MENU

Ospedale Morelli: da Sertori all’autonomia, dall’aria fritta ad una sfida impegnativa

ECONOMIA E POLITICA - 29 12 2020 - Ezio Trabucchi

CONDIVIDI

/trabucchi

A pochi giorni dalla chiusura dell’anno ci mancava ancora una dose di “aria fritta” da parte dell’assessore Sertori, principale responsabile politico del disastro.

Il “suo” Morelli è già morto, un “omicidio premeditato”, attuato approfittando dell’emergenza covid-19 e della buona fede delle Istituzioni locali.

Lui pensa solo al “contentino” da dare a Sondrio, insistendo, senza il minimo pudore, nel presentarsi come paladino della nostra sanità di montagna.

 

Ieri è stato rinviato il super G a Bormio per ragioni di sicurezza: in caso di infortunio di un atleta, l’elicottero non avrebbe potuto alzarsi in volo. Condizioni del meteo come queste, aggiunte a quelle delle nostre strade (a maggior ragione se nevica), possono ripetersi durante la stagione invernale.

In valle, i cittadini sanno bene (ed alcuni lo hanno già sperimentato) di essere stati messi in una situazione di grave pericolo per la loro salute.

Al “Morelli”, nei mesi scorsi, sono sparite le eccellenze, ora fanno sparire anche gli striscioni di protesta della gente.

2021? Mi auguro che le Istituzioni di Valtellina e Valchiavenna abbiano un sussulto di orgoglio, di lucidità e di unità.

Non subalterni a Milano (a prescindere da chi ci governa pro tempore) e maggior consapevolezza della nostra forza e capacità.

 

Riguardo al “Morelli”, nel disperato tentativo di un suo rilancio, penso (insieme ad altri) che l’unica strada percorribile sia rimasta quella (importante, seppur non facile) dell’autonomia.

Autonomia che deve essere chiesta con determinazione dall’intera Provincia di Sondrio a Regione Lombardia e che deve definirsi con una “fondazione di partecipazione”, mista pubblico/privata, la quale peraltro non significa, come alcuni pensano, la privatizzazione della sanità.

Significa l’incontro pubblico/ privato, riservando alla parte pubblica forti poteri di controllo ma permettendo che la partecipazione dei soggetti privati contribuisca all’efficienza ed all’imprenditorialità del servizio sanitario (il “pubblico” oggi, in Valtellina, è rappresentato e guidato da Saporito... ).

 

La fondazione, essendo un ente autonomo, vive di vita propria indipendentemente dagli eventi, anche di natura politica, che possono “colpire” i fondatori. L’interesse perseguito dalla fondazione di partecipazione è, per definizione, di pubblica utilità, al pari di quello perseguito istituzionalmente dalle aziende sanitarie/ospedaliere originarie.

Sfida certamente impegnativa.

Diversamente, il consolidamento della fine.

 

Ezio Trabucchi

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI