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PD: "Fattibile già da ora più autonomia, Maroni si interessa solo ai giochi politici"

ECONOMIA E POLITICA - 31 05 2017 - Redazione

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/Maroni

Il Partito democratico striglia Maroni e la Lega: il Governo ha già spalancato le porte, perché buttare 46milioni di euro per suonare il campanello?
 

“La porta è aperta, il Governo ha già dato la sua totale disponibilità: che senso ha chiedere ai lombardi un mandato per citofonare, soprattutto se citofonare costa 46 milioni di euro?” Se lo è chiesto il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, nell’ambito del convegno “L’autonomia rafforzata” organizzata dal Partito democratico lombardo in merito al referendum proposto da Maroni e al quale era presente una folta rappresentanza di esponenti dem dalla provincia di Sondrio. “Sindaci e presidenti di Provincia hanno firmato un documento per chiedere a Maroni di mandare una lettera a Roma, ma non ha fatto nulla.   L’autonomia non gli interessa davvero: dice che resteranno le tasse ma il referendum non chiede affatto questo! Serve un federalismo vero e sostenibile, e lo possiamo avere subito se scegliamo di avviare un ragionamento al di fuori della propaganda politica e basato su funzioni e materie concrete, non su false promesse: Maroni fece la stessa cosa cinque anni fa, in campagna elettorale, e da allora non ha fatto altro che stare immobile.”
 

Anche il segretario regionale dem, Alessandro Alfieri, ha ribadito l’assoluta disponibilità del PD ad un’azione verso il federalismo differenziato, che era stato inserito nella riforma costituzionale dello scorso autunno. “Per questo motivo abbiamo invitato qua con noi anche Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, che ha già avviato con lo Stato - a costo zero e con molta più serietà - un percorso analogo a quanto almeno a parole vorrebbe portare avanti Maroni.” 

 

Il governatore emiliano ha ricordato che il tema del federalismo va ripreso in maniera decisa, con forza, senza però scassare né i conti dello stato né l’unità del nostro Paese, con l’ambizione di richiedere maggiore autonomia legislativa, finanziaria e amministrativa per gestire. “Non vogliamo più risorse, vorremmo che una parte delle risorse gestite da Roma e trasferite potessero esser trattenute alla fonte per poter, a parità di risorse, fare politiche differenti con un aumento di qualità e quantità dei servizi che eroghiamo.” ha spiegato Bonaccini. “L’autonomia, maggiore e rafforzata, non può esser chiesta su tutto, ma bisogna esser realisti e concentrarsi sulle politiche che più possono creare le condizioni di un nuovo modello di crescita, in particolare su formazione, istruzione e ricerca. Propongo che gli amministratori e i gruppi dirigenti del PD delle quattro regioni del Nord scrivano insieme un manifesto e una proposta per mettere in campo un progetto non contro il quesito referendario, ma per una sua traduzione in azioni concrete.” 

 

Sicuramnte in questa fase il territorio di Valtellina e Valchiavenna potrà partecipare all'individuazione delle materie per le quali richiedere la delega al Governo, come sottolineato anche dai diversi esponenti dem di Sondrio e Morbegno presenti all'incontro. 
All’incontro era presente anche il ministro Maurizio Martina, vicesegretario del PD, che ha ribadito la disponibilità del Governo ad aprire un tavolo per il conferimento di ulteriori funzioni alla Regione Lombardia: “La nostra risposta a questo referendum è già sì: stiamo dicendo a Maroni di non perdere tempo e spendere soldi inutilmente, visto che il quesito è una presa in giro verso i cittadini lombardi. Infatti non è mai arrivata nessuna lettera a Roma che richieda di aprire il percorso, nonostante Sindaci e Presidenti di provincia abbiano chiesto a Maroni di attivare il percorso: Maroni sta usando il tema per lanciare la campagna elettorale e silenziare lo scontro interno alla Lega, non perché ci creda veramente.”

 

Sulla stessa linea il segretario del PD di Sondrio Giovanni Curti:” L’iniziativa di Maroni è propaganda elettorale, ci sono già le condizioni per richiedere piu’ competenze ed autonomia gestionale al Governo. Piu’ difficile prevedere ingenti trasferimenti economici anche se una maggiore sobrietà di altre regioni è auspicabile. Per la nostra Provincia ricordiamo che nonostante la legge che riconosce la specificità montana del 2014 ancora poco è stato trasferito in termini di risorse ed autonomia a Sondrio dalla Regione. Dalle parole aspettiamo i fatti. Prima delle elezioni però!!”
 

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