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Promesse elettorali e corsa alla candidature

ECONOMIA E POLITICA - 15 12 2017 - Giovanni Curti

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/giovanni curti

Durante le ultime settimane si moltiplicano le prese di posizione contro il governo di centrosinistra e le rivendicazioni da parte  di numerosi esponenti del centro destra provinciale della Lega in particolare, dai piu' giovani alle vecchie volpi vogliose di conservare la poltrona. E' comprensibile: le elezioni si avvicinano e si avverte il profumo di collegio sicuro, quello dove non importa chi viene candidato tanto si vince.

 

Valutazioni legittime, come la voglia di farsi vedere sui media: mi sembra partita la lotta interna per un posto al sole.
Non possiamo però tacere sulle loro responsabilità nel governo del nostro territorio dove, almeno negli ultimi 15 anni, abbiamo avuto il filotto istituzionale con Lega e PDL/FI che governano Regione e Provincia, numerosi enti locali di primo e secondo livello, aziende municipalizzate e partecipate. Il centro-destra è attento ai posti che contano, quelli ben retribuiti (assessorati, incarichi, CDA delle aziende quali  SECAM ed ALER, le ricche nomine della sanità): non so di chi sia la mangiatoia, ma non certo del PD. Questo filotto istituzionale non ha portato bene alla nostra provincia in termini di gestione dei servizi: sono molte le giuste lamentele dei cittadini sulla gestione della viabilità, imbarazzanti i disservizi sulla rete ferroviaria provinciale gestita da Trenord e del trasporto pubblico, continuo l'arretramento nell'offerta dei servizi sanitari con l'utenza che si rivolge sempre più spesso al privato... Tutto questo condito da una certa arroganza nel rispondere a chi muove delle critiche legittime a una gestione non certo virtuosa!
Eppure  sotto l'albero di Natale arrivano le promesse di grandi finanziamenti, della provincia autonoma e molto altro ancora: qualcuno le chiama mance elettorali.

 

Sull'autonomia: le province autonome di Trento e Bolzano e le regioni a statuto speciale hanno ottenuto il loro status per ragioni storiche legate alla tenuta dell'integrità nazionale. Certo questo status andrebbe almeno in parte  rivisto, ma la trasformazione della Provincia di Sondrio autonoma come Trento e Bolzano non è al momento all'ordine del giorno di nessuna reale proposta parlamentare né lo è mai stata nemmeno in passato, non ci sono le premesse né il consenso per farlo, e nemmeno la Lega e il PDL negli anni di Governo del Paese si sono sognati non solo di concederla, ma nemmeno di proporla davvero.

 

Con il governo di centro-sinistra è stata invece riconosciuta la specificità montana della provincia di Sondrio con la legge DelRio del 2014: è in virtù (e su obbligo) di codesta legge la Regione Lombardia può concedere funzioni e risorse alla nostra provincia. Ci sarebbe molto da attingere (proventi e intera gestione del demanio idrico, le risorse del bollo auto - che pure era stato promesso in pompa magna, l'irpef regionale): è una scelta politica che Maroni e la Lega non vogliono fare fino in fondo per non togliere alle altre province, una questione di equilibri: Maroni, non bisogna dimenticarlo ha disatteso anche le richieste e le aspettative dei Sindaci con la famosa carta di Chiavenna. Non si può chiedere l'autonomia della Regione da Roma e poi non concedere l'autonomia possibile alla provincia di

 

Sondrio: mi sembra che la Lega sia autonomista verso Roma ma centralista in Regione. Sarebbe necessaria un po' di coerenza invece si punta alla  propaganda.
 

Giovanni Curti

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