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Anche l'Unione Cts contro l'ipotesi di nuovi supermercati

ECONOMIA E POLITICA - 01 12 2017 - Redazione

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La forte preoccupazione, alimentata dalla paventata ipotesi di nuovi grandi insediamenti commerciali sul territorio valtellinese, sta dando vita a un dibattito e a un’articolata riflessione sul futuro che si intende progettare per la nostra Valle. In questi anni, l’art. 64 delle norme di attuazione del Piano Territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) – articolo che, nel quadro più generale di una pianificazione a tutela delle specificità del nostro territorio, stabilisce precisi e inequivocabili criteri di salvaguardia e consolidamento della rete del piccolo commercio al dettaglio – è stato applicato a macchia di leopardo: vi sono stati Comuni che lo hanno osservato e altri, purtroppo parecchi, che troppo spesso lo hanno disatteso.

 

Nel passato, infatti, amministrazioni comunali decisamente inclini a compiacere gli interessi della grande distribuzione hanno adottato in materia urbanistica e di uso del territorio scelte assolutamente non condivisibili, in quanto non compatibili con i principi generali di una pianificazione attenta e responsabile del comparto distributivo - nonché con gli aspetti ambientali e paesaggistici e di salvaguardia dell’immagine turistica del territorio - che la Provincia si poneva l’obiettivo garantire con il Ptcp. Decisioni che si sono dimostrate in contrasto anche con le vigenti normative regionali (Programma triennale del settore del commercio e Deliberazione della Giunta Regionale n. VIII/6024 del 7 dicembre 2007) in materia di pianificazione commerciale, in riferimento da un lato a nuovi insediamenti della grande distribuzione, dall’altro ai limiti dimensionali per le medie strutture di vendita in ambito montano.

 

Tali Comuni hanno perciò rinunciato a una visione lungimirante, in cambio di pochi ed effimeri vantaggi immediati. Un modus operandi i cui deplorevoli risultati sono sotto gli occhi di tutti, in fatto di consumo di suolo e di compromissione del delicato equilibrio della rete dei piccoli negozi del commercio al dettaglio, con pesanti conseguenze anche in termini di presidio della nostra realtà montana, nei paesi di mezza costa come in quelli del fondovalle e nei centri mandamentali, in quanto ogni vetrina che si spegne è un pezzo di vita sociale che muore, un danno non solo per il singolo operatore ma per l’intera comunità.

 

L’auspicio è che d’ora in avanti queste perniciose prassi non vengano più messe in atto e che si cambi sul serio. L’Unione del Commercio e del Turismo si augura, pertanto, che tutti i Comuni della nostra provincia si dimostrino finalmente sensibili ai valori primari di rispetto e salvaguardia del territorio in un’ottica di sostenibilità e che, quindi, in sede di discussione del proprio Piano di Governo del Territorio (Pgt) e di introduzione di nuove eventuali varianti, tengano conto di quanto stabilito dall’articolo 64 delle norme di attuazione del Ptcp. Ben vengano, dunque, quelle istituzioni – come di recente la Provincia di Sondrio con la presa di posizione del presidente Della Bitta, anche a seguito dell’esplicita sollecitazione da parte dell’Unione del Commercio e del Turismo - e quei Comuni che si dichiarano sensibili a questo tema. Oggi più che mai è necessario tenere alta l’attenzione e che dalle parole si passi ai fatti, per un futuro che vogliamo finalmente sostenibile per la nostra Valle.

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