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Energia, la spesa si impenna: a Sondrio costi più alti

ECONOMIA E POLITICA - 15 09 2021 - Redazione

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Per effetto dell’aumento delle tariffe la spesa annuale in bollette di luce e gas delle famiglie valtellinesi e chiavennasche potrebbe superare i 1820 euro con un impatto non solo sul bilancio domestico, ma anche sui costi delle imprese agricole rendendo più onerosa la produzione in un momento difficile per il Paese. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’allarme lanciato dal Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani sui rincari sulle bollette delle famiglie che potrebbero arrivano a 500 euro su base annua, con aggravi anche più marcati laddove il clima alpino – come nella nostra provincia – costringe a tenere accesi più a lungo gli impianti di riscaldamento domestici.

 

La spesa media annuale per energia elettrica e gas e altri combustibili delle famiglie italiane è stata pari a 1320 euro nel 2020 secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat L’aumento della spesa energetica dunque ha un doppio effetto negativo perché – sottolinea la Coldiretti – riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie ma aumenta, come detto, anche i costi delle imprese.

                                                                                                                                                                                                   

“Con l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio, ai rincari dei costi di produzione si aggiungono quelli del trasporto in un Paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su strada con l’aumento dei prezzi dei carburanti che ha un effetto valanga sulla spesa: un effetto particolarmente evidente nella nostra provincia” commenta il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini.

A subire gli effetti del caro prezzi – continua la Coldiretti provinciale – è quindi l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere fino dal 30 al 35% su prodotti freschi per frutta e verdura secondo una analisi della Coldiretti su dati Ismea.

 

Su questo scenario pesa il deficit logistico italiano per la carenza o la totale assenza di infrastrutture per il trasporto merci che costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro con un gap che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea. In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 €/km, più alto di nazioni come la Francia (1.08 €/km) e la Germania (1.04 €/ km), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est: in Lettonia il costo dell’autotrasporto è di 0,60 €/km, in Romania 0.64 €/km; in Lituania 0,65 €/km, in Polonia 0.70 €/km secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga (www.divulgastudi.it).

 

Si tratta di un aggravio per gli operatori economici italiani superiore dell’11% rispetto alla media europea – rimarca Coldiretti Sondrio – e ostacola lo sviluppo del potenziale economico del Paese, in particolare per i settori per i quali il sistema della la logistica risulta cruciale, come nel caso del sistema agroalimentare nazionale, punta di eccellenza dell’export Made in Italy. “In tale ottica il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) finanziato con il Recovery Fund può essere determinante per agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” conclude il presidente Marchesini.

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