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Riscoprire il valore del dialogo

CULTURA E SPETTACOLO - 20 08 2019 - Ercole Ricci

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Le parole sono importanti, quindi vanno usate con cura e parsimonia. Viviamo in un'epoca in cui tutti amano parlare ed esporre il proprio punto di vista e in pochi hanno la capacità di ascoltare. Il dialogo tra individui va scomparendo, eppure parlando si risolvono problemi e controversie, si trovano accordi e compromessi.

 

Per quanto possa sembrare banale, occorre esercitare la nostra capacità all’ascolto perché saper ascoltare gli altri è un talento destinato a farci vivere meglio. Saper ascoltare è una capacità che dobbiamo imparare a coltivare, se vogliamo che le relazioni che intratteniamo con gli altri si convertano in qualcosa di bello e produttivo. Saper ascoltare aiuta a scongiurare il rischio di compromettere il processo comunicativo.

 

Parlare e confrontarsi sono aspetti della nostra vita quotidiana spesso sottovalutati, utili strumenti per risolvere problemi sul lavoro, in famiglia e in tanti altri ambiti. E quindi a raggiungere con più facilità quegli stessi obiettivi concreti che ci siamo prefissati. Mantenere sempre aperto il canale di comunicazione con tutte le altre persone che gravitano attorno alla nostra quotidianità è fondamentale. Quando c’è un problema, quando si inizia ad alzare la voce, o a lamentarsi, la soluzione è solo una: sedersi a un tavolo e parlare. Ma soprattutto: ascoltare.

 

Al giorno d’oggi siamo circondati di parole, di persone che esprimono le loro idee e le loro posizioni, persone che vogliono tenersi stretto il diritto di parola, esponendo e facendo valere il proprio punto di vita senza lasciare la possibilità all’interlocutore di far sentire la propria voce. Si finisce così per mantenere ognuno la propria posizione. C’è chi, per non ammettere un errore o evitare un confronto spiacevole, può appellarsi a piccoli dettagli. Queste persone non vogliono mentire, nè manipolare o distorcere la realtà, semplicemente vogliono evitare le critiche e per farlo sono disposte ad “arrampicarsi sugli specchi”.

 

Nel dialogo vero e proprio, invece, ci si deve confrontare, tutti devono contribuire e arrivare a un risultato che sia di beneficio per tutti.  Il dialogo crea l’ascolto, così come l’ascolto crea le condizioni per l’esistenza del dialogo. L’ascolto è un disporsi verso l’altro, e perché ci sia disposizione all’ascolto dovrà esserci un interesse ad ascoltare, ad ascoltarsi. 

 

Non è detto che sia facile, ascoltare e mettersi in una posizione di apertura al dialogo richiede grande allenamento e forza di volontà. perché ci sono persone  che ti ignorano quando c'è un problema anziché risolverlo; altre che preferiscono il silenzio anziché una sana discussione. La base di ogni interazione è saper riconoscere sempre che le condizioni più gradevoli si presentano  quando gli individui sono aperti al dialogo. quando ognuno può dire la sua ed ognuno può arricchire l’altro con le proprie esperienze ed emozioni positive. Il dialogo non ha come fine il consenso ma un reciproco progresso, un avanzare insieme. 

 

C’è un vecchio libro del 1999, scritto da Daniel Yankelovich, in cui a un certo punto vi si legge: “Tramite il dialogo, abbiamo la possibilità di penetrare le superficialità e le difese di cui solitamente ci facciamo scudo. Ci ascoltiamo e rispondiamo a vicenda con un’autenticità che aiuta a forgiare legami fra di noi”. 

 

Ercole Ricci

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