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Tirano rivista nelle cartoline e stampe d'epoca

CULTURA E SPETTACOLO - 31 03 2020 - Intorno Tirano

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/Proprietà Giancarlo Vettrici
Proprietà Giancarlo Vettrici

Ormai da alcuni anni, Ivan Bormolini collabora attivamente con questa testata. Nelle sue rubriche ha descritto eventi, personaggi e luoghi che per la storia e l'arte di Tirano sono ancor oggi importantissimi.

Oltre a trattare fatti di attualità, li ha spesso collegati al passato: ne siano di esempio le pubblicazioni sul professor Eugenio Morelli e, nello scorso mese di gennaio, una serie di sei puntate sulla storia del Villaggio Sanatoriale Eugenio Morelli.

 

La sua passione per la ricerca, unitamente alla sua ventennale esperienza giornalistica tutta incentrata su Tirano, come lui stesso spesso afferma, è frutto del lavoro di tanti storici che nel passato hanno dato vita a preziose pubblicazioni, dalle quali trae le sue fonti. Nel suo descrivere diversi argomenti, non si limita a riportare il tutto in modo palesemente copiato, ma introduce spunti di riflessione che invitano i lettori a conoscere e commentare, fornendo le loro idee e opinioni.

 

Insomma, il suo metodo di lavoro non è da considerarsi per nulla “artificioso” o astratto, ma è fonte di ulteriore conoscenza e di approfondimento.

Alcuni giorni fa mi ha presentato il suo nuovo lavoro: “Tirano rivista nelle cartoline e stampe d'epoca”. Posso dire analizzandolo, che si tratta di un notevole bagaglio di informazioni e riflessioni su questa città. Ciò che vi proporrà sarà una panoramica tra le contrade e le piazze del borgo, ma soprattutto, puntata dopo puntata, metterà in risalto particolari che, certamente, nell'evolversi costruttivo di Tirano, hanno privato la stessa di alcuni aspetti che, col senno di poi, hanno tolto qualcosa, sia dal punto di vista storico che architettonico.

Marco Travaglia

 

 

Nel ringraziare l'amico Marco Travaglia per le parole che ha voluto dedicarmi e per darmi, anno dopo anno, la possibilità di poter portare avanti la mia passione per il giornalismo locale, vi racconto cosa ha scaturito in me la voglia di redigere questa nuova rubrica.

Agli inizi del secolo scorso, Tirano appariva ancora quasi interamente raccolta all'interno della cinta muraria voluta da Ludovico Sforza detto “Il Moro”. Poche erano le eccezioni al di fuori di quella imponente costruzione: la via San Giacomo (già Piantoledo), l'antichissima contrada dei Visoli ed ancora il Dosso con quelle pochissime attuali testimonianze del suo castello. Certo non possiamo dimenticare Madonna di Tirano, il santuario e quella via Rasica che era il cuore della frazione.

 

Bello oggi sarebbe veder bene conservate chiese scomparse per sempre: la chiesa di Santa Maria, quella di sant'Adalberto in via Visoli, oppure quella di San Vigilio al Dosso. Risulterebbe altrettanto interessante capire con esattezza la storia del convento dei Cappuccini in quella località denominata un tempo Portone dei Frati.

Appariva quasi isolata la stazione ferroviaria risalente al 1902, così anche nel 1908 quella della ferrovia Retica, dichiarata nel luglio del 2008 dall'Unesco Patramonio dell'Umanità.

E' sicuro che questo patrimonio ferroviario, unitamente alla lungimirante visione di Carlo “Carlin” Perego (1914 ), ed altri imprenditori abbia dato notevole impulso a quella Tirano d'altre epoche.

Prestigiosi in tale ambito erano il Grand Hotel Tirano, l'Hotel Restaurant de la Gare ed il Restaurant Suisse.

