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Energia a prezzi calmierati per le province montane sedi di impianti

ECONOMIA E POLITICA - 10 04 2022 - Gruppo di lavoro

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Con i bandi è necessario un nuovo patto con il territorio su ambiente, lavoro, sostenibilità ed energia a prezzi calmierati per le province montane sedi di impianti.

 

La regione Lombardia ha disciplinato le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche in Lombardia con la Legge Regionale n.5 del 2020. Apprendiamo dall’assessore regionale Massimo Sertori della volontà di attuare la legge e di procedere all’indizione dei primi bandi per i rinnovi entro fine anno (2022). Una svolta per un settore che ha subito immobilismo degli ultimi 22 anni e che non ha attuato le previsioni del Decreto Bersani del 1999.

 

Le società produttrici e la politica nazionale sono contrari alle gare e in questi anni hanno lavorato per mantenere lo status quo ed impedire un’apertura del settore che avrebbe portato alla ridefinizione delle gestioni, a nuovi investimenti su impianti e sicurezza, ambiente e territorio. La speranza è che l’iniziativa della Regione Lombardia non sia velleitaria e che concretamente ci sia un lavoro condiviso per arrivare al risultato. I territori non possono subire l’ennesima delusione.

 

Come comitato ci siamo impegnati sin dalla pubblicazione del “dl semplificazioni 135/2018 successivamente convertito nella legge 12-/2019” dando delle indicazioni di merito, prima della redazione della Legge Regionale. Abbiamo stimolato la discussione con documenti inviati ad amministratori locali, politici a livello regionale e nazionale, ad alcune associazioni di categoria su temi tecnici e presentati alla stampa ed al pubblico.

 

Un’analisi delle opportunità offerte dai rinnovi e della necessità di superare la condizione attuale e le criticità legate allo sfruttamento idroelettrico. Le gare per i rinnovi delle concessioni di grande derivazione idroelettrica dovranno favorire un uso rispettoso della risorsa acqua, includere tutti gli elementi di miglioramento ambientale, sulla sicurezza e garantire adeguate compensazione territoriali (economiche, di sviluppo sostenibile, di occupazione qualificata, pianificazione e manutenzione territoriali diffusa) per le zone di montagna in particolare.

 

La legge regionale lombarda nr. 5 del 2020 non è perfetta ma contiene gli elementi che permettono di andare nella direzione giusta. Le modifiche apportate nel 2021 alla legge regionale hanno risolto qualche problema oggetto dell’impugnativa del governo del 2020. Il Consiglio dei Ministri ha deliberato di ritirare il ricorso. Non ci sono più ostacoli all’indizione delle gare. I bandi andranno scritti bene per ottenere il massimo dai rinnovi e ristabilire quel patto tra i territori e le aziende produttrici instaurato all’inizio dell’esperienza idroelettrica. Ci sono delle scelte importanti da fare e vanno coinvolte le amministrazioni locali, comuni in particolare, nel processo decisionale.

 

Il comitato vuole partecipare a questa fase importante indicando le proprie priorità ed obiettivi. L’acqua utilizzata per produrre la preziosa energia da fonte rinnovabile, sottratta ai fiumi ed ai torrenti montani ha impatti molto rilevanti dovuti alla presenza delle dighe, delle condotte, degli innumerevoli elettrodotti e delle centrali. Elementi di enorme pressione su un territorio già complicato per accessibilità e fragilità idrogeologica. Con i rinnovi è possibile risolvere in parte queste criticità e garantire un nuovo modello di sviluppo per le comunità locali montane.

 

Rispetto a quanto è già stato ampiamente detto e scritto ci sono dei punti che possono rappresentare il salto di qualità di una migliore gestione rispetto al modello attuale.

La prima importante decisione nell'elaborazione del progetto per i rinnovi è la scelta della modalità di assegnazione. Sarebbe estremamente interessante e qualificante, secondo il comitato, procedere all'assegnazione delle concessioni a società mista pubblico privato. La legge regionale lo prevede come modalità di assegnazione all’ART.7 (Modalità di assegnazione delle concessioni) e ne dettaglia la forma all’ART.8 (Società a capitale misto pubblico privato). La regione potrebbe coinvolgere gli enti locali nella realizzazione della società pubblica destinando al capitale sociale la disponibilità delle opere e la parte fissa del canone di concessione. Gli enti locali potrebbero investire risorse proprie e una parte del canone che Regione storna alle province (la quasi totalità per la provincia di Sondrio). La società mista permetterebbe al pubblico di incidere sul modello gestionale a garanzia delle politiche societarie anche per il futuro.

 

Sui contenuti del bando è essenziale potenziare ciò che riguarda le parti deficitarie nelle gestioni attuali. Nel documento elaborato per la legge regionale il comitato aveva già diffusamente analizzato i punti su cui lavorare elaborando delle proposte: Efficientamento – Sicurezza – Rispetto ambientale, Manutenzione del territorio, Compensazioni territoriali, Questione impatto sociale e lavoro. Sugli aspetti qualificanti è necessario prevedere punteggi aggiuntivi a chi offre maggiori garanzie sugli argomenti elencati in modo da operare una selezione che alzi l’asticella dei ritorni positivi. Oggi ancora più che nel recente passato è necessario risolvere dei nodi cruciali per lo sviluppo e la sopravvivenza delle province montane: nodo energia a basso costo, lavoro giovanile ed impresa, sicurezza e riqualificazione del territorio anche in una prospettiva di valorizzazione turistica ed agricola. In breve i focus sui punti da premiare con punteggi nei bandi.

 

Interventi di miglioramento e risanamento ambientale degli interi bacini di competenza. Specificare piani di risanamento e gestione e il dettaglio delle risorse destinate all'attuazione del piano.

Le compensazioni ambientale e territoriale non devono essere solo di tipi finanziario. E' necessario garantire il miglioramento dell'ambiente e del paesaggio dei bacini idrografici, intervenire sulla viabilità e messa in sicurezza dei versanti con piani pluriennali da attuarsi in modo vincolante. Le compensazioni territoriali dovrebbero prevedere inoltre la realizzazione di progetti di sviluppo delle energie rinnovabili per i comuni interessati dalle derivazioni (progetti di energia rinnovabile sostenibile e comunità energetiche) da realizzare a carico della società concessionaria.

Compensazioni territoriale riguardano anche la disponibilità di energia a prezzo di costo per le esigenze delle comunità locali da associare ad un maggiore punteggio in fase di gara. La disponibilità di quote di energia a prezzi più vantaggiosi potrebbe compensare in parte le criticità del vivere in montagna.

 

Le misure minime di compensazione di carattere sociale finalizzate allo sviluppo formativo e occupazionale nei territori interessati, con particolare attenzione per i giovani poi non può essere solo un obiettivo generico che si risolve finanziando enti o società di formazione. Il territorio ha bisogno di società che si impegnino a formare tecnici qualificati, ad offrire opportunità di lavoro vere. Misure minime riguardano l’impegno a garantire la formazione, stage formativi ed inserimenti lavorativi in attività del settore di un numero minimo di lavoratori del posto.

 

Gruppo di lavoro “Concessione idroelettriche” Comitato per la razionalizzazione delle linee ad alta tensione Valtellina, Valchiavenna e Valcamonica

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