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Incontro fra Provincia e Comitato per l'idroelettrico

ECONOMIA E POLITICA - 13 05 2023 - Guido Monti

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/Renato Cardettini, leader del Comitato popolare a sostegno dell'idroelettrico
Renato Cardettini, leader del Comitato popolare a sostegno dell'idroelettrico

A seguito della richiesta inoltrata nel mese di marzo dai rappresentanti del Comitato popolare sorto per occuparsi dei temi energetici, il presidente della Provincia Davide Menegola darà loro udienza martedì 16 maggio.

 

Due gli argomenti all’ordine del giorno: il grave stallo della razionalizzazione delle linee elettriche nel tiranese e la situazione del rinnovo delle concessioni idroelettriche. Il Comitato guidato da Renato Cardettini imputa alla Comunità montana di Tirano carenza nell’opera di mediazione fra i comuni e si chiede che posizione abbia la Provincia e quali azioni intenda attuare per uscire da questa preoccupante contingenza. In sostanza desidera comprendere cosa sta facendo l'ente locale e se ci sono idee chiare in materia. In realtà Cardettini e compagni hanno l'impressione che sia tutto impantanato. 

 

La nuova progettazione avanzata da Terna è in contrasto con il Piano Territoriale di coordinamento  provinciale e alcuni comuni non hanno ancora deliberato mentre l’amministrazione di Villa di Tirano è contraria. A parere del Comitato il governo si disinteressa della faccenda e Provincia e Regione sono carenti sotto l'aspetto decisionale e ci si aspetterebbe quantomeno che ammettessero un probabile stop a ogni possibile intervento. Una questione dunque evidentemente destinata a rimanere in sospeso ancora a lungo. 

 

Guido Monti

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1 COMMENTI

14 05 2023 15:05

Méngu

Ora, se avete la bontà di leggere questo mio scritto, di certo alla fine lettura scoprirete che nella nostra bella Valtellina la “sindrome di Nimby” ha contagiato molti di noi. Il perché di questa affermazione, giusta o sbagliata che sia scaturirà dal vostro insindacabile giudizio. “Fate tutto quel che volete, ma non nel mio giardino e nel mio territorio “ si sente gridare persino dai nostri Sindaci e dai nostri Amministratori forse dal fiato infetto dalla “ sindrome di Nimby “ . Insorgono i benpensanti dicendo: ” Ma è una cosa che darà il bene comune, un servizio a vantaggio per tutti, anche se par di non vedere l’utile personale tuo! ”. Ribatte l’infetto: “la cosa non mi interessa, non passate sul mio territorio o se passate, passerete sul mio cadavere. Non parliamone più, non ho tempo da perdere, buona giornata!” I contrari ad un comune accordo scompaiono così dalla scena, ma invisibili fanno in modo che ogni progetto che interessi una loro parte muoia. La pandemia della “sindrome di Nimby” , in effetti molto comune, pare abbia colpito anche il nostro territorio, dove ormai da anni si discute dove dare continuità alla linea 380 kV Robbia- S. Fiorano sino a Venina e a Verderio. Detta linea, che fa parte del Programma di Razionalizzazione delle linee elettriche in Valtellina, stilato da Terna, discusso da Regione, Provincia e Comuni e da Comitati di cittadini sembra essere ad un punto morto a causa di diverse visioni di progetto. Va detto molto chiaramente che lo scopo della Razionalizzazione delle linee elettriche in Valtellina è un progetto pregevole e di interesse locale e anche nazionale. Si tratta di smantellare le vecchie linee 220 kV transitanti in valle per poi accomunarle su un’unica linea detta “dorsale “a 380 kV. Il guadagno di suolo è innegabile e altrettanto la sicurezza del servizio idroelettrico per il trasporto dell’energia. Chi fa lo studio generale e i progetti è la società Terna che gestisce ormai quasi tutte le linee di trasporto in Italia e come tecnica impiantistica non è di certo seconda a nessuno. Ognuno di noi capisce che la Razionalizzazione delle linee elettriche in Valtellina è buona cosa, ma pare evidente che nessuno vorrebbe che la linea 380 kV e la relativa sottostazione transitasse o fosse costruita sul proprio territorio. Come dire: “a me va bene, capisco l’utilità, il servizio, la sicurezza e la resilienza del trasporto di energia idroelettrica prodotta nelle nostre centrali, ma per favore non si transiti sul mio suolo.” Ognuno vuol difendere la propria zolla di terra, in particolare noi Valtellinesi che siamo in gran parte montanari e conosciamo bene il suo valore. E’ giusto che un grande Progetto di Razionalizzazione debba essere concordato tran i vari Comuni interessati allo scopo di essere ridotto all’essenziale, usando la tecnica moderna per dare il minimo impatto ambientale preservando le aree di maggior pregio e tutela. E’ quindi sacrosanto per detti lavori impiantistici cercare di evitare il “consumo di suolo” in zone d’oasi solatie e di pace, magari dotate di piste ciclabili e comode stradine di servizio per aree campestri e di passeggio, lontane da strade a scorrimento veloce e invasate da veicoli e camion giorno e notte. La nostra scelta per le aree di grande occupazione impiantistiche dovrebbe essere prioritaria in zona sotto costa montana dove l’impatto ambientale è minore che sul piano in aperta campagna, e in quelle zone già deforestate dal passaggio di linee esistenti che hanno reso quei siti in zone di minor pregio. Nelle nostre scelte deve prevalere il buon senso comune, e in “primis “ occorre ragionare su i pro e i contro e sui gravi impatti ambientali che persisteranno per più di cento anni. E se non dovessimo trovare un antidoto ( leggi accordo) che debelli la sindrome di “ Nimby “ dei questionanti ? Elementare Watson! Se il buon senso del Padre di Famiglia non prevale, dovrà prevalere in “primis “l’interesse generale della Comunità e, in ultima analisi, toccherà risolvere l’annoso problema a coloro che ne hanno facoltà. Cosi a me pare.