Auto, tra emotività e razionalità degli acquisti

Il mercato delle auto è ricco, con tanti concorrenti pronti a giocarsi i clienti a suon di spot pubblicitari. Nel passato ce ne sono stati di memorabili, come per esempio quello del creativo pubblicitario David Ogilvy, che recitava: “A 60 miglia all'ora il rumore più fastidioso della nuova Rolls Royce viene dall'orologio elettrico”.

La migliore campagna pubblicitaria del secolo scorso, però, secondo “Advertising age”, è la celebre Think Small del maggiolino Volkswagen (1959), realizzata da un altro guru del settore, Bill Bernbach.

Anche ai giorni nostri la creatività riguardo le pubblicità del settore auto non sembra essere da meno. Nel corso del 2018 sono almeno due gli spot apprezzati da critici e grande pubblico. Il primo è del marchio Lexus e si intitola “The art of standing out (l'arte di distinguersi)”. In questo caso l'eleganza dell'auto si sposa con con la bellezza di opere di grandi artisti, come Van Gogh o Koons.

Il secondo interessa ancora una volta il marchio Volkswagen, ma questa volta il modello Golf. Lo spot gioca sul desiderio dei bambini di possedere dei potenti bolidi, come una Lamborghini. Uno di questi distrae un fanciullo che finisce improvvissamente in mezzo alla strada. Fortunatamente, in quel momento sopraggiunge una Golf con il nuovo sistema di assistenza al conducente. “Bambini continuate a sognare”, conclude genialmente lo spot.

Questi che abbiamo elencato sono un ottimo esempio di quanto le emozioni suscitate nella pubblicità siano importanti per avere successo nelle vendite. Ma una volta consumato l'atto dell'acquisto, ai compratori occorre tornare alla realtà e preoccuparsi di avere un'auto sempre efficiente e con pezzi funzionanti, come quelli che si trovano su questo sito (tuttiautopezzi.it). L'emotività dello spot, insomma, deve tornare a coniugarsi con la razionalità della vita quotidiana.