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Secam, Comitato Acqua Pubblica: "E ci scappa di parlar chiaro"

ECONOMIA E POLITICA - 06 08 2022 - Martina Simonini

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/acqua

Già nel 2017 alcuni sindaci/soci avevano evidenziato, nel corso di una assemblea, che si era in presenza di una fortissima e pericolosa tensione finanziaria. S.EC.AM. Spa ha chiesto la revisione tariffaria del SII 2020-2023 al fine di “pervenire al riconoscimento di maggiori costi operativi di tipo endogeno”. Lo fa in data 28.07.2021 asserendo che il costo operativo sostenuto da S.EC.A.M. (COeff2) è significativamente superiore rispetto ai costi operatici endogeni riconosciuti (come da delib. ARERA) al gestore nel periodo 2016-2019 ed asserendo che questi vanno da 3,8 milioni a 7 milioni/anno per un totale di 20.055.420.

 

Qualcosa non torna.

Il bilancio 2019 confermava tutti i dubbi e le perplessità già riscontrati negli anni precedenti. Eppure gli amministratori della S.EC.AM. Spa hanno dichiarato che andava tutto bene nonostante imponessero un sacrificio ai comuni costretti a soggiacere allo spostamento del rimborso delle rate di mutui da parte di S.EC.AM.

 

Gli indici/alert negativi c’erano ed erano ben evidenti ma non si sono voluti adottare gli opportuni provvedimenti ai sensi dell’art. 14 del TUSP Testo Unico Società Pubbliche. Gli indici di struttura finanziaria (punto 4 pag. 106 del bil. 2019) evidenziano valori da rischio definito “medio/alto” così come l’indice di disponibilità finanziaria (punto 6) e come il “leverage” (punto 16) che essendo superiore a 3 è indice di “situazione finanziaria squilibrata”.

 

Nonostante questi indicatori di rischio non si è ritenuto di intervenire tanto che si potrebbe configurare una grave irregolarità ai sensi dell’articolo 2409 del codice civile…

 

Neppure l’ufficio d’ambito e l’ente Provincia hanno ritenuto di intervenire ad anzi ad ogni e qualsiasi manchevolezza da parte di S.EC.AM. Spa (e sono svariate!) si sono sempre trincerati dietro l’accusa ai sindaci che avrebbero consegnato al gestore sia le reti che le anagrafiche degli utenti in orribili condizioni.

 

Se ce ne siamo accorti noi del Coordinamento Acqua Pubblica della provincia di Sondrio nel 2016, se alcuni (pochi) Sindaci/soci hanno cominciato a segnalare criticità nel 2017 e 2018 per ribadirle in maniera chiarissima (anche da parte di chi ha votato a favore) nel 2019, quanto tempo c’è voluto perché S.EC.AM. Spa ed Ufficio d’ambito ammettessero che la situazione era drammatica già dal 2019?

 

Lo stesso accade per i rifiuti ove la situazione ci appare anche più curiosa: ogni comune ha un suo proprio contratto con S.EC.AM. che quindi pur essendo pubblica può fare dei sindaci/soci “figli e figliastri”; la S.EC.AM. chiede cifre ingenti per il “conguaglio” del servizio rifiuti . Hanno dovuto fare appello ad una delibera di ARERA per aprire gli occhi ed ammettere che le cose non vanno affatto bene… Se non fosse subentrata la delib. di ARERA S.EC.AM. avrebbero continuato a lavorare in perdita? Fin dove arriva la competenza di ARERA sui controlli del SII e dei rifiuti? E se i contratti stipulati tra i Comuni e S.EC.AM. per i rifiuti non valgono più, e ARERA non ha ancora approvato il “contratto tipo” per i rifiuti occorrerebbe chiedere all’Ing. Besseghini (Presidente ARERA) se non pensa che siamo in presenza di un “buco” normativo che getta nell’incertezza i comuni.

 

Dagli articoli apparsi sulla stampa locale in questi giorni sembrerebbe che ancora una volta i capri espiatori siano i Sindaci/soci: non è così. I Comuni (che un articolo comparso su la Provincia quotidiano del 4 luglio definisce ‘riottosi’) saranno in grado di pagare solo dopo che tutti i comuni avranno adottato lo stesso criterio di calcolo e dopo un parere della Corte dei Conti che metta al riparo gli uffici ragioneria e tributi dei comuni. Le irregolarità/leggerezze le hanno commesse S.EC.AM. (per rifiuti e acqua) e l’Ufficio d’ambito (per il solo servizio idrico) e non i sindaci che hanno già dovuto acconsentire al rinvio dei rimborsi delle rate di mutuo ed alla riduzione degli investimenti da parte di S.EC.AM. (ed altre cosette) che ricadono in ultima analisi sui cittadini.

 

La S.EC.AM. Spa dovrebbe rendere noto quanto deficit è causato dal SII (acqua) e quanto dal servizio dei rifiuti; quante utenze del Servizio Idrico sono ancora senza contatore (con l’esclusione delle utenze pubbliche) e soprattutto mettere in atto serie e non più rinviabili azioni per il risanamento aziendale.

 

Per il Comitato coordinamento acqua pubblica della provincia di Sondrio
Martina Simonini

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