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Ferrari corre in Borsa: i numeri positivi del cavallino

ECONOMIA E POLITICA - 26 02 2018 - Redazione

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La Ferrari è stata quotata a Wall Street (al New York Stock Exchange) il 26 ottobre 2015, con un prezzo di 52 dollari per azione. I titoli della rossa di Maranello sono approdati pure a Piazza Affari quando si è concluso il processo di separazione da FCA lo scorso 4 gennaio 2016. Sul listino milanese, Ferrari ha guadagnato il 59% raggiungendo con un +105% la performance dal debutto a Milano. Un anno dopo, gennaio 2017, le azioni del Cavallino rampante hanno invece superato quota 100 euro.

 

Quali sono i motivi di questo successo Ferrari? La spiegazione è anche insita su come funziona la Borsa. Vediamo di seguito le ragioni del successo.

Come funziona la Borsa? L’esempio Ferrari

Il successo di un titolo in Borsa lo si deve a vari fattori. E Ferrari è un ottimo esempio. Basta partire dal marchio. Il brand Ferrari è il più forte al mondo e rientra nella Top 100 per quanto concerne il valore. Tra i segreti del suo successo e della sua redditività, a parte la tecnologia, c’è anche una filosofia di vendita basata sull'esclusività. Ovvero, Ferrari punta ad essere un marchio unico.

 

Ma un grosso peso lo hanno anche i numeri di bilancio. L'utile netto nel 2017 è risultato incrementato del 34%, giungendo quindi a quota 537 milioni di euro (cioè vale a dire un +26% su base rettificata) mentre i ricavi sono cresciuti del 10%, raggiungendo quota 3,417 miliardi di euro. Nell’anno 2017, Ferrari ha consegnato 8.398 veicoli, praticamente 384 in più rispetto al 2016. L'Ebitda ha superato così per la prima volta un miliardo di euro. Per quanto riguarda la remunerazione, invece, agli azionisti il board ha proposto un dividendo di 0,71 euro per azione e approvato un programma di acquisto di azioni proprie per un importo massimo di 100 milioni di euro.

 

E non bisogna credere che Ferrari sia giunta ai box per quanto riguarda la corsa del titolo e il conseguimento dei risultati economici. Considerando i target price che vengono assegnati ai principali broker e le previsioni fornite dalla stessa società, parrebbe proprio di no. E per quanto concerne gli obiettivi societari, è stato annunciato il raddoppio dell'Ebitda entro il 2022 e l’azzeramento del debito netto industriale per il 2021.

I prossimi obiettivi Ferrari: un ibrido e un Suv

Ma le sorprese Ferrari non finiscono qui. Visto come funziona la Borsa e il successo Ferrari, occorre aggiungere che in futuro il cavallino rampante ha in progetto un motore ibrido. Vale a dire un motore termico affiancato da uno o più unità elettriche. Si parla poi del lancio della prima Ferrari completamente elettrica e, ma soprattutto, di SUV. Già ribattezzato “FUV” (acronimo di Ferrari Utility Vehicle) dall’amministratore delegato Sergio Marchionne. Il quale dovrebbe essere lanciato entro il 2020.

 

Dunque, la Ferrari non si siede sugli allori. E malgrado il già ottimo risultato in Borsa, si sta preparando alle sfide future sempre all’insegna dell’innovazione tecnologica e del miglioramento delle prestazioni. Il tutto, rispettando i requisiti per quanto concerne le emissioni di CO2.

 

Intanto Ferrari lancia la nuova SF71H

Intanto la rossa di Maranello ha anche presentato la nuova auto con la quale correrà nel Gran Premio di Formula del 2018. La SF71H si presenta come una evoluzione della versione 2017 e che svela prese d'aria piccolissime, per ovviare al problema che c’è in F1 riguardo il raffreddamento delle vetture.

 

La macchina prevede un passo più lungo per essere a suo agio pure sui circuiti veloci e nelle frenate importanti. Le ruote Pirelli sono ancora più morbide di quelle utilizzate nel 2017, ottenute grazie ad un complicato studio aerodinamico in quanto per farle funzionare ottimamente serve un maggiore carico aerodinamico. Rimane poi la lotta alla scalata della potenza massima, resa più complicata in quanto per i costruttori c'è un motore in meno da usare. E ciò pone importanza ancora maggiore riguardo l'affidabilità.

 

Molto soddisfatto il pilota Vettel, che dice di non vedere l’ora di provarla. E che sicuramente con essa farà registrare dei tempi fantastici. Poi dice che devono essere i piloti stessi per primi a fare tutto il possibile per ottenere i risultati migliori. Il campione tedesco, insomma, si assume tutte le responsabilità per la riuscita del mondiale.

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