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Green Pass, come, dove e quando utilizzarlo

ECONOMIA E POLITICA - 16 08 2021 - Redazione

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/Green Pass

Dal 6 agosto le misure relative green pass entrano ufficialmente in vigore su tutto il territorio nazionale. Si tratta di un’iniziativa che ha comportato sia consensi che polemiche, con un dibattito che ha riguardato non solo il mondo politico ma anche la società, i cittadini, le associazioni.

 

A questo proposito, sono interessanti i dati emersi da un’indagine della CNA piemontese che ha rilevato come il 61,4% degli operatori del commercio, del turismo, dei trasporti pensa che il Green Pass sia a tutela della propria attività. In questo ultimo anno e mezzo molte persone hanno preferito o hanno dovuto ricorrere alla sicurezza delle interazioni online, magari giocando e cercando di distrarsi rispetto alla pesante situazione che si stava vivendo grazie a un bonus di registrazione. Pur continuando a rimanere alta la presenza in Rete, negli ultimi mesi le persone hanno anche ripreso a uscire, a vivere, a frequentare ristoranti e negozi dando un’importante boccata d’ossigeno a settori che erano stati molto colpiti dagli effetti della pandemia.

 

Gli operatori del commercio, della ristorazione e del turismo vogliono ora scongiurare l’eventualità di nuovi lockdown ed è probabilmente per questo che la maggioranza di loro ritiene che il Green Pass possa aiutare a scongiurare il ricorso alle zone “colorate”. Naturalmente, la posizione non è unanime e c’è anche chi invece ritiene che lo strumento del Green Pass possa finire per danneggiare le loro attività e il relativo fatturato.

Green Pass, come funziona?

Intanto è bene capire chi può richiedere il green pass. Non si tratta solo dei vaccinati. Per averlo si può avere un tampone negativo non più vecchio di 48 ore, ma anche aver contratto il Covid ed essere successivamente guariti. Se si è in possesso dei requisiti, il Ministero della salute notifica la certificazione tramite posta elettronica, sms o app.

 

La certificazione verde o Green Pass contiene un codice QR che consente una facile e sicura identificazione della veridicità del significato. Sono infatti in corso molti tentativi di falsificazione di questo certificato, soprattutto tramite Telegram e sistemi di pagamento non tracciati. E, naturalmente, fioriscono le truffe e i tentativi di speculazione.

 

Il Green Pass si può conservare in modalità cartacea ma se si ha dimestichezza con gli smartphone come ormai buona parte degli italiani, si può esibirlo tramite l’applicazione IO, elaborata dall’Agenzia per l’Italia Digitale. Non è un’app nuova perché è già stata ed utilizzato ad esempio nel caso del bonus vacanze del 2020.

 

Naturalmente, a seconda dei casi il Green Pass avrà differente tempo di validità. Nel caso del tampone, la validità sarà solo di 48 ore e successivamente per utilizzarlo si dovrà fare un ulteriore tampone o risulterà come non più valido.

 

Nel caso della vaccinazione, il green pass è valido dal quindicesimo giorno successivo alla prima dose, fino alla seconda dose, e da quel momento per altri 270 giorni. Più complessa la situazione per i guariti. Il pass vale 180 giorni (6 mesi circa) ma essi possono ricevere la dose entro 12 mesi dalla guarigione. Questo può comportare che dopo 6 mesi non si abbia più un green pass valido ma si debba attendere fino ad altri 6 mesi per avere il vaccino e riottenerlo. L’unica alternativa sarebbe fare continui tamponi.

Green pass, ora dalla teoria si passa alla pratica

E’ naturalmente allo studio una soluzione che possa risolvere il paradosso nel quale rischiano di trovarsi i guariti dal Covid-19. Intanto, si passa dalla teoria alla pratica e si dovrà iniziare ad utilizzarlo per entrare ad esempio in ristoranti al chiuso (sostanzialmente obbligatorio dalla stagione invernale), grandi eventi e concerti musicali in stadi o palasport, convegni, grandi eventi fieristici. Non si sa se nei prossimi mesi il Governo deciderà di ampliare il numero di situazioni nelle quali è necessario usare il Green Pass, e nel frattempo si pensa ad un prezzo calmierato per i tamponi (si parla di 6-7 euro) per chi non può o non vuole vaccinarsi. C’è anche chi ne ha richiesto la gratuità, ma questo pare al momento meno probabile.

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