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Negato ai frontalieri l'assegno unico?

ECONOMIA E POLITICA - 07 02 2022 - Guido Monti

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/svizzera

Il nostro governo ha introdotto l'assegno unico universale che andrà a sostituire quello per il nucleo familiare e le detrazioni per i figli a carico. Il provvedimento sarà in funzione dal prossimo mese di marzo e varrà per ogni cittadino dei Paesi dell'Ue, ma in realtà rischia di non avere validità per i frontalieri, di cui circa 90mila italiani, incluse diverse migliaia in attività nel Canton Grigioni.

 

In effetti, non solo l'Inps non ha ancora definito i criteri di applicazione del meccanismo, ma esiste pure una discrepanza con le regole comunitarie ed i trattati bilaterali che regolano i rapporti fra l'Ue e la Svizzera. Se questi prevedono il tassativo  pagamento degli assegni da parte dello stato nel quale lavorano i soggetti interessati, dal canto suo l'Italia fissa invece la condizione della residenza per la concessione dei versamenti. Pertanto moltissimi frontalieri residenti all'estero, che entrano per lavoro nel nostro territorio, rischiano seriamente di non vedersi assegnare una parte rilevante del proprio reddito e le relative detrazioni fiscali.

 

L'allarme è stato lanciato dai rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil delegati all'assistenza dei frontalieri, che chiedono all'Inps un sollecito chiarimento delle modalità di applicazione dell'assegno unico e una revisione, ad opera delle nostre autorità competenti, delle norme incluse negli accordi bilaterali in vigore coi vicini elvetici.  

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