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L’acqua: un grande bene comune

ECONOMIA E POLITICA - 05 06 2023 - Ezio (Méngu)

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/Confluenza fiume Adda con  torrente Poschiavino
Confluenza fiume Adda con torrente Poschiavino (foto Méngu)

Il 2022 è stato per molte zone scarso di pioggia, forse uno dei peggiori che idrologia ricordi. Quest’ anno, se v’è stata pioggia essa è venuta localizzata, in grande quantità e in tempi brevi, causando danni enormi. Piove sul secco e sul secco l’acqua fa fatica a penetrare nel terreno e scorre come se fosse convogliata in mille rughe del terreno scavandole, trascinando terra e pietre, ingrossando i torrenti e fiumi facendoli tracimare e rovinando argini.  

 

Se un tempo v’era chi si interessava anche della più elementare manutenzione del territorio, ormai queste care persone si sono ridotte quasi a scomparire. Il loro lavoro era elementare ma essenziale, generalmente era mal retribuito o addirittura gratuito magari senza un grazie della comunità. Questo tipo di lavoro è stato abbandonato cercando forme più redditizie e più appaganti. Che visibilità porta pulire un chiusino di fogna otturato e maleodorante? Parole sventurate quelle di alcuni Amministratori che affermano che la natura deve fare il suo corso e lasciarla al caso. Potremmo farcene una ragione solo nel caso in cui l’uomo però non deturpi la natura con terrificanti cementificazioni di suolo al solo scopo di guadagno, che poi quel guadagno comporterà a causa di disastri un costo elevato al cubo.

 

Non di rado molti Politici e Amministratori preferiscono mettere i soldi in una siepe ben rettificata o spendere soldi per vasi di fiori in un viale da struscio trascurando la pulizia dei chiusini fognari, delle canali e canalette invase da erbacce che arrivano alle ginocchia. Si preferisce abbandonare la manutenzione delle strade di montagna al loro destino, strade che sono le vie privilegiate in caso di incendio boschivo.

 

La bibliografia sulla gestione e del risparmio dell’acqua è sterminata. Quella per la cura del territorio è infinita, ma i lavori in corso sono pochi. Spesso gli Addetti e Politici fanno riunioni autoreferenziali, piene di immagine, di proposte che spesso finiscono in dei “bla, bla, bla “ al puro scopo di riportare la notizia sui Media. Volete un esempio elementare? Le perdite d’acqua di moltissimi nostri acquedotti! Vi sono acquedotti con condotte d’acqua in tubi in ferro con incrostazioni interne pari e più della metà della loro sezione di portata, spesso marci, che se toccati con badile o mossi con una mano scoppiano. Condutture del tempo di “ quando si stava peggio, si stava meglio ! “ e che,  con le perdite di acqua,  hanno nel tempo disperso un patrimonio.

 

Cambiare un tubo marcio in ferro in uno in PVC in un acquedotto, a me pare, che tanti Convegni non servano. Serve conoscere la struttura dell’impianto, spesso persino ignota ai gestori, poiché coloro che facevano la gestione in tempi passati sono deceduti o hanno cambiato mestiere e la nuova gestione dell’acqua è passata di mano a tecnici giovani che non conoscono del tutto l’impianto. Fortuna che la moderna tecnica offre apparecchiature di rilievo perdite acqua nelle tubazioni che un tempo erano inimmaginabili, perciò si possono individuare abbastanza facilmente le perdite, per poi progettare impianti idrici nuovi là dove occorre.  Viene da pensare che non siamo più capaci di gestire il bene comune dell’acqua anche quando si hanno i soldi da spendere !

 

Per intenderci sulla scarsità dell’acqua e sulla gestione, immaginiamo d’avere nel giardino una cisterna d’acqua da 1.000 litri costruita negli anni ’50 del secolo scorso. La cisterna d’acqua era stata costruita in tempi in cui del cambiamento climatico non se ne parlava e il consumo d’acqua era  molto minore. Di certo quella cisterna si sapeva che si sarebbe riempita più volte nell’arco di un anno dovuto a una piovosità media conosciuta e abbastanza regolare negli anni ….. .

 

Continua…

 

Ezio (Méngu)

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