 

Sin verso il santuario Mariano, quell'allora viale Vittorio Emanuele, se non per qualche raro caso, vedeva poche costruzioni, alcune delle quali ancor oggi esistenti. Tra queste lo storico opificio Mottana, di proprietà dell'omonima famiglia, che sin dal tardo 800, dava lavoro a più di cento operaie tiranesi, le storiche filandaie.

Quasi poetica, mista ad una forte vocazione religiosa era ed è la vista del santuario. Attorno a questa grandiosa edificazione, vi era un'allegoria di botteghe rievocanti gli antichi fasti della storica fiera di San Michele.

Un'allora piazza ben lontana dall'attuale assetto, bella la facciata originale del palazzo San Michele. Di fronte ad essa il palazzetto del Penitenziere, sede del Museo Etnografico Tiranese.

Ma in questo ampio contesto risultano cariche di storia la via Rasica e quel piccolo mondo che si raduna nei pressi della zona di San Rocco.

 

Già perché anche quella bella chiesa, che doveva essere per Gian Giacomo Medici, detto il Medeghino, un fortino contro i Grigioni, per volere e volontà dei tiranesi, nobili famiglie comprese, era divenuta luogo di culto.

Qualche giorno fa, ho ripreso in mano un volumetto che fa parte della mia piccola biblioteca personale che custodisco gelosamente, arricchendola di tanto in tanto con pubblicazioni dedicate alla storia di Tirano e della Valtellina.

Si tratta dell' opera “Tirano in cartolina”, Appunti ed Immagini della Manifestazione “I 500 anni delle Mura di Tirano”.

Il libro a cura di Enzo Brè e Michelini Falciani, oltre a fornire una dettagliata documentazione dell'edificazione delle mura di Tirano, presenta una ricchissima vetrina di cartoline e stampe d'epoca provenienti da varie collezioni.

 

Osservandole una ad una, mi sono posto alcune riflessioni e domande su quella Tirano di ieri e quella di oggi.

Oltre a quest'opera ho ricercato su altri volumi cartoline, descrizioni e didascalie per arricchire questa mia ricerca.

E' innegabile, che sia il fervore costruttivo dei primi anni del 900, oppure il boom edilizio del quarantennio tra gli anni sessanta e novanta e che ancor prosegue in misura minore in questo nuovo secolo, abbia profondamente cambiato Tirano.

Un borgo, divenuto prima paese e poi città, che si è espanso con diverse tipologie costruttive residenziali, artigianali, commerciali ed industriali.

 

Tutto questo è da considerarsi positivo. Ma in questo ormai secolare percorso sono andati parzialmente persi per sempre alcuni luoghi, monumenti e stili edilizi che se mantenuti nella loro originalità avrebbero conferito alla Tirano odierna ulteriori valori aggiunti oltre a quelli esistenti.

Ecco perchè ho deciso di proporre un viaggio ed un'analisi tra quel borgo di ieri e la città dei giorni nostri.

Sarà un percorso in più puntate, dove analizzerò gli aspetti di ieri e le situazioni attuali, queste ultime spesso non degne ed incapaci di ricordare ciò che era stato e ciò che era stato costruito.

 

Proponendovi questo lavoro, spero di fare cosa gradita, per qualcuno sarà un ricordare e per altri un conoscere.

In ogni pubblicazione verranno aggiunte cartoline e stampe d'epoca, inerenti ai luoghi di Tirano presi in esame.

Auguro a tutti una buona lettura. Spero soprattutto che dalla nostra pagina Facebook, non manchino commenti contenenti ricordi, magari legati alle nostre contrade dove siamo nati e cresciuti delle quali conserviamo ricordi di vita famigliare e di quel mondo bucolico, vissuto tra quelle oggi silenziose ed abbandonate corti.

 

Ivan Bormolini

 

La cartolina di copertina “Tirano Panorama” è stata spedita da Tirano il 17.9.1902 Ed. G. Bonazzi. Proprietà Giancarlo Vettrici

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