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Racconto verosimile di un devoto alla B.V. di Tirano

CULTURA E SPETTACOLO - 26 09 2018 - Racconto firmato

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/apparizione madonna di tirano

E’ la notte del 29 settembre del 1504.

Mario è al capezzale di suo fratello che ormai sta morendo.

Invoca singhiozzando: “Madonna, madre nostra dove sei? Perché non ci aiuti?

Mio fratello Benedetto ti ha sempre invocato nel momento del bisogno , tu sempre l’hai esaudito, ti ha amato come si ama una madre, aiutalo ancora una volta.

Guardalo; il suo volto ha il colore della morte , il suo respiro ha l’affanno degli ultimi momenti di vita, i suoi occhi sono ormai spenti, aiutalo ti prego.”

E’ notte fonda, si sente solo il rantolo affannoso di Benedetto.

Un grande sconforto l’assale poiché non può fare nulla per suo fratello; può solo pregare.

Giunge l’alba del 29 settembre.

Un tenue chiarore rompe il buio della notte dietro le cime dei monti del Mortirolo.

Mario pensa: oggi mio fratello non vedrà il sorgere del sole, oggi morirà, la Madonna non mi ha ascoltato, Iddio non ha sentito le mie preghiere.

Siamo stati abbandonati!

Pietà, Madonna santa. aiutaci ancora una volta !”

Poi preso da angoscia si alza e si affaccia alla finestra che guarda sulla sua vigna e vede l’ombra del grande fico.

In quella vigna suo fratello andava nei momenti più dolorosi e amava stare sotto il grande e antico fico e pregare; era per lui come una chiesa.

Raccoglieva i frutti di quell’albero gustandoli come fossero una grazia del Signore.

Amava pregare sotto il fico poiché quell’albero malgrado le stagioni secche o umide, cattive o buone dava sempre dei frutti buoni.

Per lui era il simbolo di chi dà sempre cose buone malgrado riceva in cambio poco o nulla , di chi subisce pene e sofferenze e restituisce solo amore.

Mario guarda Benedetto e teme sia morto, ormai il suo respiro non si sente più .

Da quattro giorni non mangia, le sue labbra sono secche e dure.

Mario pensa: Mio fratello nell’agonia forse desidera sentire sulle labbra il sapore del frutto dell’albero buono della vigna, il frutto del grande albero che lui amava.

Andrò nella vigna presso il grande fico per raccoglier i frutti tanto amati, glieli porterò, li porrò fra le sue labbra secche, sentirà il dolce sapore e aprirà gli occhi così potrò per un attimo parlagli.”

Il sole ancora indugia a nascere dietro i monti, il chiarore dell’alba lentamente invade le cime come la luce della speranza invade il cuore che crede in Dio con il nascere d’ogni giorno.

Lassù, sulle creste dei monti, la luce del sole è come una lanterna dietro ad un sipario.

Mario è sotto il grande fico e ha tra le mani un cesto, alza lo sguardo e indugia un momento a causa del tenue chiarore , poi coglie dei fichi e li deponi nel cesto con amorevole cura.

Il suo gesto è lento, senza tempo, da uomo pensoso e angosciato.

Un alito di vento muove le grandi foglie del fico, una leggera brezza s’alza nella vigna ; gli uccelli che pigolano tra i noccioli e i gelsi si quietano.

Il rumore dell’acqua del Poschiavino si attenua e poi scompare, tutto tace, tutto si quieta.

Il cielo sulle cime del Mortirolo è cristallino, le cime dei monti della Carona ancora non si vedono, il chiaro tenue e cristallino si spegne sul monte Padrio.

Tutto tace, la brezza che prima s’è alzata ora non c’è più.

Poco più a monte, in un orto e ad un tiro di pietra dal grande fico , si scorge un chiarore come di sole che spunta dietro le cime dei monti.

Il chiarore illumina il grande muro che circonda l’orto ; là Mario è in ginocchio .

Quella luce rischiara la terra del piccolo orto e forse la terra emana una luce chiara, il suolo risplende come avvolto in raggi di sole.

Sulle cime del Mortirolo il sole ancora non c’è.

Mario è in ginocchio, i suoi occhi brillano di felicità, parla sottovoce..

Quella luce nell’orto ora è più intensa del sole, l’aria è invasa da una fragranza di soavi profumi.

Mario è immobile con le mani giunte e alte verso il cielo, il suo corpo è immerso nella luce intensa e appare sollevato dal suolo.

Il piccolo orto della Folliva vive di luce propria.

Mario parla e sorride fino a quando le ombre tornano a invadere il piccolo orto e s’alza la brezza che accompagna il rumore delle acque del Poschiavino

Ora la luce del sole invade le cime dei monti e rischiara la valle ; la luce Santa si è spenta: è nata la luce del giorno.

Tutto ora è come prima ; un altro giorno è sorto ma in questo borgo ma nulla è più come prima.

Un fatto prodigioso è avvenuto nell’orto presso il ponte della Folliva; la Madonna è apparsa a Mario Homodei, uomo buono e mite.

Sì, è certo , la Madonna è apparsa

Mario racconta .

Quando ero presso il fico per raccogliere i frutti da portare a mio fratello Benedetto tutti i monti intorno mi sono apparsi illuminati da una grande e intensa luce.

Mi sono guardato intorno per sapere da quale luogo provenisse questa luce, poiché il sole non era ancora nato dai monti del Mortirolo .

Ero stupito ma felice d’essere immerso in tanto chiarore, poi mi sono sentito sollevare da terra e depositato nell’orto della Folliva.

I monti e tutt’intorno mi sono apparsi illuminati da una luce chiara , come di sole a mezzogiorno.

 

Una giovane donna d’età di quattordici anni o forse poco più m’è apparsa

E’ vestita con una bianchissima tunica, e da quella tunica emana la luce che illumina i monti e ogni cosa intorno a me.

La giovane donna mi è apparsa contornata da una moltitudine di angeli che cantavano gloria a Dio.

Stupito e impaurito ho sentito chiamarmi per nome e io ho risposto con la parlata nostra : l’è bée ?

Lei mi ha risposto come fa la nostra gente : Bée ta garée.

Poi sorridendo la giovane mi ha detto:

“Vai a Tirano, dirai a quella popolazione che in questo luogo si costruisca un Tempio per il culto e la religione del vero Iddio e dedicato al mio nome .”

Sentendo queste parole ho capito che mi stava innanzi la Gloriosa Vergine e così ho risposto ”Gloriosa vergine , come crederanno mai, che sei tu quella che mi manda ?”

La Gloriosa Vergine mi ha risposto: “ Dì a quella popolazione che non assolvendo questo mio desiderio la peste che ora si trova nelle bestie e nelle persone colpirà ancora e per far credere ciò che tu dirai a loro , tuo fratello Benedetto che da poco hai lasciato moribondo nel letto, guarirà“.

Poi la Gloriosa Vergine è scomparsa lasciando una fragranza di soave profumo di viole “.

E’ certo, caro Mario, la Madonna ti è apparsa poiché tu sei uomo buono e mite: te ne saremo grati per sempre.

 

Racconto firmato

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