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Comitati contrari alle proroghe per l'idroelettrico

ECONOMIA E POLITICA - 13 03 2023 - Guido Monti

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Le concessioni idroelettriche sono sempre al centro del dibattito pubblico essendo considerate una partita importante da cui dipendono i destini delle popolazioni dell'arco alpino.  A prendere una decisa posizione è stavolta il Coordinamento dei Comitati del Grande Idroelettrico dell’Arco Alpino e Appennini, che in un comunicato diffuso alla stampa esprime la propria contrarietà alla rideterminazione in aumento della durata delle concessioni, considerata come l’ennesimo favore ai produttori di energia.

 

 I Comitati si oppongono alla proroga camuffata delle concessioni idroelettriche e sono invece favorevoli ai bandi di gara con criteri che siano vicini ai territori montani. A loro parere l’aspetto economico e finanziario è notevole in quanto la produzione d’energia idroelettrica in Italia si aggira attorno ai 48 teravattor (TWh). e ci sono in ballo interessi consolidati e azioni delle lobby parlamentari che vorrebbero garantire agli attuali produttori delle concessioni 'perpetue' per favorire i loro ingenti guadagni attraverso la proroga di quelle scadute o in scadenza. Questa viene ritenuta una visione miope della libertà del mercato e della concorrenza tra le imprese idroelettriche, per la quale si scomoda addirittura il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza paventando rischi per il controllo di asset strategici per l’autonomia energetica nazionale. In un mercato globale dell’energia, fare leva sulle paure dello stranier è insensato perché i dati dimostrano che in realtà già adesso la gran parte delle 74 concessioni in scadenza è in considerevole mano estera e solo 4 appartengono a società interamente italiane. Non a caso il presidente di IREN e vicepresidente di Utilitalia Luca Dal Fabbro,ha dichiarato che occorre un Piano Marshall per l’acqua e l’energia idroelettrica nel quale possano trovare un ruolo anche fondi internazionali. Invece prevalgono 'multiutility' che hanno perso il legame con il territorio, in particolare quello montano, che si fa carico della presenza degli impianti. I Comitati pensano a modelli alternativi alle speculazioni finanziarie.e ritengono che attraverso le gare per il rinnovo delle concessioni si debba passare a un sistema completamente diverso, che veda finalmente la partecipazione degli enti e delle comunità locali alle concessioni.

 

Per questo chiedono, come previsto dalla legge vigente, che le gare si svolgano al più presto secondo il modello pubblico-privato, dapprima affidando le concessioni a società totalmente pubbliche e mettendo poi a gara la scelta di un partner privato minoritario, che sarà responsabile della gestione degli impianti e dell’energia prodotta. Questa è ritenuta la soluzione migliore dai Comitati, che si attiveranno celermente per presentare ai ministeri interessati le richieste dei territori, dando vita ad una campagna informativa dell' opinione pubblica.

 

Guido Monti

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