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Pieve di San Lorenzo

CULTURA E SPETTACOLO - 26 11 2018 - Mauro Cusini

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/La Pieve di San Lorenzo, Villa di Tirano

Le vicende della storia mi hanno sempre affascinato ed è per questo che, senza pretesa alcuna, mi sono permesso di utilizzare internet per delle modeste ricerche storiche. Approfittando dello spazio che gentilmente ci offre il Direttore, propongo ai lettori alcuni elaborati.

Mauro Cusini


 

Pieve di San Lorenzo

La chiesa pievana di San Lorenzo a Villa di Tirano, fu fondata con ogni probabilità nel corso del VII secolo.

Si scelse per la costruzione il punto di intersezione della “strada di Valle” la Valeriana con la strada proveniente dalla Valcamonica l’Itinerario Galleno, la quale, dopo essersi divisa nei due rami di Pian Gembro-Santa Cristina e del passo d’Aprica e nuovamente riunita a Stazzona, valicato il ponte sull’Adda (il noto pùnt de sàss), puntava dritta su Villa ai piedi del versante retico per fondersi con la principale. L’unica strada proseguiva poi verso la valle di Poschiavo, biforcandosi, dopo il ponte della Folla sul Poschiavino, nel ramo verso Tirano e l’alta valle dell’Adda lungo itinerari praticati fin dai tempi preistorici.

 

Villa e non Tirano, allora semplice vicinanza della prima, ebbe importanza nel Medioevo in quanto capoluogo delle pieve che esercitò la sua giurisdizione religiosa e civile in un vasto territorio, dai confini con la castellanza di Teglio (dal Rio di Bianzone e dal Rio della Motta) alla Valchiosa (presso Sernio) e alla Valle del Termine in Valle di Poschiavo. La pieve di Villa fu tra le più antiche della diocesi, come indica la dedicazione al martire Lorenzo.

 

Le notizie sulla vita di san Lorenzo, che pure in passato ha goduto di una devozione popolare notevole, sono scarse. Si sa che era originario della Spagna e più precisamente di Osca, in Aragona, alle falde dei Pirenei.

 

Ancora giovane, fu inviato a Saragozza per completare gli studi umanistici e teologici; fu qui che conobbe il futuro papa Sisto II. Questi insegnava in quello che era, all'epoca, uno dei più noti centri di studi della città e, tra quei maestri, il futuro papa era uno dei più conosciuti ed apprezzati. Tra maestro e allievo iniziarono quindi un'amicizia e una stima reciproche. In seguito entrambi, seguendo un flusso migratorio allora molto vivace, lasciarono la Spagna per trasferirsi a Roma.

 

Quando il 30 agosto 257 Sisto fu eletto vescovo di Roma, affidò a Lorenzo il compito di arcidiacono, cioè di responsabile delle attività caritative nella diocesi di Roma, di cui beneficiavano 1500 persone fra poveri e vedove.

 

Al principio dell'agosto 258 l'imperatore Valeriano aveva emanato un editto, secondo il quale tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi dovevano essere messi a morte. L'editto fu eseguito immediatamente a Roma, al tempo in cui Daciano era prefetto dell'Urbe. Sorpreso mentre celebrava l'eucaristia nelle catacombe di Pretestato, papa Sisto II fu ucciso il 6 agosto insieme a quattro dei suoi diaconi, tra i quali Innocenzo; quattro giorni dopo, il 10 agosto, fu la volta di Lorenzo, che aveva 33 anni. A partire dal IV secolo Lorenzo è stato uno dei martiri più venerati nella Chiesa di Roma.

 

 

Fonti:

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