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L’albero rovesciato della viabilità valtellinese

ECONOMIA E POLITICA - 26 03 2018 - Antonio Stefanini

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Dopo la già "vecchia" tangenziale di Sondrio (con l'angusto svincolo del Trippi e altre pecche), la nuova tratta dal Trivio di Fuentes a Cosio (ca. 10 km) e la tangenziale di Morbegno (ca. 10 km, in fase di avanzata esecuzione), l'impegno dell'Amministrazione tiranese, supportata variamente dagli amministratori provinciali e dai parlamentari locali, ha di recente (21 marzo 2018, a Governo virtualmente dimissionario) portato alla definitiva approvazione della tangenziale di Tirano (ca. 6,5 km da Bianzone a sopra Tirano). Ci vorrà qualche tempo per il progetto esecutivo, le espropriazioni necessarie e l'appalto, poi partirà la realizzazione di un'opera indubbiamente utile per tutti. Si compie così, quasi del tutto, la riqualificazione viaria principale da Bianzone a Valdidentro.

Solo che la Valtellina è lunga, molto lunga, e dalle opere citate rimane fuori gran parte del suo asse stradale medio-basso. Come ho già avuto modo di osservare, vedendo la valle come un grande albero che immerge le radici nel lago di Como e ha la chioma nel ventaglio alpino Foscagno-Stelvio-Gavia, si può evincere come si sia preferito (anche a causa/merito della frana di Valpola del 1987) intervenire prima sulla parte medio-alta della chioma stessa, realizzando la nuova superstrada Lovero-Bormio-Valdidentro: la parte aerea dell’albero più grossa e robusta di quella portante. Una palese incongruenza, che si sta un po' alla volta cercando di sanare, ma che richiederà ancora decenni perché lo sia del tutto.

Cosa dovrebbero dire gli abitanti di Tresenda, San Giacomo, Chiuro, Berbenno, Ardenno e altri borghi - e con loro gli utenti a fini turistici della ss 38 - per essere costretti a sopportare ancora a lungo i disagi dovuti al traffico congestionato e rumoroso, risolti o in via di soluzione per i centri più grossi e per l’alta valle? Quelli di Tresenda non sono forse elettori e contribuenti al pari dei Tiranesi o dei Sondriesi? Che senso ha aver allargato/rifatto la strada a Lovero, Grosio o Sondalo quando a valle - dove il traffico è evidentemente più cospicuo - la 38 è un budello angusto con corollario di colli di bottiglia in corrispondenza dei paesi?

Sappiamo bene che esiste un progetto di massima della nuova superstrada anche per la bassa-media valle e che le situazioni sanate o in via di sistemazione erano i nodi più problematici. Tuttavia non si può non rilevare un’oggettiva contraddizione nel rendere “civile” un tratto viario alto e lasciare allo stato “incivile” – diciamo inadeguato – molti tratti alla base, quegli stessi tratti che chi va in alto è anch’egli costretto a percorrere e a patire. Per quanti decenni ancora non è dato sapere.

 

Antonio Stefanini

 

P.S. – Ai fanatici del traforo del Mortirolo Subito, alcuni dei quali appaiono francamente accecati da esclusivi interessi di categoria (segnatamente l’autotrasporto su ruota), si fa presente che in via preliminare – o almeno contemporaneamente – a quell’opera si rende indispensabile la riqualificazione di un’arteria importante come la ss 39, che oltre a collegare già Valtellina e Valcamonica, serve anche una porzione non indifferente di attività economiche e di popolazione. Se, invece di procedere a testa bassa, cercassero di capire anche le esigenze dei vicini e le condividessero, ne potrebbe sortire un’azione comune molto probabilmente più utile a ottenere risultati utili a tutti.

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