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Mancato accordo Svizzera-Ue: conseguenze per Valtellina e Grigioni?

ECONOMIA E POLITICA - 01 06 2021 - Guido Monti

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/lettera aperta

Salta l'intesa fra Svizzera e Ue e anche la Valtellina potrebbe risentirne. La Confederazione elvetica ha abbandonato le trattative
per un accordo istituzionale volto alla regolamentazione dei rapporti con l'Ue. Infatti non si è riusciti a definire un testo unico che
potesse garantire alla Svizzera un accesso a pari condizioni al mercato unico. Nel rispetto del diritto europeo, al momento le relazioni fra Berna e Bruxelles sono regolate da un labirinto di oltre un centinaio di trattati bilaterali. Il nuovo patto avrebbe dovuto portare chiarezza e facilitazioni in vari settori, ma ora il rischio è di rinfocolare tensioni nel cuore dell'Europa, con inevitabili ripercussioni pure fra i confinanti cantone dei Grigioni e provincia di Sondrio.

 

A causare l'insuccesso dei negoziati sono stati principalmente tre fattori: le regole sugli aiuti di stato, la libera circolazione delle persone e i tetti salariali. Il governo elvetico, dietro pressione dell'Udc, il partito conservatore di maggioranza, ha considerato che un accordo su questi tre punti avrebbe avuto un prezzo troppo alto in termini di cessione di sovranità nazionale. Il ministro degli esteri rossocrociato Ignazio Cassis ha esplicitamente dichiarato che la piena applicazione della direttiva europea sui diritti dei cittadini avrebbe comportato un cambio radicale della politica migratoria applicata dalla Confederazione e dai cantoni, largamente accetata dai  cittadini elvetici, con conseguenze sul costo dell'assistenza sociale. La Svizzera ha quindi rifiutato le richieste dell'Ue, contraria a eccessive concessioni dopo la Brexit, e ha prospettato misure più rigide per i frontalieri, ma intanto i primi effetti della rottura si sono già fatti sentire sui dispositivi medicali elvetici, non più esportabili con esenzione dai dazi, mentre si prevedono rischi per l'agroalimentare e l'energia.

 

Col declassamento della Confederazione a 'paese terzo', a preoccupare entrambe le parti sono soprattutto le prospettive economiche, perché se la Svizzera è il quarto partner commerciale dell'Ue dopo la Cina, gli Usa e la Gran Bretagna, per gli elvetici l'Unione europea è al primo posto, con scambi giornalieri che ammontano a circa un miliardo di euro. Un possibile compromesso avrebbe significativamente rispettato la volontà del popolo elvetico che in un recente sondaggio si era espresso a favore dell'accordo quadro, con una maggioranza del 64% degli interpellati. Purtroppo questa volta hanno prevalso interessi e logiche isolazioniste nazionali che è auspicabile non danneggino le buone relazioni intessute a livello locale fra grigionesi e valtellinesi.


Guido Monti - responsabile del Comitato provinciale per l'Europa di Sondrio

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