutti  desideriamo dovrebbe essere un lavaggio del nostro corpo e della nostra anima contaminata, perché brilli, pulita da mille sporcizie e morchie di inquinamento che nel corso dell’anno,  con le nostre debolezze, i nostri vizi , i nostri più intimi peccati abbiamo accumulato  e che giacciono congelati nel sottofondo della nostra coscienza.

 

Il S. Natale potrebbe essere  paragonato al cambio delle “gomme” consumate e pericolose della nostra macchina , con il cambio “dell’olio” ormai sporco, che non lubrifica e fa grippare il motore , con il cambio dei “filtro” dell’aria  intasato da batteri inquinanti.  Tutti questi “ cambi “ per un buon funzionamento della nostra macchina sono un buon esempio per la salute e il buon funzionamento della  nostra anima, inquinata da mille teorie di vita, da ore e ore di messaggi e notizie negative che ci pervengono ogni giorno dai mass- media.  Come non vogliamo che la nostra  macchina sia sporca e ci lasci a piedi, così dovremmo fare un autolavaggio del nostro corpo, della nostra coscienza  interrogandoci su tutto ciò che ci immonda e che non ci rende felici per accogliere un S. Natale che sia una vera rinascita dello Spirito  e del corpo. Insomma facciamoci belli fuori e anche dentro ! Quanti giovani vedo per strada ordinati nel vestire e curati nel loro corpo . Saranno belli anche dentro?

 

La “ droga “ del consumismo, quella del “ relativismo”, del pensiero debole, della trasgressione per puro divertimento, della mancanza di fede e dei valori fondamentali della vita quali il bene, l’amore, la libertà non avranno sporcato, contaminato il loro animo? Nessuno può saperlo se non consultando se stesso. Ecco, il S. Natale presuppone una Fede in un Dio, ma non necessariamente solo in Lui,  anche nel Mondo. Questa fede già c’è in tutti noi,  ed è innata nel nostro Spirito ed è quella dell’ onestà e del bene. Forse possiamo porci  questa riflessione durante il Natale: “  E’ meglio essere un agnostico felice e onesto o un credente infelice e disonesto?”. 

 

Questa domanda per  un cristiano contiene un paradosso in quanto la vera felicità, la vera gioia nel cuore, è quella di lasciarsi sedurre da Gesù Cristo e tentare di vivere il suo Vangelo. In tal caso l’agnostico non può essere felice e il vero cristiano non può essere infelice . Ma io credo che in ognuno di noi coabita il “credente e il non credente ” . In questo conflitto c’è la fede dell’uomo . E’ necessario il “ buon combattimento “  della nostra ragione, specie nei bui momenti della vita , per trovare delle risposte che ci consolano. Io credo che sia meglio essere un agnostico che ricerca la sua fede nel Mondo e nel prossimo, spinto dall’onestà e da una” grazia “ inconscia,  che fa guardare quel Bambino nella culla come suo figlio, e desidera per lui il sommo bene che un credente senza dubbi, che crede solo in se stesso ,  disonesto,  bigotto, immerso in un bailamme di feste chiassose, tra regali costosi, pranzi da stressare lo stomaco e “ scusato e salvato “ perché partecipa alla Messa del S. Natale. 

 

Se non sentiamo la voglia del bene, dell’onestà è meglio non commemorare il S. Natale. La Fede è uno strumento che ci permette, con una sguardo sereno verso il Mondo, di credere lungo la storia dei tempi , di un qualcosa che ci porta  verso il bene e di amare il Mondo.  Il vero credente è colui che è felice e onesto,  e se cerca Dio lo può trovare in ogni luogo, specie nel prossimo e nelle sue creazioni quali la musica, l’arte, la pittura, la scultura, la filosofia, ecc. ecc.   Ricordo un fatto significativo.  Einstein,   lo scienziato  che studiò il macrocosmo nella sua immensa bellezza e ordine e che formulò la sua famosa teoria della relatività , dopo aver assistito ad un concerto con musiche di Beethoven, Bach e Brahms , eseguite dall’orchestra di Berlino nel 1929  disse  al grande violinista ebreo Yudi Menhuin  “Jetzt weiss ich, dass es einen Gott im Himmel gibt “ ( Adesso io so che c’è un Dio in cielo ).

 

Einstein, scoprì  Dio nella musica. Quel Bambino che vediamo nella culla a Natale lo possiamo vedere anche nelle opere dell’Uomo se le sue opere portano gioia, armonia, sapienza.  Chi volge lo sguardo con distrazione sul quel Bambino che nasce, lo vedrà solo come un bambolotto di plastica da dimenticare quando il pranzo di Natale sarà consumato e forse mal digerito. Quel Bambino  innocente a Natale sorride  a tutti. Sorride ai credenti d’ogni  confessione religiosa e anche a chi non crede. Soprattutto a tanti giovani così lontani e assenti nel credere, ma anche così volonterosi nel volere capire, con la propria ragione, le tradizioni lontane e i dogmi che la Chiesa ci insegna in una società così mutevole e disorientata come l’attuale.

 

Lettera firmata

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI