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Wolfang von Rayter e il legame con il beato Mario

CULTURA E SPETTACOLO - 06 09 2019 - Ivan Bormolini

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/L'apparizione
L'apparizione

Coloro che in questi anni hanno seguito la mia rubrica sulla storia tiranese, sapranno che nel mese di settembre ho sempre dedicato approfondimenti agli eventi legati all'Apparizione delle Beata Vergine Maria al Beato Mario Homodei, risalente al 29 settembre 1504.

Le mie ricerche, non hanno mai volutamente toccato i momenti di quella domenica mattina, già conosciutissimi, ma hanno voluto rivolgere l'attenzione a fatti collaterali. Questi non sempre sono riportati nelle molte documentazioni, ma rivestono notizie da conoscere e ricordare nell'ampio contesto storico legato al prodigioso evento dell'orto della Folla.

 

In concomitanza con l'Apparizione, ai miracoli seguiti ed alla grande devozione dei fedeli, anche l'economia locale di quel tempo aveva tratto vantaggi non di poco conto.

A testimonianza di quest'ultima voce o fattore, si può affermare che dopo l'Apparizione si era registrato un incremento dei rapporti commerciali ed economicamente produttivi per l'economia tiranese e della valle.

Non era stato dunque un caso se già nel 1514, una delegazione della comunità tiranese chiedeva ed otteneva dalle Eccelse Tre Leghe, la possibilità di dar vita alla grandiosa e storica fiera di San Michele. Una manifestazione commerciale da tenersi proprio attorno all'erigente tempio mariano e nelle vicine zone, che anno dopo anno aveva riscosso una valenza internazionale.

 

In questo contesto produttivo-commerciale, si inseriva una figura molto particolare, ovvero quella di Wolfang von Rayter, nobile trentino originario di Mezzana d' Adige.

La sua presenza a Tirano nelle vesti di facoltoso uomo d' affari, non poteva definirsi casule, così come non era assolutamente trascurabile la sua devozione alla Madonna.

Il nobile von Rayter, aveva intuito che i fatti di quel 29 settembre, avrebbero notevolmente intensificato la fitta rete commerciale ed economica che nei periodi precedenti si era sviluppata tra la Valtellina e i territori dell'arco alpino.

 

Ma chi aveva portato von Rayter a Tirano?

Qui si inserisce la figura del Beato Mario. Quest' unico protagonista dei fatti della Folla, aveva fatto sue le parole della Vergine Maria a lui apparsa, tra le quali:

Va per tuto donda che tu puji andare et notifica questa aparitione et miraculo”.

L' Homodei era divenuto il principale comunicatore di una missione che lo aveva visto spostarsi in vari luoghi per diffondere il messaggio Mariano. Una sorta di pellegrinaggio mirato anche a raccogliere fondi utilissimi alla continuità costruttiva del santuario.

 

In quel suo viaggiare, Mario era passato anche per il Trentino e forse era stato ospite nella casa di Wolfgang.

Qui, in una dimora certamente nobile, il racconto di Mario, potrebbe aver stimolato la curiosità economica di quell'affarista ed anche quella devozionale.

Sta di fatto che quest'ultimo, si persuase della necessità di trasferirsi a Tirano con la sua famiglia e una dote, certamente non indifferente composta da ricchezze ed affari da individuare e concludere.

 

Il legame di amicizia tra Mario Homodei e Wolfgang von Rayter, analizzato in un contesto economico è facilmente deducibile.

Nell'arco di pochissimi anni successivi all'Apparizione, il nobile trentino con una certa fretta si era premurato di acquistare tutto ciò che poteva nell'allora borgo tiranese e dintorni. Ben inteso, non si trattava di compravendite casuali, ma tutte mirate.

Nel 1514, era divenuto proprietario per 250 lire imperiali, di un complesso di edifici in località Miscent a Madonna di Tirano.

Un gran buon patrimonio, comprendente una fucina, un mulino con pila e una folla comprensiva di acquedotto.

Il tutto è testimoniato in data 18 ottobre 1514, con rogito di Giovanni Pietro de Homodei.

 

Nei tempi successivi, lo stesso risultava proprietario di una fucina in località Cologna, ( 15 marzo 1515, rogito sempre di Giovanni Pietro de Homodei ). A questi se ne andavano a sommare altri, tra cui proprietà del comune di Tirano in località Valchiosa.

Tra i due si era creato un rapporto di amicizia e fiducia molto stretto, questo viene ulteriormente confermato da una serie di atti di compravendita e locazione, dove Mario compariva sovente in qualità di procuratore dello stesso von Rayter a Tirano: 18 ottobre 1514, 17 ottobre 1516, 30 ottobre 1516, con rogiti di Giovanni Pietro de Homodei.

E in questo contesto particolare, pare risultare quasi ovvia una deduzione inerente al rapporto tra i due: ho prima citato la località Miscent, anticamente detta anche dei Miscenti ed oggi denominata via Miscent, zona immediatamente dietro al palazzo San Michele ed al cospetto del bel parco.

 

In quel luogo anticamente vi era il punto di congiunzione tra le acque del fiume Adda e del torrente Poschiavino; in epoche remote tutti e due i corsi d' acqua seguivano percorsi ben diversi rispetto agli attuali, e lì si univano, deriva da quell'incontro l'antica denominazione della zona “miscere o mescolare”.

Ed era anche lì, che a pochi passi che vi era l'abitazione della famiglia del Beato Mario, ancor oggi ben visibile, passando dalla via a lui dedicata.

Questo testimonia, considerando i rogiti citati ed interessati agli acquisti di von Rayter in quel preciso luogo, l'unione tra i due.

 

Non è possibile sapere quanto questi beni avessero fruttato al von Rayter, sta di fatto che in larga parte, compresi i terreni acquistati, tutto ben si inseriva in un tessuto economico e produttivo, e quindi redditizio.Pensiamo per esempio alla folla o follone, antica macchina per la lavorazione di prodotti tessili, da cui l'intera zona aveva con ogni probabilità perso la denominazione.

Ne è prova della resa di questi possedimenti l'atto che il trentino aveva fatto: questi infatti devotissimo alla Madonna, in punto di morte beneficiava il Comune di Tirano di un'ingente donazione patrimoniale ( abitazioni, folle, fucini e mulini ), oltre a fitti livellari situati in varie zone del tiranese.

Anche la sua casa situata proprio nei pressi del santuario, era stata oggetto di donazione; sempre come cita il rogito di Maffeo Nova, in data 17 dicembre 1519, Wolfang von Rayter disponeva altresì, in favore della sua anima e di quella della moglie, un beneficio di 101 lire imperiali annue affinché venissero celebrate almeno cinque messe settimanali presso la chiesa dell'Apparizione.

 

Ivan Bormolini

 

FONTE: Il “Libro dei Miracoli” della Madonna di Tirano. Autrice Saveria Masa. Associazione Amici del Santuario della Beata Vergine di Tirano. Impaginazione e grafica Massimo Mandelli. Stampa Tipografia Bettini Sondrio. Legatura Legaservice – Lissone.

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